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I ginecologi italiani contro ProVita: “Inaccettabile e oltraggioso il manifesto sulla Ru486. #basta usare il corpo delle donne”

Sigo-Aogoi-Agui-Agite, considerano riprovevole non solo la mancanza di contenuto scientifico, ma soprattutto l’uso inaccettabile delle immagini comparse in un manifesto di Provita&Famiglia e affermano con forza che è ora di dire basta all'utilizzo del corpo delle donne per trasmettere qualunque messaggio, da quelli pseudo-scientifici alla pubblicità delle macchine

09 DIC - “Un affronto oltraggioso, profondo ed indegno alla dignità delle donne e scientificamente non corretto”. Sigo-Aogoi-Agui-Agite, le società scientifiche che rappresentano la totalità della ginecologia ed ostetricia italiana, da sempre al fianco delle donne in tutte le loro battaglie, scendono in campo e bocciano sonoramente il manifesto pubblicitario comparso a Milano e anche a Roma contro la pratica della IVG farmacologica. Siglato Provita&Famiglia il manifesto, sul quale campeggia una giovane donna sdraiata per terra, definisce un veleno la Ru486.
 
Una pubblicità che i ginecologi hanno definito “riprovevole non solo la mancanza di contenuto scientifico, ma soprattutto l’uso inaccettabile delle immagini e affermano con forza che è ora di dire basta all'utilizzo del corpo delle donne per trasmettere qualunque messaggio, da quelli pseudo-scientifici alla pubblicità delle macchine”.
 
“L’utilizzo del farmaco per indurre l’aborto voluto (Ivg) oppure in alternativa al cosiddetto ‘raschiamento’ in caso di aborto non voluto (spontaneo) – sottolineano in una nota congiunta – è stato autorizzato dal 2009 e poi ribadito nel 2020, dagli organi competenti (Ministero ed Aifa) dopo il parere favorevole degli esperti ed in base alla esperienza clinica già ottenuta in molti Paesi da decenni. È un manifesto terribile, non veritiero che utilizza in modo inaccettabile il corpo di una donna”.

I ginecologi si erano già espressi favorevolmente sull’utilizzo maggiormente esteso del metodo farmacologico nella interruzione volontaria di gravidanza e nei casi di aborto interno in quanto, nei tempi e modi corretti, risulta più accetto e meno invasivo per le donne

“È ora di dare dignità alle donne, alle persone, al corpo delle donne – concludono Sigo-Aogoi-Agui-Agite – tutta la ginecologia italiana è profondamente colpita, amareggiata da questo manifesto con cui si è veramente toccato il fondo. Come ginecologhe e ginecologi, medici che si occupano dalla salute delle donne, non possiamo tollerare questa ennesima violenza mediatica contro le donne e che trasmette un messaggio scientifico distorto. Intendiamo tutelare, ora e sempre, la dignità della sofferenza, il rispetto del corpo delle donne, la libertà delle donne, il rispetto della legge e siamo pronti ad agire anche per vie legali”.
 
Il manifesto contestato di ProVita

 

09 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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