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Cure psichiatriche negli adolescenti. Studio europeo Milestone. Ottimizzare qualità e continuità dell’assistenza

Indispensabile sviluppare nuovi modelli assistenziali per i giovani pazienti che transitano dai servizi di salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza a quelli per l’età adulta. I risultati del progetto saranno discussi l’11 e il 12 aprile a Brescia nel corso di Convegno promosso dall’Irccs Fatebenefratelli di Brescia in collaborazione con la regione Lombardia

10 APR - Molti, troppi adolescenti con problemi psichici o comportamentali non sono più seguiti durante l’adolescenza, e quando ritrovano una possibilità assistenziale è troppo tardi. È un problema con cui i servizi di salute mentale in tutti i paesi europei devono fare i conti.
Otto Paesi europei hanno quindi puntato sul progetto europeo Milestone, in fase di conclusione proprio per colmare questo vuoto e sviluppare nuovi modelli assistenziali per i giovani pazienti che transitano dai servizi di salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza (Uonpia) a quelli per l’età adulta (Dsm).
 
Le conclusioni del progetto saranno discusse per la prima volta nel corso del convegno “Continuità delle cure dall’adolescenza all’età adulta nei servizi di salute mentale”, promosso dall’Irccs Fatebenefratelli di Brescia in collaborazione con la regione Lombardia, che si terrà l’11 e il 12 aprile a Brescia, presso il Centro Paolo VI.
 
Al progetto europeo hanno partecipato Belgio, Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Regno Unito. Obiettivo: a risolvere la discontinuità tra Uonpia e Dsm. “Cuore” del progetto è lo studio sperimentale Milestone, coordinato in Italia da Giovanni de Girolamo dell’Irccs Fatebenefratelli Brescia, che ha coinvolto una coorte di circa mille giovani in età di transizione (ossia di 17 anni e mezzo circa), 900 familiari e i clinici di riferimento appartenenti alle Uonpia ed ai Dsm.
Tutti i giovani sono stati seguiti ad intervalli regolari per oltre due anni dal team di ricerca (la raccolta dati si è conclusa a gennaio 2019). In particolare il centro italiano, coordinato dal Fatebenefratelli di Brescia, ha reclutato il maggior numero di partecipanti allo studio sperimentale: 223 giovani sui circa mille totali. In Italia hanno preso parte al progetto 11 servizi di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, ed altrettanti Dsm.
 
Il campione è rappresentato per la stragrande maggioranza da pazienti seguiti presso ambulatori delle Uonpia, di cui il 39% maschi, e, al momento del reclutamento, con un’età media di 17 anni e mezzo; 2 giovani su 3 vivevano con entrambi i genitori (biologici o in famiglie ricostituite), mentre nel 24% appartenevano a famiglie mono-genitoriali.
 
I giovani erano in carico ai servizi prevalentemente per disturbi d’ansia (24%) o dell’umore (31%), disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività - Adhd (21%) e disturbi dello spettro autistico (Asd) (15%). Nel caso del campione italiano i disturbi d’ansia prevalgono (23%) rispetto quelli dell’umore (17%) e più numerosi, rispetto ai casi di Adhd e Asd riscontrati nel campione internazionale, sono anche i disturbi del comportamento alimentare (11%) ed i disturbi psicotici (8%).
 
Un dato interessante emerge osservando i tassi relativi ai tentativi di suicidio nel corso della vita: se nel Regno Unito la percentuale di giovani in trattamento che hanno tentato il suicidio almeno una volta raggiunge ben il 44% del campione, seguita da Olanda, Irlanda, Germania e Belgio (tra il 35 e 25 %), nel caso dei paesi mediterranei (Francia, Croazia e Italia) i tassi scendono sotto il 20%, con l’Italia che registra il tasso più basso tra tutti gli 8 paesi partecipanti (12.5%).
 
Osservando invece i dati relativi al sottocampione dei pazienti con una diagnosi clinica di depressione, emerge che il 57% di costoro ha un genitore che nella vita ha sofferto o tuttora soffre di un disturbo mentale, contro il 15% dei giovani che non hanno un disturbo depressivo.
 
Milestone ha poi studiato la transizione tra le Uonpia ai Dsm testando se l’impiego di uno strumento di supporto decisionale per il clinico – chiamato Transition Readiness and Appropriateness Measure (Tram) - migliori la pianificazione e gli esiti di questo delicato passaggio. Tale verifica viene effettuata confrontando gli esiti clinici dei giovani che sono entrati nel braccio ‘sperimentale’ ed il cui team di ricerca ha effettuato una valutazione con il Tram, con gli esiti di giovani seguiti da servizi che non impiegano questa procedura in qualche modo standardizzata, che prevede quindi una attenta valutazione da parte del team di ‘partenza’ (della Uonpia) e di ‘arrivo’ (il team del Dsm). I risultati relativi all’uso dello strumento Tram saranno presentati per la prima volta durante il convegno.
 
La “mappatura” delle Uonpia. Nell’ambito dei risultati delle altre attività del progetto è stato poi condotto per la prima volta in assoluto una ‘mappatura’ delle Uonpia nei 28 paesi europei pubblicata su Lancet Psychiatry (Signorini et al., 2017) e su European Child and Adolescent Psychiatry (Signorini et al 2018). Il team di ricerca italiano ha studiato organizzazione, caratteristiche e funzionamento delle Uonpia e la loro interfaccia con i servizi per l’età adulta. Alcune le criticità emerse: ad esempio, solo 2 Paesi tra i 28 coinvolti hanno dichiarato si possedere a livello ufficiale e nazionale dei protocolli d’intesa tra differenti tipi di servizi di salute mentale per regolamentare e garantire la continuità delle cure. Sono state inoltre messe in luce le differenze tra i diversi Paesi in termini di attività, accessi dell’utenza, distribuzione e risorse. Differenze, che spesso, non rispecchiano i diversi bisogni assistenziali all’interno della popolazione d’interesse, ovvero i giovani in età di transizione, ed impongono una attenta riorganizzazione dei servizi di salute mentale in tutta Europa, al fine di pianificare e realizzare modelli di cura più centrati sulla persona.
 
Da sottolineare infine che una percentuale compresa tra l’1,5% ed il 3% della popolazione in età infantile ed adolescenziale è in contatto, nei 28 paesi europei, con un servizio di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza: se si considera l’impatto che i disturbi psichici e comportamentali possono avere sulla traiettoria fisiologica dello sviluppo in persone giovani, si capisce bene perché sia essenziale ottimizzare la qualità delle cure in questa fase della vita.

10 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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