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Lombardia. Prosegue a pieno ritmo il progetto Dimissione Protette. Assistiti oltre 200 anziani dal 2012, di cui più di 100 nel 2014

Obiettivo dell'iniziativa, promossa dall’Associazione Seneca e avviata nel 2012, è favorire la continuità assistenziale di anziani fragili e bisognosi nel momento del passaggio dal regime di ricovero al rientro al domicilio. Figura chiave del progetto sono i volontari che garantiscono affiancamento come sostegno per i più soli e facilitano il disbrigo delle pratiche necessarie per accedere ai servizi.

29 GIU - Favorire la continuità assistenziale di anziani fragili e bisognosi nel momento del passaggio dal regime di ricovero al rientro al domicilio per il periodo di recupero funzionale o, comunque, in attesa che venga attivata un’adeguata rete assistenziale. Questo l’obiettivo del progetto ‘Dimissione Protette”, promosso dall’Associazione Seneca e avviato nel 2012 grazie ad un iniziale sostegno della Fondazione Vodafone, successivamente di UnicreditFoundation. L’iniziativa ha rappresentato il tema centrale del convegno “L’assistenza domiciliare post ospedaliera di anziani fragili, svoltosi nella Sala Alessi di Palazzo Marino organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, in collaborazione con l’Associazione Seneca onlus.

L’incontro, coordinato da Angelo Bozzani, Medico Responsabile progetto "Dimissioni protette" e Alberto Scanni, Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, è stato introdotto dalle relazioni di Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute – Comune di Milano, Carlo Vergani, Geriatra – Università degli Studi di Milano, e Roberta Garbagnati, Presidente Associazione Seneca.
Nel corso del convegno sono intervenuti: Fabrizio Foieni, Responsabile S.S.D cure sub acute – A.O. Luigi Sacco, Patrizia Bertolaia, Responsabile S.C. Domiciliarità – ASL Milano, Angelo Mainini, Direttore Sanitario – Fondazione Maddalena Grassi – Milano, Cristina Migliorini, Assistente Sociale – Fondazione IRCCS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Cristina Zanoncelli, Medico di Medicina Generale, e Rossella Leva, Assistente Sociale del Comune di Milano.

Milano, come è ben noto, è una città dove la popolazione con più di settant’anni, rappresenta ormai circa 1/5 della popolazione complessiva. A fine 2014 per l’esattezza i residenti over 70 erano 248.305, di cui quasi 152.000 donne e circa 97.000 uomini. Tra le donne poco meno della metà erano vedove, a cui si aggiungevano 13.000 vedovi. Un segmento della popolazione, peraltro, in continua crescita, all’interno del quale aumenta anche la componente a rischio di isolamento e di emarginazione sociale, sia per l’atomizzazione dei nuclei familiari, sia per gli effetti prolungati della crisi economica che ha inciso anche sui servizi assistenziali prestati dagli Enti locali. A ciò si aggiunge un’ulteriore, spesso drammatica, criticità che riguarda gli anziani più fragili e meno accuditi nel periodo successivo alle dimissioni ospedaliere.

Ad oggi, seppur parzialmente, sono stati assistiti oltre 200 anziani, di cui più di 100 nel 2014, consentendo di acquisire le competenze necessarie per portare a regime un modello di lavoro innovativo di rete tra soggetti pubblici e privati coinvolti nella dimissione ospedaliera e il rientro a casa, a partire da un protocollo d’intesa sottoscritto con il Comune di Milano dalla Fondazione Seneca onlus e poi esteso agli Ospedali Sacco , Policlinico e alla Fondazione Maugeri.
Tipologia di anziani assistiti: 
50% under 80 anni 50% over 80
65% donne 35% uomini
65% vivono soli 20% con coniuge 15% con figli
50% usufruisce anche di servizi assistenziali comunali

“Il lavoro di questi primi anni - spiega Roberta Garbagnati, Presidente Associazione Seneca – ha permesso di verificare lo stato reale del problema, con tutte le sue diverse implicazioni e di avere le idee chiare su quella che dovrebbe essere la soluzione organizzativa ottimale che prevede interventi complementari e sinergici, per ora solo parziali. Un modello da condividere anche con altre organizzazioni no profit per coinvolgere un numero maggiore di volontari,anche per un percorso di formazione comune, ma che richiede un’apertura in primo luogo culturale da parte di tutti i soggetti che devono essere coinvolti”.

I volontari risultano essere una figura chiave nel progetto che prevede il loro affiancamento come sostegno per i piu’soli sia per il disbrigo pratiche necessario per accedere ai servizi assistenziali, sia come stimolo per rendere più collaborativi gli anziani nel percorso terapeutico e per contrastare la deriva verso un tracciato di isolamento e depressione.

“I beneficiari del nostro progetto, - aggiunge la Presidente dell’Associazione Seneca – sono anziani socialmente ed economicamente ‘fragili’, residenti a Milano, dimessi prioritariamente da parte di ospedali, strutture intermedie e da reparti di riabilitazione di RSA. Il periodo di assistenza massimo è di 60 giorni e il servizio svolto dagli operatori dell’Associazione Seneca è spesso complementare a quello erogato dal Comune e dalla Asl rispondendo al criterio di tempestività di intervento,indispensabile per dare un’effeettiva continuità di intervento. Tra i nostri obiettivi ci sono: il sostegno ai familiari che accudiscono l’anziano malato; l’assistenza anche a quella fascia di anziani fragili che, pur indigenti, superano i parametri d’accesso previsti dal Comune per la presa in carico; il sostegno agli anziani che rientrano temporaneamente a casa, ma che in alcuni casi, dovranno essere ricoverati definitivamente; il contenimento del ricorso a ulteriori ricoveri ospedalieri evitabili con l’erogazione di una assistenza domiciliare adeguata; il monitoraggio della situazione anche nelle fasi successive alla conclusione dell’intervento assistenziale”.
 

29 giugno 2015
© Riproduzione riservata

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