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FarmacistaPiù/2. Il rinascimento della professione tra criticità e nuove chance

C’è la necessità di instaurare una nuova governance e il ruolo del farmacista non può limitarsi all’atto della dispensazione, ma deve farsi portatore di nuove competenze. Tanti gli strumenti, a partire dalla farmacia dei servizi e alla necessità di individuare un nuovo modello di remunerazione. 

04 OTT - È un cammino con molti ostacoli da superare quello del  rinascimento della professione. A partire dalla previsione a tinte fosche sulla spesa convenzionata: secondo i dati di Iqvia entro il 2024 si stima una perdita di altri 3 mld in spesa convenzionata qualora venissero introdotte alcune misure. Ma sono tante le carte da giocare, a partire dalla farmacia dei servizi per arrivare a un nuovo modello di remunerazione.
 
Questi i temi affrontati nella sessione dedicata al “Rinascimento della professione: Competenze, funzioni, ruolo, occupazione, remunerazione, utilità sociale, riconoscimento istituzionale” organizzata nell’ambito di FarmacistaPiù a Milano.
 
“Stiamo cercando di costruire un mosaico di considerazioni e di proposte che nel loro insieme verranno presentate al decisore politico – ha detto Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente della Fondazione Cannavò – ma oggi tenteremo insieme di proporre una nuova governance che riteniamo essere necessaria. Abbiamo un problema fondamentale: tenere in equilibrio la domanda di salute con i costi determinati da  questa domanda che, per altro, è in progressivo aumento questo succede per un maggiore livello di consapevolezza e le variabili demografiche e i costi dell’innovazione incidono di più sulla spesa. Le prestazioni devono essere necessarie, appropriate, efficaci, efficienti, economiche ed etiche. Abbiamo un decremento progressivo del finanziamento del fondo finanziario del Ssn rapportato al Pil e, al contempo, stiamo assistendo ad un preoccupante decremento del Pil”.
 
In questo quadro, ancora di più preoccupa il peso della spesa farmaceutica: secondo i dati snocciolati dal Presidente della Fondazione Cannavò, la spesa farmaceutica convenzionata è sottotetto (di circa 800 milioni) mentre quella della farmacia ospedaliera è fuori tetto (di circa 2 miliardi e 2). La spesa farmaceutica va di pari passo con le variabili demografiche: aumenta l’aspettativa di vita, si nasce di meno e si vive di più, viviamo in un’epoca in cui la medicina cura di più, ma guarisce di meno e cronicizza le patologie. L’Aifa, in merito all’assorbimento delle risorse per fascia età ha evidenziato che i costi delle cronicità assorbono il 75% del fondo sanitario nazionale e il costo sanitario medio di un anziano cronico è pari a 4 volte quello pro-capite medio. Il 62,5% della spesa è assorbito da over 65. A questo si va ad aggiunge un problema di aderenza terapeutica che viene riscontrato nel 50% dei casi, con picchi del 70% nelle persone più anziane.
 
Alla luce di questo scenario, in attesa che il Pil torni a crescere ha concluso Lettieri: “Abbiamo la necessità di instaurare una nuova governance. Il ruolo della farmacia e del farmacista non può limitarsi all’atto della dispensazione, ma deve farsi portatore di nuove competenze”.
 
E la farmacia dei servizi è una delle atout nelle mani dei farmacisti. “Finalmente disegniamo la farmacia dei servizi secondo le aspettative dei farmacisti e anche sui  bisogni del cittadino”.  Così Gianni Petrosillo, Presidente Federfarma Bergamo che ha spiegato le tappe salienti della nuova opportunità di cambiamento dei farmacisti.
 
