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Riforma sanitaria. Per la Cisl “stenta a decollare”. Gallera: “Una riforma seria non si realizza in poche settimane”

L’assessore ha partecipato nei giorni scorsi a un incontro-confronto promosso da Pensionati e Cisl Lombardia, con le categorie regionali del pubblico impiego e dei medici Cisl. Mazzacane (Cisl Lombardia): “Il disagio di tutti gli operatori del sistema è ormai sotto gli occhi di tutti”. Ma l’assessore assicura: “Il 2017 sarà l’anno della piena attuazione”.

07 MAR - Il percorso di riordino della sanità lombarda, avviato oltre due anni fa, “stenta a decollare”. È ancora “difficile, se non impossibile”, per i cittadini percepirne i benefici in termini di servizi erogati. E’ quanto denunciato nel corso dell’incontro-confronto promosso da Pensionati e Cisl Lombardia sul tema, con le categorie regionali del pubblico impiego e dei medici Cisl, e svolto nei giorni scorsi alla presenza dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera.

“Quest’incontro è un’occasione per fare il punto sull’attuazione della legge e rilanciare il dialogo con Regione Lombardia, con scelte condivise prima e non poi - ha detto Marco Colombo, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, aprendo i lavori -. Per il bene dei 340mila lombardi che rappresentiamo siamo impegnati a seguire il percorso di cambiamento, a tutti i livelli”. Un percorso che, secondo la Cisl Lombardia, potrebbe essere accompagnato da una misurazione oggettiva dell’efficacia degli interventi.

“Ad oggi mancano elementi e indicatori utili in tal senso – ha detto Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. Occorre passare dalla cultura dei numeri  a una cultura della valutazione dell’utilità reale degli interventi e delle politiche. Perché non farlo mettendo in campo elementi, condivisi con le associazioni che operano nel sistema, che fungano da indicatori di efficacia?”. Particolare attenzione da parte dei sindacati e delle associazioni è rivolta all’implementazione delle misure sulla cronicità. “L’individuazione del soggetto a cui richiedere la prestazione o il servizio - afferma Gilardoni - deve essere un percorso chiaro, che garantisca al cittadino la libera scelta”.

Dal punto di vista del personale, denuncia la Cisl, il sistema sanitario lombardo presenta “una serie di criticità irrisolte: oltre 4.000 lavoratori precari, fuga dal lavoro turnistico, mancato rinnovo dei contratti (sanità privata ferma al 2007, quella pubblica al 2009), fuga dei giovani dalla formazione infermieristica, solo per citarne alcuni”.

“Se la riforma non ha creato disagi ai cittadini - ha detto  Franco Berardi, segretario generale della Fp Cisl Lombardia - lo dobbiamo alla dedizione e all’impegno delle persone che nella sanità lavorano. Se la Lombardia ha un sistema sanitario invidiato in tutto il mondo è merito del personale addetto”. “Occorre stanziare risorse per i lavoratori e per la stabilizzazione dei precari - ha aggiunto -. Armonizzare i sistemi retributivi dei dipendenti e incentivare i processi attraverso l’aumento della produttività regionale. Ed anche valorizzare il personale con risorse dedicate alla qualità e all’eccellenza”.

“Il disagio di tutti gli operatori del sistema è ormai sotto gli occhi di tutti - ha detto Danilo Mazzacane, segretario generale della Cisl Medici Lombardia -. La situazione attuale è quella di ospedali con un diminuito numero di posti letto (-26% nel 2013 rispetto al 1997), con la mancanza di strutture di cure intermedie atte a prendere in carico il paziente post-acuzie”. “Abbiamo ospedali in ginocchio - ha aggiunto - e un territorio che non è in grado di dispensare la sanità desiderata e necessaria”.

L’assessore Giulio Gallera ha quindi garantito che “il 2017 è l’anno in cui i cittadini toccheranno con mano il nuovo paradigma introdotto dalla legge di evoluzione del sistema sociosanitario lombardo che prevede il passaggio dalla cura al prendersi cura”.

Gallera si è detto “stupito” delle critiche e i dubbi espressi dalla Cisl Lombardia: “Una riforma seria e così rivoluzionaria come quella che abbiamo messo in campo non si realizza in poche settimane”, ha precisato l’assessore.

“La riforma la stiamo realizzando - ha spiegato l'assessore - abbiamo costruito tutte le condizioni per realizzare una vera presa in carico del paziente e a brevissimo i lombardi percepiranno concretamente i benefici della difficile e coraggiosa rivoluzione della sanità che abbiamo messo in campo. Negli ultimi 18 mesi abbiamo costruito tutto l’impianto della riforma approvando oltre 400 provvedimenti. Abbiamo creato le Aziende Socio Sanitarie Territoriali e le Agenzia di tutela del territorio. Ora stiamo facendo delle sperimentazioni con la creazione su tutto il territorio di Presidi Ospedalieri Territoriali (POT) dove verranno presi in carico i pazienti cronici”.

“Da settembre - ha sottolineato l’assessore- i pazienti cronici, che in Lombardia sono circa 3 milioni e mezzo, riceveranno una lettera da Regione a Lombardia in cui saranno indicati tutti i soggetti idonei alla loro presa in carico. Questo servirà a migliorare la loro vita, verranno aiutati a prenotare visite ed esami e sarà monitorato costantemente il loro stato di salute”.

“Questa riforma - ha spiegato ancora Gallera - nasce da un lavoro di condivisione con i principali attori sul territorio, a partire dalla nascita del Libro bianco che ha coinvolto associazioni, sindacati e i principali stakeholder. Anche la delibera della domanda, fulcro di tutta la riforma, è stata ampiamente discussa prima dell’approvazione, a fine gennaio scorso, con tutti gli attori e successivamente con le parti sociali e le associazioni di categoria. Come sempre da parte mia c’è la massima disponibilità al dialogo al fine di individuare le criticità e mettere in campo tutte le azioni necessarie con l’obiettivo di migliorare ancora di più la qualità della sanità lombarda, che è già una eccellenza, e offrire ai cittadini lombardi servizi sempre più efficienti e risposte sempre più precise e concrete”.

“Nel 2016 - ha concluso - abbiamo investito 5 miliardi e 600mila euro per assunzioni e stabilizzazione dei lavoratori. Purtroppo ci sono limiti imposti dal governo alle assunzioni e alle stabilizzazioni. Il Patto della Salute del 2014 prevede, infatti, che il costo del personale nel 2020 dovrà essere uguale a quello del 2004 ridotto dell’1,5%. Un taglio incredibile alla nostra capacità di assumere e di stabilizzare. Abbiamo aperto con il governo una interlocuzione per provare a scardinare questo meccanismo essendo la Lombardia una regione virtuosa. Non chiediamo più soldi, ma chiediamo che ci sia lasciata la facoltà di utilizzarli in maniera più appropriata anche tutela dei nostri lavoratori”.
 

07 marzo 2017
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