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Non autosufficienza e Rsa. Calano i posti letto. Il nuovo report di Fnp Cisl Lombardia

Le strutture sono inoltre costose e le liste di attesa linghe. Le tariffe  variano da  da un minimo di 52,66 euro nell’Ats Brescia ad un massimo di 92,85 euro nell’Ats Città Metropolitana di Milano. In totale la spesa sostenuta nel 2018 da una persona ricoverata in una Rsa lombarda e/o dai suoi familiari, è stata di almeno 22mila euro. Didonè: “Serve un quadro uniforme, serve una legge. Va aumentata la quota coperta dal Fondo sanitario regionale”.

11 GIU - Le strutture per gli anziani malati gravi sono costose e hanno una lunga lista di attesa. Rette e servizi sono eterogenei di provincia in provincia. I posti letto con una compartecipazione pubblica della spesa sono diminuiti e sono aumentati i posti con rette a totale carico delle famiglie. Eppure in Lombardia, sono circa 367mila le persone con più di 65 anni con limitazioni funzionali che necessitano di cure e assistenza, pari al 3,65% della popolazione totale.
 
È quanto emerso dal Report “Non autosufficienza e Rsa 2018” a cura del  Dipartimento  Welfare Fnp  Cisl Lombardia, presentato a Borgo  Priolo  (Pv),in occasione  del  Consiglio  Generale  regionale  del  sindacato.
Le Rsa monitorate, a dicembre 2018, dall’Osservatorio regionale della Fnp Cisl Lombardia sono state complessivamente688, tredici in più rispetto al 2017. La variazione deriva dall’apertura di nuove Rsa nei territori di Ats Brianza, Insubria, Milano, Montagna, Pavia e Valpadana.
 
I numeri.In Lombardia, sono circa 367mila  le persone con più di 65 anni con limitazioni funzionali che necessitano di cure e assistenza, pari al 3,65% della popolazione totale. Al 2018, i posti letto disponibili nelle Rsa lombarde, cioè i posti letto autorizzati, sono 63.480. Rispetto all’anno prima, si sono persi 311 posti letto. Calano soprattutto i posti letto contrattualizzati, quelli riconosciuti da Regione Lombardia tramite regolare contratto e finanziati, in parte, dal Fondo Sanitario Regionale: sono 57.700, ben 804 in meno rispetto al 2017.
 
Le rette dei posti letto contrattualizzati sono le più vantaggiose per le famiglie: la Regione, infatti, contribuisce in parte alla spesa, corrispondendo una cifra variabile a seconda del servizio offerto. Per riequilibrare la domanda, molte Rsa hanno ritenuto utile aumentare l’offerta proponendo i posti letto solventi, a totale carico dell’utente. I posti letto solventi sono aumentati, nel 2018, di 1167 unità, arrivando al totale di 5.350. Si tratta di un’ulteriore opzione per gli anziani che non dovessero trovare posto in altro modo nelle Rsa: i posti letto solventi, però, sono i più onerosi per le famiglie perché completamente a loro carico.
 
“Serve una legge quadro sulla non autosufficienza – ha dichiarato Emilio Didoné, segretario generale Fnp Cisl Lombardia – perché la popolazione invecchia e il numero delle persone non autosufficienti aumentano anno per anno, perché ci saranno meno figli ad accudire i genitori che avranno stipendi e pensioni più basse. Occorre aumentare la quota coperta dal Fondo Sanitario Regionale con una tassa di scopo. Tutti diventeremo più vecchi e più cronici, tutti abbiamo il diritto di vivere e morire dignitosamente”.
 
Per Giuseppe Redaelli, curatore del rapporto nel Dipartimento Welfare Fnp Cisl Lombardia insieme a Pietro Cantoni, “il settore della non autosufficienza in Italia soffre in maniera cronica di una frammentazione su più livelli: diversi sono i soggetti istituzionali in capo ai quali sono queste politiche, diverse sono anche le risposte messe in campo dagli attori di policy. Persino il bisogno e le condizioni dell’utente sono misurati con scale differenti”.
 
È necessaria, aggiunge quindi Didonè “una razionalizzazione dell’intero sistema socio sanitario, con una legge nazionale quadro e fonti di finanziamento certi, come da tempo sostengono i sindacati nazionali confederali dei pensionati. La quota sanitaria che Regione Lombardia paga per i posti letto a contratto delle Rsa è inferiore a quanto previsto dalla legislazione vigente e inadeguata al livello di assistenza sanitaria che viene fornito nelle strutture Rsa. Andrebbe quindi incrementata la quota coperta dal Fondo Sanitario Regionale. La sfida della non autosufficienza ha tutte le premesse per diventare una vera bomba sociale – ha aggiunto – l’aspettativa di vita cresce in Italia, ma aumentano gli anziani malati e malati gravi. Se guardiamo al futuro, sappiamo che le generazioni prossime saranno composte da un numero sempre minore di figli, con stipendi più bassi. Come potranno queste famiglie, da sole, a farsi carico dei loro anziani?”.
 
Rsa: il costo per le famiglie. In assenza di vincoli normativi, le tariffe possono variare anche di molto nelle Rsa lombarde. La differenza va da un minimo di 52,66 euro nell’ATS Brescia ad un massimo di 92,85 euro nell’ATS Città Metropolitana di Milano. Secondo una stima a cura di Fnp Cisl Lombardia, la spesa sostenuta nell’anno 2018 da una persona ricoverata in una Rsa lombarda e/o dai suoi familiari, è stata di almeno 22.000 euro. Questo è il risultato che emerge moltiplicando la retta media minima giornaliera nella nostra regione (60,31 €) per 365 giorni. Se si moltiplica questa somma per il totale dei posti letto autorizzati (63.480), la spesa complessiva ammonta ad almeno 1,4 miliardi di euro. A questa cifra compartecipano anche i Comuni lombardi, per una quota che è stato possibile determinare.
 
Oltre alle rette, le liste di attesa sono un problema notevole per le famiglie.Secondo il rapporto, tre Ats hanno una media oltre le 150 persone in attesa (Brescia, Bergamo, Brianza), due oltre 100 (Montagna, Milano) e le altre tre Ats meno di 100 persone (Insubria, Pavia, Valpadana).
 
Spesa per la non autosufficienza. In Lombardia, gli assistenti familiari, le comuni “badanti” , regolarmente assunti sono 59.305, mentre gli irregolari 88.958, per un totale di 148.263. Considerando un costo alle famiglie pari a circa 15mila euro lordi all’anno, il costo complessivo delle famiglie per tale comparto sarebbe pari a circa 2,2 miliardi di euro. Possiamo quindi stimare che, complessivamente, le famiglie in Lombardia spendono ogni anno per l’assistenza dei propri familiari a domicilio con assistenti familiari (2,2 mld/ euro) e ricoverati (più di 1,4 mld/ euro) in Rsa complessivamente circa 3,6 mld/ euro.

11 giugno 2019
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