“Il D.lgs 153 sul riconoscimento delle farmacie aveva un difetto – ha detto – ,aveva un meccanismo di blocco dell’invarianza di spesa. Ora questo è cambiato con la legge di bilancio del 2018 e il riparto da 36 milioni per le 9 Regioni - Lazio, Piemonte, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Umbria e Campania - che hanno avvieranno la sperimentazione di prestazioni e funzioni assistenziali erogate dalle farmacie con oneri a carico del Ssn. È stato costituito un gruppo di lavoro e in tre mesi e mezzo siamo riusciti a concludere il lavoro. Siamo partiti con la definizione dei criteri di remunerazione della sperimentazione individuando ad esempio i fattori produttivi di costo, i risultati di beneficio per i pazienti e il risparmio per il Ssn e i servizi che il farmacista sarà chiamato e dispensare dalla  ricognizione della terapia farmacologica al monitoraggio dell’aderenza alla terapia per ipertensione diabete Bpco con verifiche a sei mesi se ci saranno miglioramento. A ancora, il fascicolo sanitario elettronico e la telemedicina vista come soluzione nelle aree disagiate diventeranno uno strumento strategico.  A questo si aggiunge l’attività di screening del sangue occulto nelle feci per la prevenzione del tumore al colon retto”.
Manca solo l’ultimo miglio: il provvedimento è infatti pronto e il prossimo e decisivo passo sarà  la sua approvazione in Conferenza Stato Regioni.  E naturalmente ci dovranno essere degli accordi quadro sulla remunerazione con le associazioni, l’adesione delle farmacie, una formazione ad hoc e una modalità di arruolamento dei pazienti.
 
Ha puntato i riflettori sulla sostenibilità dei costi Americo Cicchetti Direttore di Altems: “Già nel 2017 c’era, da parte del farmacista, una grande aspettativa nei confronti del concetto di farmacia di servizi. Oggi la vera sfida è capire se questo modello è sostenibile per il Ssn. Per calcolare questo dobbiamo inevitabilmente tenere conto della enorme varietà che contraddistingue le regioni italiane: non sempre vi è equilibrio tra spesa e servizi erogati e non tutte le regioni riescono a garantire gli stessi Lea. I driver di cambiamento purtroppo non vanno nella direzione della sostenibilità, dal fattore demografico all’epidemiologia fino al progredire dell’innovazione delle tecnologie sanitarie. Unico fattore positivo è la digitalizzazione. In quest’ottica quindi il farmacista dovrà avere capacità di programmazione e integrazione con altre figure professionali”.
 
Nell’analizzare la sostenibilità del sistema, Altems valutato l’impatto economico dei servizi con un budget impact model che permette di valutare l’effetto economico globale sul Ssn e sulla società considerando l’evoluzione tendenziale prevista nel mercato. Nell’analisi ci sono però alcuni punti critici: definizione di una giusta remunerazione “e abbiamo delle idee sulla quali ci si dovrà confrontare; modalità differenziata di adesione delle diverse regioni alla sperimentazione; omogeneità nella raccolta dei dati al livello regionale e tempestività nella raccolta dei dati e nell’analisi.
 
“Condivisione, sostenibilità del modello di farmacia per dare le risorse necessarie a potenziare il ruolo che il farmacista svolge. Integrazione della farmacia nella rete territoriale passando attraverso la sperimentazione della farmacia dei servizi”.
 
Sono queste le parole chiave per delineare il nuovo ruolo del farmacista secondo Roberto Tobia segretario Federfarma che ha lanciato l’allarme spesa convenzionata.
 
“La farmacia è alla ricerca di un nuovo ruolo economico e professionale - ha spiegato - stiamo lavorando su un testo di riforma e tornare così al tavolo della convenzione individuando obiettivi specifici quali l’uniformità di regole a livello territoriale, la definizione dei servizi erogabili e dei relativi criteri di remunerazione, uniformi requisiti igienico strutturali minimi e maggiori tutele per la farmacia. Ora è in fase di completamento il confronto tecnico tra la proposta Sisac e la controproposta Assofarm Federfarma. Molti nodi sono stati sciolti e siamo in attesa di un prossimo confronto su temi di carattere politico”.
 
