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Lombardia. Maroni su autonomia: “A gennaio trattativa con il Governo sulle risorse”. E su Ema: “Con Gentiloni e Alfano a Bruxelles forse sarebbe finita diversamente”

Così il presidente della Regione delinea la tempistica della trattativa sull'autonomia avviata dalle Regioni Lombardia ed Emilia Romagna col Governo, parlando prima dell'avvio del tavolo milanese. E, tornando sull'assegnazione dell'Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam: "Resta il dubbio che fra la seconda e la terza votazione, quando c'era bisogno di essere lì e bastavano tre voti, con la presenza del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri, magari le cose sarebbe andata diversamente".  

21 NOV - Il Tavolo per l'Autonomia si è insediato anche a Milano, presenti il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, il presidente della Lombardia, Roberto Maroni e la delegazione dell'Emilia Romagna, ma senza il presidente Stefano Bonaccini.  "Qui - ha detto Maroni - si discute di istruzione, di grandi reti di trasporto, di coordinamento della finanza pubblica e di rapporti internazionali". 
 
"Oggi - ha proseguito - illustriamo le nostre posizioni, il Governo valuterà le richieste nel giro di due settimane e ci darà una risposta. A quel punto inizierà la trattativa vera e propria che mi auguro si concluda entro fine dicembre. A gennaio invece la trattativa sarà sulle risorse, da chiudere entro la fine di gennaio con un accordo che eviti la contaminazione della campagna elettorale". 
 
Tornando poi sull'assegnazione dell'Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam il governatore lombardo ha raccontato: "Paolo Gentiloni era molto arrabbiato per la scelta della Spagna nelle votazioni per l'assegnazione dell'Ema. Perché dice che la Spagna ha votato per Amsterdam: le rivalità, le ripicche prevalgono sulla strategia. Vorrà dire - ha commentato Maroni - che sosterremo più fortemente la Catalogna nella sua richiesta di autonomia e indipendenza. "Detto questo non faccio il tifo perché Amsterdam fallisca, anche se sarà difficilissimo che costruisca un palazzo in 18 mesi. Per Milano, il ruolo di capitale europea anche senza Ema resta".
 
"Io e Sala abbiamo fatto tutto per costruire un dossier fortemente competitivo. Resta il dubbio che fra la seconda e la terza votazione, quando c'era bisogno di essere lì e bastavano tre voti, se fosse stato lì tutto il governo, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, magari le cose sarebbe andata diversamente. Tutto si è giocato in quella mezz'ora - ha aggiunto-. C'era il sottosegretario Gozi, forse una presenza più autorevole avrebbe fatto la differenza, dico forse".  

21 novembre 2017
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