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Lecco. Lo screening per la fibrillazione atriale si fa in farmacia (e funziona)

Nel corso di 2 mesi 20 team di farmacisti, opportunamente formati, hanno arruolato circa 300 pazienti tra le persone oltre i 70 anni che si presentavano in farmacia sottoponendoli a un breve elettrocardiogramma che veniva successivamente inviato a cardiologo. Nove pazienti erano affetti dall’aritmia; 3 dei quali non diagnosticati. Lo studio pubblicato su European Geriatric Medicine.

27 FEB - Un’altra prestazione si candida a entrare nella potenziale offerta della farmacia dei servizi: lo screening per la fibrillazione atriale.

Un studio pilota, pubblicato da European Geriatric Medicine, condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri (Dipartimenti di Ricerche Cardiovascolari e di Neuroscienze), dal Dipartimento di scienze del farmaco dell’Università degli Studi di Milano e dall’associazione dei giovani farmacisti di Lecco mostra infatti la sua piena fattibilità.

Lo studio si è svolto nell’arco di 2 mesi, durante i quali 20 team di farmacisti, opportunamente formati, hanno arruolato circa 300 pazienti consecutivi tra le persone oltre i 70 anni che si presentavano in farmacia per qualsiasi ragione. I farmacisti hanno raccolto i dati demografici di chi accettava di partecipare allo studio, eventuali precedenti di fibrillazione atriale, i dati sulle terapie in essere e hanno controllato la pressione arteriosa A ciascuno dei pazienti (in totale 289) è stato praticato un elettrocardiogramma a singola derivazione, della durata di 30 secondi, la cui registrazione è stata trasmessa al cardiologo. L’esame è stato effettuato con un dispositivo compatto, dotato di collegamento GPRS e quindi estremante flessibile dal punto di vista della connettività.
 
I risultati ottenuti sono in linea con quelli emersi in altri studi dedicati allo screening in farmacia: sono infatti stati identificati 9 pazienti affetti da fibrillazione atriale, pari al 3,9%, 3 dei quali non diagnosticati (1,3%).

“L’esperienza è stata breve ma ha confermato la fattibilità dello screening e la sua accettazione da parte dei farmacisti di comunità”, hanno scritto gli autori. “Tutti i partecipanti hanno dichiarato che il test si inserisce nella pratica professionale quotidiana senza difficoltà, anche se 14 su 20 lo hanno giudicato impegnativo”.

Ora si apre la strada a uno studio prospettico più numeroso, che possa portare all’integrazione tra i centri cardiologici del territorio e la rete della farmacie di comunità e, di conseguenza, all’inserimento dello screening per la fibrillazione atriale tra le prestazioni professionali offerte routinariamente.

27 febbraio 2018
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