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QS Edizioni - martedì 16 aprile 2024

Regioni e Asl - Abruzzo

Abruzzo. Mentre Paolucci presenta i successi della sanità regionale, Forza Italia ne racconta la disfatta

immagine 25 settembre - Le fonti sono i verbali del tavolo di monitoraggio del sistema sanitario regionale. Ma se da una parte l’assessore alla Salute, con in mano i verbali delle ultime settimane, parla di conti in linea e addirittura migliori di quanto previsto con importanti risultati anche sul piano della salute, dall’altra i consiglieri Febbo e Sospiri citano il verbale del 26 luglio scorso e chiamano la stampa a raccolta per raccontare di una gestione senza programmazione, fatta con approssimazione e in totale caos. “Si va verso il default”.
Due immagini contrastanti della sanità regionale descritte nello stesso momento, ma da voci e luoghi differenti. Da una parte l’assessore alla Salute, Silvio Paolucci, in conferenza stampa presso la sede della Regione. Parla di una sanità che funziona, di conti certificati che stanno in ordine e sono anche migliori di quanto previsto. Dall’altra i consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, che dalla sala Corradino D’Ascanio del Palazzo del Consiglio regionale parlano di una “gestione senza programmazione, fatta con approssimazione e in totale caos. Si va verso il default”.

Le fonti, per entrambi, sarebbero i verbali del tavolo di monitoraggio del sistema sanitario regionale, anche se datati diversamente. In mano all’assessore i verbali dal 4 agosto ad oggi, in quelle dei consiglieri di Forza Italia il verbale del 26 luglio.

Dalla sede della Regione, Paolucci ha detto ai giornalisti che “i conti della sanità abruzzese del 2017 sono in linea e addirittura migliori di quanto previsto dal piano di rientro. L’aumento del disavanzo è semplicemente legato all’obbligo, imposto dal Tavolo di monitoraggio a diverse Regioni, di iscrivere in bilancio un accantonamento prudenziale pari a 36 milioni di euro, di cui 30 relativi a partite e prestazioni risalenti al periodo tra il 2007 e il 2013, quindi non certo riferibili a questo governo regionale”.

“Quello che mi preme più rimarcare - ha continuato - sono i risultati sotto il profilo della salute, con i livelli essenziali di assistenza arrivati a un punteggio di 189, mentre prima del 2014 l’Abruzzo era completamente inadempiente e posizionato a fondo classifica. Sulle vaccinazioni siamo ben al di sopra della media nazionale, così come sul fronte delle cure domiciliari la Regione ha superato i target di riferimento. Un dato su tutti: al momento del mio insediamento il punteggio per gli screening oncologici era pari a 0, mentre oggi siamo a 9 su 9”.

Secondo i dati riportati da Paolucci, per quanto riguarda i conti, il risultato di gestione 2017 evidenzia un disavanzo di 15 milioni e 600mila euro, a fronte dei 23 milioni che rappresentavano l’obiettivo da centrare per il piano di rientro.

“E si tratta di dati reali - ha precisato ancora Paolucci - perché tutto il lavoro di contabilità analitica condotto da noi in questi anni sui bilanci delle Asl, ci consente di avere un quadro preciso e fedele della situazione della sanità abruzzese. Gli scostamenti relativi al 2018 fanno riferimento ai primi mesi dell’anno e, come avvenuto anche nel recente passato, i dati puntuali e finali saranno poi diversi in senso migliorativo. Anche la certificazione Moody&rsquos dà atto che si è speso qualcosa in più per migliorare significativamente la qualità dei servizi offerti, soprattutto per i Lea, e personalmente ritengo sia proprio il senso di questi anni di governo. L’auspicio è che nella prossima campagna elettorale non si usino sostantivi e aggettivi privi di qualunque fondamento e soprattutto che il prossimo governo regionale prosegua sulla strada intrapresa, senza vanificare quanto fatto finora per migliorare la qualità dell’assistenza nella nostra regione”.

Le sanità raccontata da Febbo e Sospiri restituisce una immagine molto diversa della sanità regionale. “Dopo quattro anni e mezzo, Paolucci e D’Alfonso ci riconsegnano una sanità regionale senza programmazione, con una gestione inefficiente, ridotta in termini di assistenza territoriale, senza neanche un mattone messo per gli ospedali nuovi e, soprattutto, con i bilanci delle Aziende sanitarie che tornano a essere fortemente in negativo facendo tornare lo spettro del default. È quanto emerge chiaramente dalla lettura delle 81 pagine del verbale del tavolo di monitoraggio del 26 luglio scorso, consegnatoci dopo due mesi di solleciti”, affermano.

“Innanzitutto – proseguono Febbo e Sospiri - il verbale finalmente svela come non sia stato avviato nessun iter per il riconoscimento di nosocomio di area disagiata per l’Ospedale di Atessa a differenza di quanto affermato dall’assessore regionale Silvio Paolucci. Lo stesso dicasi per il Dea di II livello tra Chieti e Pescara, sulla cui approvazione il Tavolo chiede ormai da mesi gli atti programmatori oltre a una riprogrammazione ospedaliera”.

