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Rette Rsa. Deduzioni fiscali fino al 58%. Cgil, Cisl e Uil: “Evitato grave danno economico per le famiglie”

Ad annunciare la rideterminazione della quota l’assessore Gallera. La proposta sarà ora formalizzata in Giunta. Per Cgil, Cisl, Uil e Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil della Lombardia si introduce “un sistema più trasparente di classificazione dei costi” e si permette alle famiglie di “sapere sin da subito quanta parte del costo sostenuto potrà essere recuperato fiscalmente”.

21 FEB - La deducibilità fiscale delle rette sostenute per la permanenza nelle strutture socio sanitarie residenziali della Lombardia sarà possibile fino al 58% delle spese sostenute. Una quota nettamente superiore rispetto a quanto Regione Lombardia sarebbe costretta ad attuare seguendo una letterale applicazione della normativa nazionale. Lo conferma l'Assessore al Welfare Lombardia Giulio Gallera, che presenterà nei prossimi giorni un provvedimento specifico in Giunta, che andrà a declinare in modo specifico quanto definito dal comma 6.10.4 della Delibera 1046 del 17 dicembre 2018 sulla "gestione del servizio socio sanitario regionale.

“Le determinazioni precedenti in materia di deducibilità fiscale delle rette delle RSA – spiega la Regione Lombardia in una nota - erano state disposte attraverso la Delibera della Giunta regionale 26316 del 1997 e si basavano sulle Linee Guida del Ministero della Salute 1/1994, le quali contemplavano una metodologia forfettaria di conteggio degli oneri socio sanitari rispetto a quelli di carattere alberghiero (vitto e alloggio). Successivamente, però, due Decreti del Presidente del Consiglio del Consiglio dei Ministri (del novembre 2001 e aprile 2004), specificati e chiariti con una nota del Ministero della Salute del 2014, intervenivano sulla materia considerando superata la precedente ripartizione delle spese da condurre a deducibilità”.
 
“Purtroppo, in conseguenza a questi ripetuti dettati normativi, anche Regione Lombardia - spiega l'assessore Gallera - è stata richiamata ad allineare il proprio sistema delle detrazioni in modo perentorio”.

“Al fine di ridurre l'impatto normativo derivante dai provvedimenti nazionali sulle famiglie e sugli ospiti delle RSA”è stata dunque attivata “una task force specifica della Direzione Generale, arrivando all'elaborazione di una nuova proposta meno penalizzante”. “L'ambito delle spese certificate e indicate come detraibili - spiega Gallera - pur essere esteso all'assistenza infermieristica riabilitativa e all'operato di terapisti, educatori ed animatori. Un'azione, questa, intesa quale beneficio alla persona e, di conseguenza, valorizzata anche in termini fiscali”.

“Abbiamo deciso di intervenire in modo concreto su questa delicata materia - conclude l'assessore Gallera - considerando l'impegno finanziario degli ospiti delle RSA e delle loro famiglie sulle quali spesso ricade una quota consistente del pagamento delle rette. Il sostegno alle fragilità, in termini socio assistenziali ed economici, rimane una priorità mia e dell'azione regionale”.

La proposta è stata intanto presentata ai sindacati. “La soluzione è stata costruita sulla base dei dati contenuti nelle “Schede Struttura” di 686 RSA del territorio lombardo e in applicazione della circolare della Agenzia delle Entrate del 2017 in materia. Con tale metodologia si applica anche un sistema più trasparente di classificazione dei costi e di più semplice lettura per le famiglie, che in tal modo sapranno sin da subito quanta parte del costo sostenuto potrà essere recuperato fiscalmente”, commentano Cgil, Cisl, Uil e Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil della Lombardia.

“Auspichiamo – proseguono i sindacati - che le strutture residenziali, in virtù di tale metodo, possano dare una comunicazione più trasparente alle famiglie in merito al costo sostenuto, indentificando chiaramente il valore della retta e la relativa quota di vantaggio fiscale”.

Per il sindacati “il percorso di confronto svolto ha consentito quindi di mitigare il possibile grave danno economico che rischiava di prodursi da una letterale applicazione della norma approvata nel dicembre scorso (DGR 1046 del 17 dicembre 2018). Abbiamo inoltre costruito le basi per monitorare ed aggiornare questo provvedimento, e per consentirne ulteriori evoluzioni, anche in considerazione del sempre crescente carico sanitario e della complessità assistenziale degli ospiti delle strutture”.

21 febbraio 2019
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