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Lombardia. “Rilancio sanità pubblica, abolizione superticket e taglio delle liste di attesa”. Ecco il programma sanità del M5S

E poi, riorganizzazione della rete ospedaliera e integrazione dei servizi sul territorio, riconoscimento dell'infermiere di territorio, rivedere il sistema di emergenza-urgenza e quello di accreditamento delle strutture private, puntare sulla medicinad di genere e prevedere integrazioni di servizi per le farmacie rurali. Questi, in sintesi, i principali punti di intervento proposti all'interno dell'articolato programma del candidato alla presidenza della Regione, Dario Violi. IL PROGRAMMA

18 FEB - "L’obiettivo che ci proponiamo è mantenere le persone in salute. La salute pubblica deve essere alla base delle politiche di governo. Il sistema di servizio della sanità è basato su criteri di remunerazione economica e di premialità parametrizzati sulla gestione della malattia e della sua cura. Questa visione è in crisi oggi perché sta richiedendo risorse sempre crescenti e non è più adeguata ai cambiamenti sociali e demogra ci che sono in atto da decenni.
La base di valutazione deve invece essere la Salute".
 
Questo il cambio di paradigma proposto dal M5S per la Regione Lombardia. Il MoVimento, che candida Dario Violi alla presidenza della Regione, ha presentato un articolato programma dove ampio spazio è stato riservato proprio alle proposte in tema di sanità. 
 
Ecco alcune delle principali proposte per un sanità a 5 stelle.
 
Centralità della salute. La salute pubblica deve essere alla base delle politiche di governo; questo implica che le decisioni di tutti gli assessorati regionali dovranno preventivamente valutare gli effetti dei loro provvedimenti sulla salute dei cittadini e prevedere quindi politiche comuni, da mettere a sistema, con l’obiettivo, ad esempio, di migliorare l’ecosistema, riducendo l’impatto di agenti inquinanti di aria, acqua e suolo.
 
Promozione della salute e prevenzione. L’educazione alla prevenzione è l’elemento strategicamente più importante della promozione della salute, che deve comunque costruire un contesto favorevole alla salute e rendere facili e convenienti le scelte salutari. Il sistema di servizio della sanità è basato su criteri di remunerazione economica e di premialità parametrizzati sulla gestione della malattia e della sua cura. Questa visione è in crisi oggi perché sta richiedendo risorse sempre crescenti e non è più adeguata ai cambiamenti sociali e demogra ci che sono in atto da decenni. La base di valutazione deve invece essere la Salute. 
 
Accesso ai servizi sanitari. Potenziare la cultura del buon uso dei servizi sanitari: facilitare l’accesso di tutti i cittadini ad informazioni esaustive e comprensibili riguardo i servizi sanitari e sociosanitari.
 
Vaccini e screening. Realizzare campagne informative su screening e vaccinazioni basate sulla corretta informazione e sulle prove scientifiche, al  fine di rendere le istituzioni sanitarie autorevoli e leali nei confronti del cittadino e non autoritarie e impositive. Garantire un corretto consenso informato, che deve essere consapevole, ovvero preceduto da una adeguata informativa riguardo alle caratteristiche, ai rischi e alle  finalità dell’intervento. Il consenso potrà essere ritirato in qualsiasi momento.
Estendere gli screening anche ai disagi psicologici che possano degenerare e non solo ai fattori fisici.
 
Revisione della governance. Potenziare il settore pubblico della sanità rafforzando il suo obiettivo di servizio al cittadino, aumentando la sua proporzione rispetto al privato accreditato. Dopo anni di politica lombarda e di riforme sanitarie orientate chiaramente a far entrare in modo massiccio i privati nel nostro sistema sanitario, cosa che ha aperto stagioni politiche tte di scandali e arresti, il nostro obiettivo è quello di riportare al centro del sistema il pubblico. E’ quindi necessario rivedere le regole di accreditamento delle strutture private, evitando sovrapposizioni e scomparsa di servizi già esistenti nel pubblico. È inoltre indispensabile privilegiare gli investimenti nel pubblico e mettere in atto dei controlli costanti per evitare qualsiasi tipo di in ltrazione e corruzione.
 
