Un motore nuovo per la “Quarta riforma”. Ne parliamo a Milano il 3 dicembre
27 NOV -
Gentile Direttore,
siamo assolutamente d’accordo con l’idea di fondo (e non solo con quella!) de “
La quarta riforma” di Ivan Cavicchi: una riforma “che abbassi i costi complessivi del sistema, rendendoli compossibili con la spesa pubblica e con i diritti delle persone”.
Citando l’Introduzione del libro di Cavicchi, concordiamo in pieno sul fatto che “per mettere d’accordo le necessità delle persone e le disponibilità economiche servirebbe un autobus sostenibile, più leggero, che consumi poco e più veloce: ma
senza un motore nuovo un autobus del genere non sarebbe possibile”.
“Il Governo di turno, e i suoi consiglieri, ha lasciato intendere che di rifinanziare la
grande corriera sgangherata non ci pensa proprio, e che semmai bisognerà decidere di sostituirla con tricicli o qualcos’altro, rassegnandosi al fatto che molti resteranno a piedi”.
Tuttavia siamo sensibili, come Cavicchi, anche ai vincoli e ai problemi reali che ha il Governo, e consapevoli che non ci si può limitare a chiedere risorse senza portare in cambio altrettanto valore, in modo concreto e almeno contestuale.
Da parte nostra intendiamo presentare una proposta seria e concreta su quale potrebbe essere un “motore nuovo” da sperimentare per l’”autobus” del SSN.
Ancora una breve premessa. Il dilagante fenomeno del
disease mongering/commercio delle malattie e l’incessante offerta di tecnologie e prestazioni sempre più sofisticate e costose, accanto alla grave crisi economica internazionale, stanno mettendo in discussione la sostenibilità di tutti i servizi sanitari, anche nei paesi a più alto reddito.
Una risposta a questa deriva consisterebbe in teoria nel promuovere e utilizzare solo tecnologie e prestazioni di documentata efficacia e con un buon rapporto costo-efficacia, che soddisfino bisogni clinici e sociali rilevanti.
Ma ciò non sta accadendo e siamo convinti che non accadrà, a meno che, oltre ad essere eticamente desiderabile, non lo si renda anche
conveniente per gli attori in Sanità.
Dunque è strategico riconsiderare per i diversi attori il modello di remunerazione, per allineare i loro interessi (e quelli delle organizzazioni in cui operano, e il rispettivo finanziamento) con la
mission del sistema: la difesa e promozione della salute dei singoli assistiti e della comunità, in un quadro di sostenibilità economica destinata a durare nel tempo.
Per discutere e promuovere una concreta applicazione di un modello più funzionale a garantire la sostenibilità di un sistema universalistico pubblico, efficace, solidale e gradito dai cittadini e dagli operatori segnalo una giornata di studio promossa dal Sindacato Medici Italiani-SMI, dalla Fondazione Centro Studi
Allineare Sanità e Salute e dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” dell’Università degli Studi di Milano (
vedi programma).
Alberto Donzelli
Allineare Sanità e Salute
27 novembre 2016
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