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Coronavirus. Conte attacca le Regioni: “Senza coordinamento pronti a togliere competenza sanitaria”. La replica: “Attacco ignobile per coprire falle Protezione civile”

Il premier: “Il sistema sanitario in Italia è di competenza regionale e non è predisposto per una emergenza Nazionale. Per questo un coordinamento è necessario”. Non ci sta il governatore lombardo, Fontana: “Parole in libertà che mi auguro siano dettate dalla stanchezza e dalla tensione di questa emergenza”. Gallera: “Conte non conosce i protocolli e getta la palla in tribuna per coprire le falle gigantesche di un sistema di protezione Civile che non sta dando alcun tipo di risposte”. 

25 FEB - Se il coordinamento tra i sistemi sanitari nazionali non riuscisse a contenere il coronavirus, il governo “è pronto a misure che contraggono le prerogative dei governatori”. La frase bomba è del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una intervista a Frontiere su Rai 1. E subito si scatena la polemica, soprattutto con la Regione Lombardia.
 
Ma andiamo per ordine. “Il sistema sanitario - ha osservato Conte - in Italia è di competenza regionale e non è predisposto per una emergenza Nazionale. Per questo un coordinamento è necessario. Se non siamo coordinati non riusciremo a contenere il virus in modo efficace. Per questo domani mattina parlerò con tutti i governatori in videoconferenza, anche quelli delle regioni che non sono coinvolti. Tutti dobbiamo perseguire un coordinamento. Se non ci riuscissimo saremmo pronti a misure che contraggano le prerogative dei governatori. Ma non dobbiamo arrivare a questo Anche perché per ora la collaborazione è accentuata. il coordinamento funziona Ci aspettiamo un impatto sul contenimento. Ma se fosse necessario occorreranno misure centralizzate efficaci. Misure straordinarie”, ha concluso Conte
 
E ancora: “Abbiamo due focolai uno dei quali è nato complice un ospedale che non ha osservato determinati protocolli favorendo la nascita di uno dei due focolai. Comunque al momento abbiamo due precisi focolai che cerchiamo di contenere con misure draconiane”.
 
Poco dopo l’uscita delle agenzie Conta prova a fare una parziale retromarcia con una nota: “Il Presidente Conte, come ribadito tutti i giorni, è pienamente soddisfatto del livello di collaborazione sin qui attuato con i Presidenti delle Regioni interessate nella gestione della emergenza sanitaria. Il coordinamento tra i vari livelli istituzionali funziona molto bene ed è fondamentale per riuscire a contenere nel migliore dei modi questa emergenza così è stato ad oggi e così, è l'auspicio, dovrà essere anche in futuro con tutte le Regioni, con le quali bisogna essere pronti a creare iniziative ancora più coordinate laddove fosse necessario”.
 
In ogni caso la frittata è fatta. “Irricevibile e, per certi versi, offensiva”. Replica a Conte il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, giudica l’ipotesi tracciata, seppur come extrema ratio, dal premier Giuseppe Conte di avocare a sé e quindi al Governo i poteri in materia sanitaria.
 
“Parole in libertà – aggiunge Fontana – che mi auguro siano dettate dalla stanchezza e dalla tensione di questa emergenza. Domani riferirò al presidente Conte che la Lombardia sta dimostrando di essere all’altezza della situazione e sta gestendo con competenza cio’ che sta accadendo. “E tutto ciò – conclude il governatore – alla faccia dell’autonomia e dei pieni poter
 
Più duro l’assessore alla sanità della Lombardia. “Noi veniamo in maniera ignobile attaccati da un presidente del Consiglio che non sapendo di cosa parla dice che noi non seguiamo i protocolli, quando Regione Lombardia i protocolli non solo contribuisce a livello nazionale a realizzarli, ma li segue in maniera puntuale”. Afferma Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ad Agorà Rai Tre. “Il problema – ha continuato - è che il Presidente del Consiglio non conosce i protocolli e getta la palla in tribuna per coprire delle falle gigantesche di un sistema di protezione Civile nazionale che non sta dando alcun tipo di risposte ai problemi organizzativi e gestionali che avrebbero dovuto prevedere e predisporre”.

25 febbraio 2020
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