Assessorato al welfare.  Le politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie devono afferire ad un unico assessorato rendendo trasversali gli interventi e rimettendo al centro la persona nel suo complesso e non solo i suoi singoli bisogni, per garantire una maggior efficienza ed efficacia delle azioni.
 
Rete ospedaliera. Organizzazione della rete ospedaliera e integrazione dei servizi sul territorio: sarà garantita la possibilità di trovare risposte adeguate sia per patologie complesse che richiedono un’alta specialità, sia per patologie meno complesse che richiedono però una risposta di prossimità. È quindi opportuno dare dignità sia ai grandi ospedali che alla capillare rete sanitaria territoriale, fornendo ad entrambi le risorse umane, strumentali ed economiche necessarie a provvedere ad un servizio adeguato alle proprie competenze.
 
Medico di medicina generale, di continuità assistenziale e pediatri di libera scelta. Il Medico di famiglia (MMG) e i Pediatri di libera scelta (PLS) continueranno ad avere un ruolo preponderante per la medicina territoriale. Si favoriranno gli strumenti di comunicazione tra tutti gli operatori sanitari del territorio e quelli ospedalieri, per ottimizzare i processi di cura per i pazienti. La personalizzazione del servizio sarà il principio guida: MMG e PLS avranno un ruolo fondamentale non solo per la cura del paziente, ma anche per promuoverne la salute.
 
A causa dell’aumento delle patologie croniche e delle fragilità è necessario creare una rete interdisciplinare e interprofessionale tra territorio e ospedale, affinché in ospedale arrivino le solo acuzie non trattabili a domicilio. Gli specialisti ambulatoriali, attualmente in capo alle ASST, dovranno avere un ruolo di interconnessione tra il territorio e l’ospedale. Il MMG e lo specialista ambulatoriale lavoreranno in rete e collaboreranno per ridurre i ricoveri prevenibili e gli accessi impropri in PS. È necessario anche attivare azioni opportune a rivalutare la gura e l’esperienza dei medici di continuità assistenziale secondo quanto dettato dalle direttive europee.
 
Infermiere di territorio ( o di famiglia). I nuovi scenari sanitari stanno ridisegnando nuove esigenze del cittadino e dell’intera comunità: sempre più si vuole evitare ricoveri ospedalieri a vantaggio di prestazioni effettuate a domicilio. Proponiamo il pieno riconoscimento della professione infermieristica come gura di riferimento per lo sviluppo e il potenziamento dei servizi territoriali di assistenza domiciliare, al  fine di salvaguardare lo stato di salute dei cittadini. Questa figura deve essere inserita all’interno di poliambulatori distrettuali che, con adeguata turnazione del personale, forniscano un servizio H24.
 
Formazione personale. Possibilità di integrare il numero dei medici specializzandi, in accordo con gli atenei della regione, per garantire la copertura del fabbisogno professionale del sistema sanitario regionale e del turn over, nel rispetto dei requisiti ssati a livello nazionale, anche attraverso il nanziamento diretto dei contratti di formazione lavoro.
 
Ticket. L’obiettivo che ci poniamo è abolire il superticket per la parte di competenza regionale e rimodulare i ticket in base al reddito, ferme restando le attuali esenzioni, relativamente alla prestazione eseguita.
 
Liste d’attesa. È necessario garantire il rispetto dei tempi indicati sulla ricetta per visite ed esami, verificando l’appropriatezza delle prescrizioni e l’effettiva urgenza indicata dal medico di base. Bisogna innanzitutto che gli utenti abbiano come unico interlocutore un Centro regionale di prenotazione che abbia accesso a tutte le agende delle strutture pubbliche e private accreditate per efficientare il sistema di prenotazione e renderlo trasparente. L’attività di intramoenia deve essere strettamente regolamentata e controllata da parte del sistema di controllo regionale in modo da evitare che venga esercitata in orari in cui i medici dovrebbero visitare con il SSN e che non sia l’unica alternativa per avere visite in tempi brevi.
 
