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Appello dell’Anaao a Regione, Asl e commissario Figliuolo: “Garantire cure a pazienti no covid”

L'appello di Anaao Lombardia si rivolge anche alla struttura commissariale affinché invii i medici necessari. Per l'Anaao, infatti, “alcune aziende sanitarie pubbliche lombarde stanno correndo troppo” sul fronte vaccini anti Covid e “si trovano nella condizione di non poter disporre di medici a sufficienza per curare bene sia la parte Covid che quella No Covid”. Il rischio, per l'Anaao, è che ora che la pressione sugli ospedali è diminuita, l'attenzione rivolta ai vaccini lasci ancora scoperta l'assistenza ai pazienti no Covid.

06 MAG - “Bisogna fare attenzione a non concentrare eccessive forze nelle vaccinazioni massive, trascurando la cura e la prevenzione dei pazienti e delle patologie no Covid”. È questo l'ultimo appello che Anaao Assomed Lombardia rivolge alla Regione e alle Aziende sanitarie pubbliche. Patologie come tumori, malattie cardiovascolari, malattie croniche riacutizzate o bisognose di controlli richiedono infatti cure tempestive, che non devono essere rimandate.

L'appello di Anaao Lombardia si rivolge anche alla struttura commissariale affinché invii i medici necessari, perché “ora che le prestazioni stanno per aumentare, i medici lombardi, rappresentati da Anaao Assmed, non vogliono e non possono più trascurare i loro malati”.

Il sindacato evidenzia come la Regione Lombardia, “grazie ai suoi medici e ai suoi infermieri, ha velocemente raggiunto e superato, la scorsa settimana, le centomila vaccinazioni al giorno. Ciò significa che, se L'Italia andasse allo stesso ritmo della Lombardia, i vaccini anti-Covid somministrati avrebbero potuto essere anche 700 mila al giorno”.

“Noi non sappiamo di chi altri sia il merito – argomenta Stefano Magnone, Segretario regionale di Anaao Lombardia – se non dei medici e degli infermieri che si stanno svenando per vaccinare in ogni momento e in ogni condizione. Quello che è certo è che alcune aziende sanitarie pubbliche lombarde stanno correndo troppo e si trovano nella condizione di non poter disporre di medici a sufficienza per curare bene sia la parte Covid che quella no Covid. Il rischio è che, – continua Magnone – ora che stanno venendo meno le pressioni su ospedali e terapie intensive, l'attenzione sia eccessivamente concentrata sui vaccini, lasciando ancora una volta il fianco scoperto a quei pazienti che hanno altre patologie rispetto al Covid”.

06 maggio 2021
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