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Amianto. Gallera: “Regione Lombardia in prima linea. Atteso picco di malati tra 10-15 anni

L’assessore al Welfare è intervenuto a un convegno Cgil, Cisl e Uil sul tema. “C’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto sulle proprietà private, ma il 97% dei 205.000 siti censiti fino al 2017 non si è rivelato una minaccia per la salute”. Al momento, ha spiegato Gallera, le diagnosi di mesotelioma nella Regione sono state 5.476. “Ma questa patologia resta latente anche per 40 anni, per questo tra 10-15 anni potrebbe esserci il momento di picco”.

13 OTT - “Regione Lombardia è da tempo impegnata e in prima linea sul tema dell’amianto. Abbiamo messo in campo azioni importanti ed efficaci per affrontarlo, che vanno dalla mappatura dei siti, alla presa in carico dei pazienti affetti da mesotelioma”. Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, intervenendo al convegno unitario di Cgil, Cisl e Uil, ‘Amianto: problema irrisolto’, che si è svolto ieri a Milano.

“C’è ancora molto lavoro da fare - ha sottolineato l’assessore -, soprattutto per quanto riguarda la bonifica di manufatti che insistono su proprietà private (l’87,7%). Incoraggia però constatare che il 97% dei circa 205.000 siti censiti al 28 febbraio del 2017 è in ‘matrice compatta’, che non provoca cioè problemi di carattere sanitario”.   

“L’azione di Regione - ha aggiunto - punta in particolar modo a giungere a diagnosi tempestive e alla presa in carico delle persone affette da mesotelioma. Per questo dal 2000 è attivo il Centro operativo regionale (Cor), istituito presso la Clinica del Lavoro di Milano - Dipartimento di Medicina preventiva-Fondazione Irccs Policlinico e Università degli Studi di Milano, che mira all’identificazione di tutti i casi di mesotelioma incidenti nel territorio e all’analisi della storia dei soggetti ammalati. Dalla sua istituzione i casi ‘sospetti’ di mesotelioma segnalati sono stati 10.423. Per 5.476 è stata confermata la diagnosi che per 4.405 è stata di mesotelioma maligno. Sui casi confermati l’esposizione ad amianto è avvenuta in ambito professionale, per il 64.9%, di tipo familiare (convivenza con soggetti professionalmente esposti ad amianto) per l’1.9%, ambientale per il 3.4%, ed extra-lavorativa (legata ad attività svolte nel tempo libero) per il 2,3%”.

“Purtroppo questa patologia - ha concluso il titolare regionale della Sanità - resta latente anche per 40 anni, per questo si ritiene che tra 10-15 anni potrebbe esserci il momento di picco. Regione Lombardia però è in prima linea per affrontarlo con il proprio sistema sanitario e con una presa in carico personalizzata e più che mai dovuta a questi soggetti sfortunati, che si sono ammalati mentre svolgevano il proprio lavoro”.

13 ottobre 2017
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