Emergenza-urgenza. Rivedere completamente il sistema di soccorso effettuato con le ambulanze, garantendo ai cittadini e ai volontari delle Croci la compresenza sulle ambulanze di almeno un infermiere o di un medico. Rendere incompatibile la possibilità di fare volontariato nelle Croci da parte di personale dipendente delle stesse Croci.
 
Accreditamento delle strutture sanitarie private. Rivedere le regole di accreditamento di tutte le strutture private, richiedendo che le prestazioni offerte siano uguali, in termini di completezza, a quelle delle strutture pubbliche e che non vadano a sovrapporsi o a sostituire servizi che vengono già offerti da strutture pubbliche dello stesso territorio. L’accreditamento potrà avvenire solo dopo verfica delle condizioni lavorative dei dipendenti di tali strutture che dovranno essere analoghe a quelle del pubblico.
Non potranno essere accreditati nuovi posti letto e servizi quali: esami, visite specialistiche a privati se nei 24 mesi precedenti è stato dismesso il medesimo servizio da una struttura pubblica dello stesso territorio.
 
Gestione della cronicità. Adottare un modello che valorizzi la medicina e l’assistenza territoriale, organizzando, in collaborazione con i centri territoriali (piccoli ospedali), un sistema di assistenza coordinato in rete di presa in carico del paziente fra il medico di medicina generale, lo specialista, l’infermiere di territorio, che dovranno tenere aggiornato in tempo reale il fascicolo sanitario elettronico del paziente. I servizi ospedalieri si devono integrare in funzione dei bisogni del paziente. Gradualmente si implementeranno iniziative per arrivare alla personalizzazione della cura e misure specifiche per premiare i pazienti che adottino comportamenti di vita e cura utili al miglioramento della propria salute. Implementare la telemedicina per garantire efficaci monitoraggi o esami diagnostici a distanza, evitando anche allungamenti dei tempi d’attesa. Garantire un’adeguata assistenza psicologica ai pazienti cronici e ai loro familiari.
 
Integrazione dei LEA.  Valutare attentamente la possibilità di allargare ulteriormente i servizi offerti in SSR ( aggiungendo ad esempio la bromialgia), prevedendo la costituzione di un apposito Tavolo di lavoro a cui partecipino, a titolo gratuito, specialisti e Associazioni.
 
Medicine complementari. Recepire a livello regionale l’accordo Stato-Regioni del 2013 che permetterà un percorso di qualità per la formazione dei medici che esercitano in Lombardia agopuntura, toterapia, omeopatia e altre terapie con farmaci in diluizione, dei medici veterinari e dei farmacisti impegnati nel settore.
 
Medicina di genere. Personalizzare la cura a seconda del sesso del paziente, per quanto riguarda la prevenzione, l’insorgere, il percorso e le terapie di ogni singola patologia. La finalità è quella di garantire a qualsiasi uomo o donna il miglior trattamento possibile considerato il fatto che la letteratura scientifica dimostra che tra i due sessi vi è una differenza di risposta di fronte a diverse malattie. Prevedere azioni speci che dedicate alla prevenzione di patologie fisiche e psicologiche femminili come ad esempio la depressione post-partum.
 
Apertura di nidi e micronidi nei grandi ospedali. Al fine di supportare gli operatori soprattutto turnisti e donne con gli piccoli, prevedere l’apertura di asili nido e micronidi almeno nei grossi centri di cura, prevedendo orari elastici e rispondenti alle esigenze lavorative dei loro genitori; nei grandi reparti pediatrici per lungodegenze prevedere lo stesso servizio per i piccoli pazienti.

Testamento biologico. Approntare un apposito registro regionale per raccogliere e rendere noto a chi di diritto le Dichiarazioni anticipate di trattamento redatte dai cittadini.

Farmacie. Prevedere opportune integrazioni di servizi per le Farmacie rurali, qualora manchino servizi sanitari nel territorio circostante.

18 febbraio 2018
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