“Dal verbale –  illustrano ancora - si evince come non sia stata ancora approvata la programmazione della rete ospedaliera e, cosa più grave, non è mai stata approvata una tabella di UOC (Unità Operativa Complessa) e UOSD (Unità Operativa Semplice Dipartimentale) in linea con i requisiti del decreto Lorenzin. Tale tabella inoltre deve essere necessariamente approvata dal Tavolo, per cui hanno solo illuso i medici con i DCA (Decreti Commissario ad ACTA) presentati in quanto non hanno ancora avuto l’approvazione dei Tavoli ministeriali preposti. Stessa cosa dicasi per l’assistenza territoriale anch’essa non coerente con i DPCM LEA (Livelli essenziali di assistenza), mai portata a termine l’attuazione del fascicolo sanitario elettronico (pag. 52/53) annunciata più volte in pompa magna dall’assessore Paolucci. Se è pur vero che il punteggio LEA è positivo e altrettanto vero che si riferisce per l’anno 2016 (ma a luglio 2018 sono stati portati i dati anno 2017 ma non si conosce l’esito, domanda spontanea) mentre gli stessi LEA continuano il trend negativo sui parametri assistenziali (pag. 63): i ricoveri della popolazione ultra settantacinquenne continuano a essere sopra il valore di riferimenti nazionale, risultano carenti i posti residenziali per anziani sopra i 65 anni, risultano carenti i posti residenziali per disabili, risulta elevata la mobilità passiva extraregionale (16% rispetto al dato nazionale dell’8.2%), risulta molto elevato il numero dei parti cesari per strutture con meno di 1000 parti all’anno (24,3% contro il dato nazionale del 15%), solo Pescara ha un valore adeguato. Peraltro viene rimarcato come il tempo di percorrenza tra la ricezione delle chiamate dalla centrale operativa e l’arrivo del primo mezzo di soccorso è stabile, da ben tre anni, al di sopra della soglia ritenuta adeguata come purtroppo dimostra ciò che è accaduto a Lanciano l’altro ieri sera (pag. 53)”.

Per quanto riguarda i servizi territoriali residenziali e semi residenziali, spiegano i consiglieri Fi, “viene richiesto un provvedimento definitivo secondo l’intensità assistenziale delle strutture in base ai requisiti di accreditamento in quanto la Regione ha prodotto e inviato al Tavolo una serie di delibere tutte scoordinate e non in linea con il DPCM LEA. Stessa confusione, regna nelle strutture per anziani e per pazienti autosufficienti, disabili e riabilitazione (pag. 59/60), tutto certificato nero su bianco dal verbale”.

Per Febbo e Sospiri “il quadro molto preoccupante emerge chiaramente anche dalla mancanza di compatibilità degli atti aziendali di Chieti e Pescara, trasmessi ma non approvati, in coerenza con la riprogrammazione della rete ospedaliera secondo il decreto Lorenzin, da mesi sollecitati. Per il potenziamento delle cure offerte dai medici di base, attivazione delle UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie) siamo fermi alle fasi dei progetti e all’affidamento dei lavori ma la legge istitutiva è del 2012. Argomento di ultima attualità la riduzione dei ticket. L’assessore Paolucci, dopo quasi 5 anni di filiera governativa Pd Regione - Stato, chiede al Governo di modificare la legge del 2011 ma non dice che la sua proposta è stata bocciata tant’è che la ‘regione si è riservata di adottare un provvedimento corrente’ (pag. 73)”.

A destare “forte allarmismo” però sono “i dati economici che vengono esposti nel verbale. I numeri proiettano la Regione verso il default e quindi il commissariamento. Uno senario prospettato da più di un anno quando abbiamo evidenziato le gravi perdite dei bilanci delle quattro Asl. Infatti, i tecnici del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, hanno rideterminato il risultato di gestione 2017 "in un disavanzo di 52,219 milioni di euro" (pag. 31) diversamente da quanto riportato al tavolo del 10 aprile dove il disavanzo si attestava a soli 9,165 milioni di euro. Per quanto ci riguarda, riteniamo che "forzature" di bilancio hanno evitato che si attestasse a ben 80 milioni di euro, purtroppo lo scopriremo fra qualche mese quando saremo al Governo di questa Regione. D’altronde, l’andamento del primo trimestre 2018 annuncia un disavanzo di circa 70 milioni di euro, ‘non coerente con il programmatico 2018 che sconta un risultato di gestione di +2,5 milioni di euro’ (pag. 51). Oggi purtroppo il rischio di un nuovo commissariamento è reale e a questo si aggiunge il pericolo di aumento delle tasse: +0,15% per l’Irap che vale circa 9 milioni di euro e +0,30 per l’Irpef che equivale a circa 43 milioni di euro”.

“Questa è la vera sanità che Paolucci e D’Alfonso consegnano agli abruzzesi dopo il loro governo. Ancora una volta – concludono Febbo e Sospiri - a pagare le spese dell’inadeguatezza del Partito democratico e di questo centrosinistra saranno i cittadini mentre i veri problemi della sanità abruzzese restano ancora tutti irrisolti. Il prossimo governo regionale dovrà risolverli iniziando proprio dal debito aumentato nei bilanci delle aziende sanitarie perché non possiamo permettere che l’Abruzzo torni ad essere commissariata”.
25 settembre 2018
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