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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl - Abruzzo

Sciopero 23 novembre. L’appello di Grimaldi (Anaao Assomed Abruzzo): “Salviamo il sistema sanitario, è a rischio il diritto alla salute dei cittadini”

immagine 22 novembre - “Carenza di personale, personale in servizio con età media elevata (intorno ai 55 anni), precariato, strutture inadeguate dal punto di vista sismico, fondi insufficienti per acquistare nuovi macchinari o aggiornare  le tecnologie. Si stenta quasi a credere come le Asl dell’Abruzzo possano continuare a erogare gli stessi servizi senza comprometterne la qualità”. Così Alessandro Grimaldi
Domani, 23 novembre, la dirigenza medica incrocerà le braccia. L'Anaao Assomed Abruzzo – che aderisce al sit-in in programma davanti all’ingresso principale dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, con raduno alle ore 10.30, a cui parteciperanno anche sindaci e rappresentanti istituzionali – lancia attraverso le parole del segretario regionale, Alessandro Grimaldi, un forte appello alla mobilitazione: “Domani, 23 novembre, è un giorno importante per l’Abruzzo. Lo è non solo perché i dirigenti medici tornano a incrociare le braccia in difesa della sanità pubblica, ma anche perché la protesta coincide forse con il momento più complesso e problematico mai vissuto dalla nostra regione in questo settore.  Nei giorni scorsi abbiamo diffuso i documenti che denunciano le situazioni, a volte paradossali, in cui i nostri colleghi sono costretti a lavorare nelle Asl dell’Aquila, Teramo, Pescara e Chieti”.

“Carenza di personale – spiega Grimaldi -, personale in servizio con età media elevata (intorno ai 55 anni), precariato, strutture inadeguate dal punto di vista sismico, fondi insufficienti per acquistare nuovi macchinari o aggiornare  le tecnologie. Si stenta quasi a credere come le Asl dell’Abruzzo possano continuare a erogare gli stessi servizi senza comprometterne la qualità”.

“Poi – prosegue il segretario regionale Anaao Assomed -, però, guardando la passione e il sacrificio di tante persone, spesso ripagato solo con vaghe promesse, emerge la verità: sono i medici e gli operatori sanitari pubblici, attraverso il loro lavoro quotidiano, il vero baluardo in difesa del diritto alla salute dei cittadini abruzzesi e italiani. Non è nostra intenzione mettere in dubbio gli sforzi che le istituzioni, in primis la Regione Abruzzo, fanno per tenere in vita questo malato terminale chiamato sanità”.

“Certo – spiega ancora Grimaldi -, la potente cura del commissariamento – fatta di pesanti tagli agli investimenti tecnologici e alle dotazioni organiche – forse negli anni passati ha evitato il collasso finanziario dell’intero sistema sanitario regionale. Ma ora abbiamo bisogno di una svolta. Concreta e urgente. Altrimenti il “malato” muore. Un cambio di passo è necessario soprattutto sul fronte del personale. La situazione più pesante è quella che si riscontra fra L’Aquila e Teramo, con quasi 800 professionisti precari, di cui 130 medici. Gravi carenze di anestesisti e medici del pronto soccorso si segnalano nell’Asl di Pescara – dove peraltro si verificano anche gravi episodi di aggressione ai loro danni-, turnazioni continue e stress nei presidi della provincia di Chieti”.

“In Abruzzo – continua il segretario abruzzese Anaao Assomed - la spesa per il personale sanitario è rimasta drammaticamente bassa negli ultimi anni (inferiore di oltre 42 milioni alla soglia fissata dalla legge). Rispetto al 2008, ad esempio, spendiamo 60 milioni in meno ogni anno. La carenza di personale peraltro provoca l’inesorabile allungamento delle liste di attesa e pesanti difficoltà di accesso alle cure per molti pazienti. Una situazione in linea con il quadro nazionale. È noto a tutti che ormai undici milioni di italiani rinunciano per questi motivi alle cure. Eppure il sistema sanitario del nostro Paese si colloca tra i migliori a livello mondiale”.

“Se si aggiunge – prosegue Grimaldi - che con quota 100 molti medici potrebbero andare in pensione già nel 2019, la situazione appare ancora più grave. In Abruzzo, se non mettiamo riparo a questi problemi da troppo tempo irrisolti, interi reparti rischiano la chiusura entro tre anni.  Non vogliamo dimenticare certo il nodo rappresentato dall’obsolescenza delle strutture, più volte da noi denunciato, tuttavia è bene ricordare che gli ospedali sono soltanto contenitori nei quali vanno messi i contenuti, preferibilmente di qualità. Servono giovani medici e infermieri che facciano compiere all’Abruzzo il passaggio generazionale di cui ha bisogno, altrimenti sarà una fortuna se riusciremo a conservare delle eccellenze in campo sanitario”.

“Per il futuro – conclude Grimaldi -, quindi, dobbiamo far leva soprattutto sulle professionalità locali, coltivare i talenti e farli crescere attraverso una forte collaborazione con le preziose scuole di specializzazione delle facoltà di Medicina della nostra regione.  La situazione è grave, i problemi sono tanti, l’invito è a non nasconderli sotto il tappeto. Mobilitiamoci, domani, in difesa della sanità pubblica, ne va del diritto alla salute dei cittadini abruzzesi e italiani.
22 novembre 2018
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