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Stadio 1 del tumore all’ovaio. Al Mario Negri il finanziamento della Roche

Proclamati i vincitori del concorso “Roche per la ricerca Scientifica indipendente”. Ad aggiudicarsi uno degli otto premi è stato il dipartimento di Oncologia dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri per una ricerca del tumore dell’ovaio allo stadio 1, una patologia rara e finora poco studiata. Ecco i risultati.

16 MAR - Tra gli otto vincitori della prima edizione del bando “Roche per la ricerca Scientifica indipendente” c’è il dipartimento di Oncologia dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Il riconoscimento è stato ottenuto grazie ad un progetto sullo studio del tumore dell’ovaio allo stadio 1. Questo particolare stadio rappresenta una patologia rara e, pertanto, poco studiata. I progressi scientifici ottenuti finora hanno contribuito solo marginalmente al miglioramento della sua prognosi e della cura.
Lo studio
“I risultati ottenuti fino ad ora dal nostro gruppo multidisciplinare – ha spiegato Sergio Marchini, ricercatore dell’Istituto Mario Negri che ha coordinato il team che ha individuato l’innovativo procedimento di classificazione e proponente del progetto - ci hanno permesso di individuare una firma molecolare dei tumori aggressivi, che consiste in un network di dieci geni e sedici microRna che si coordinano per peggiorare la prognosi. Non possiamo, dunque, più soffermarci sul ruolo del singolo gene o della singola proteina. Per far questo è sempre più necessario un lavoro di squadra e multidisciplinare, in cui figure professionali diverse - medico, chirurgo, anatomopatologo, biologo e biostatistico - collaborano e mettono insieme le proprie risorse, esperienze e professionalità per affrontare una sfida comune, che fino a pochi anni fa sembrava un traguardo irraggiungibile”.
 
Il progetto ha come presupposto i risultati della precedente collaborazione tra diverse istituzioni di ricerca - l’Istituto “Mario Negri”, l’Università di Padova, l’Università di Milano-Bicocca, gli Ospedali Civili di Brescia e la Città della Salute di Torino - che ha consentito di individuare, su un casistica unica di oltre 200 casi di biopsie congelate di pazienti con diagnosi di tumore dell’ovaio stadio 1 una firma molecolare integrata di geni e loro regolatori (miRNA), funzionalmente correlati tra di loro. Studi retrospettivi hanno dimostrato che questa firma molecolare (Integrated Signature Classifier, ISC) è uno strumento prognostico in grado di migliorare le capacità di predire il rischio che una paziente possa recidivare dopo intervento. Questa firma molecolare , rappresenta il primo passo per razionalizzare le scelte terapeutiche in pazienti con diagnosi di tumore dell’ovaio stadio 1.
 
Prospettive future
“Adesso – ha continuato Sergio Marchini - l'obiettivo è validare il test della firma molecolare su circa 400 pazienti per poterlo utilizzare ovunque e sapere fin dalla diagnosi, se il tumore è aggressivo, e quindi se si deve trattare con farmaci più potenti, o se è più benigno, per risparmiare chemioterapici dannosi per la fertilità”.
 
Soddisfatto dei risultati ottenuti dalla prima edizione di Roche per la Ricerca il Presidente e Amministratore Delegato Roche SpA, Maurizio de Cicco: “Speriamo che grazie al finanziamento possano emergere risultati importanti per il sistema salute". Sono state oltre 330 candidature ricevute, “una dimostrazione – ha concluso de Cicco – dell’attenzione e del gradimento riscosso da quest’iniziativa. I progetti vincitori, in particolare, hanno messo in luce eccellenze del territorio di cui tutti dobbiamo andare orgogliosi. Confidiamo che, anche grazie al nostro impegno, tali eccellenze potranno emergere e contribuire a trovare soluzioni innovative per la salute”.

16 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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