Ma tema della remunerazione è quello più caldo. “La spesa farmaceutica convenzionata è in calo – ha spiegato – secondo le previsioni di Iqvia entro il 2024 potremmo perdere altri 3 mld in spesa convenzionata se si verificassero alcune condizioni. Con il solo spostamento prescrittivo verso i farmaci di minor costo si avrà una perdita di 213 mln di euro. In caso di genericazione di avrà una minor spesa di 310 mln di euro. Con un ampliamento della Dpc -1,2mld di euro e meno 29 mln di confezioni. Con la revisione del prontuario terapeutico – 1,4mld”.
 
La soluzione a questa possibile débâcle? Un nuovo modello di remunerazione con un incremento delle risorse attraverso un meccanismo basato su quota fissa e variabile per stabilizzare la perdita futura; il mantenimento delle attuali agevolazioni per le farmacie rurali e per quelle più deboli. E ancora, il mantenimento degli incentivi sui generici e l’introduzione di clausole di salvaguardia per eventuali mutamenti di mercato. Infine, una maggiore centralità nella dispensazione del farmaco.
Ma il farmacista ricompre un ruolo essenziale anche sul fronte del governo della cronicità, ha sottolineato Mario Giaccone, Tesoriere della Fofi. “I programmi delle Ue rispondono alla necessità di cambiamento verso la gestione delle cronicità attraverso la prevenzione, la promozione della salute e responsabilizzazione del paziente. E tutti e tre questi punti coinvolgono il farmacista. In Italia abbiamo un Piano Nazionale di Cronicità che si pone l’obiettivo di creare una strategia complessiva e con obiettivi comuni su territorio nazionale e il ruolo della farmacia all’interno del piano è rilevante: le farmacie sono punti di riferimento per il paziente cronico e per i suoi familiari. Il Piano prevede infatti la promozione e il coinvolgimento delle farmacie nelle attività di educazione sanitaria e di prevenzione primaria e secondaria secondo protocolli condivisi con lo specialista e Il Mmg e il Pdl, anche per ciò che riguarda l’aderenza ai trattamenti a lungo termine. Le prospettive future riguardano quindi un intervento sull’aderenza alle terapie e sulla prevenzione con lo scopo di migliorare la qualità dell’assistenza e ridurre i costi, rendendo più efficace il servizio. Quindi valorizzare, il ruolo del farmacista nella presa in carico del paziente cronico sul territorio”.

Il farmacista dovrà mettersi in gioco anche sul fronte dell’innovazione, ha sottolineato Maurizio Pace, segretario della Fofi “Il Ssn sta subendo profondi cambiamenti demografici epidemiologici e socioeconomici e c’è una necessità profonda di una modifica dello scenario di cura, più focalizzato sulla gestione del cittadino. In questo scenario ruolo chiave è giocato dall’innovazione digitale. Dobbiamo andare oltre a quello che il fascicolo sanitario elettronico ha rappresentato fin ora. Dobbiamo andare ad un patto per la salute digitale: le tecnologie digitali a disposizione possono aumentare l’efficienza del sistema sempre più focalizzato sul paziente. La sanità digitale può incrementare la domanda di soluzioni applicative e di servizi professionali incentivando investimenti, occupazione e sviluppo del mercato di riferimento”. Sviluppi futuri? Per Pace “è necessario implementare il dossier farmaceutico consentendo anche al farmacista l’accesso ai dati clinici del paziente nel rispetto della privacy”.
 
Tra le molte anime della categoria ci sono i farmacisti collaboratori. Silvera Ballerini,Presidente Conasfa ha sottolineato come rafforzando il ruolo del farmacista con tutte le sue competenze sul farmaco si possono generare risparmi riducendo i periodi di ospedalizzazione. Mentre Benedetto Mariani, Presidente di Fiafant ha ricordato il ruolo dei in farmacia dei farmacisti collaboratori: “Ogni giorno, lavoriamo portando il nostro capitale intellettuale, cognitivo, professionale e vorrei invitare coloro che detengono il capitale delle farmacie a investire sui propri collaboratori in termini di formazione e aggiornamento”.

04 ottobre 2019
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