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Covid. Moratti ricorda: “La pandemia non è ancora finita”

La vicepresidente: “L’indice RT segnala che anche la Lombardia è sopra il livello 1. Vogliamo continuare ad essere tra le ‘regioni verdi’ in Europa: potremo farlo solo attraverso il vaccino”. Lunedì sono stati “3mila i cittadini lombardi che hanno prenotato la prima dose e 25mila quelli che si sono prenotati per la terza”, insistere dunque su questa linea con il convincimento: “negli ospedali 95% dei ricoverati non è vaccinato”.

10 NOV - “La pandemia non è ancora finita. Dobbiamo prestare la massima attenzione e intensificare gli sforzi per la campagna vaccinale, convincendo chi non si è ancora immunizzato e aumentando l’adesione alle terze dosi”. Lo ha sottolineato ieri Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al welfare di Regione Lombardia, intervenendo a Dorno (Pavia), paese di 5mila abitanti in Lomellina, all’inaugurazione del nuovo centro medico comunale.

“L’indice RT segnala che anche la Lombardia è sopra il livello 1, seppure ancora leggermente inferiore alla media nazionale - ha ricordato Letizia Moratti -. Vogliamo continuare ad essere tra le ‘regioni verdi’ in Europa: potremo farlo solo attraverso il vaccino. Ieri [lunedì 8 novembre ndr] sono stati 3mila i cittadini lombardi che hanno prenotato la prima dose e 25mila quelli che si sono prenotati per la terza. Un percorso virtuoso che vogliamo continuare. In Lombardia il 91,83 per cento dei residenti ha ricevuto almeno una dose, e oltre l’89 per cento ha completato il ciclo: siamo quarti al mondo per percentuale di persone vaccinate, dopo Israele, Danimarca e Portogallo”.

La vicepresidente regionale ha affermato che “il 95 per cento delle persone attualmente ricoverate nei nostri ospedali è costituito da non vaccinati: un dato che si commenta da solo. Il vaccino è l’unica vera arma per limitare la diffusione del virus”.

L’assessora Moratti ha quindi elogiato il Comune di Dorno (Pavia), a partire dal sindaco Francesco Perotti, per la realizzazione di un centro medico dove opereranno 3 medici generici e un pediatra, con la collaborazione di infermieri e altri professionisti della sanità. “È una visione avanzata di quella medicina di prossimità che vogliamo rafforzare con la revisione della legge regionale 23, la cui discussione” è iniziata oggi in consiglio regionale “è con strutture come queste, collegate alle ‘case di comunità’ e agli ‘ospedali di comunità’, che riusciremo a garantire una migliore assistenza sul territorio, soprattutto agli anziani”.

10 novembre 2021
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