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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl - Calabria

Tetto dei budget ai privati. Il Tar boccia i decreti Scura. Pacenza: “Confermate le nostre preoccupazioni”

immagine 28 settembre - Per i giudici il decreto 72 e il connesso decreto 87 sono motivati da aspetti “prettamente formale e contabile” ma non risultano supportati da dato che dimostrano “la sostenibilità delle decisioni assunte sotto il profilo del rispetto dei livelli essenziali di assistenza”. Per il Delegato alla Salute della Regione “solo chi è portatore di strumentalità e partigianerie non vede quanto sono distanti e alternative le scelte del commissario rispetto a quelle della Regione”. LA SENTENZA
Il Tar di Catanzaro accoglie il ricorso presentato da Anisap e Federlab, tra gli altri, contro il Decreto del Commissario ad Acta, Massimo Scura, n. 72 del 26 marzo 2018, nonché di ogni altro atto ad esso connesso e/o presupposto, in particolare del Decreto del Commissario ad Acta n. 87 del 24 aprile 2018, in materia di definizione del livello massimo di finanziamento per l’assistenza specialistica ambulatoriale nel corso del 2018 e dei livelli massimi di finanziamento per le strutture private accreditate erogatrici di prestazioni ospedaliere di assistenza per acuti e post acuti con oneri a carico del SSR per l’anno 2018.

Per i giudici, infatti, i provvedimenti “non risultano supportati da idonei elementi istruttori e da congrui assunti motivazionali che valgano ragionevolmente a dimostrare la sostenibilità delle decisioni assunte sotto il profilo del rispetto dei livelli essenziali di assistenza”.

Questo in quanto i tagli ai privati “non risultano correlati ad un effettivo e proporzionale incremento della produttività della rete pubblica, né giustificati da puntuali accertamenti istruttori che valgono a comprovare la possibilità di ottenere nel  breve periodo un incremento tale da compensare il deficit di prestazioni da parte delle strutture private”.

E “d'altro canto - osservano i giudici - , alla data del 13.06.2018, ossia a circa tre mesi dall'adozione del DCA n. 72 del 26 marzo 2018 ed a circa due mesi dall'adozione del decreto n. 87 del 24 aprile 2018, il Commissario ad acta si è visto costretto a sollecitare le aziende sanitarie ad incrementare ‘il volume delle prestazioni da parte del pubblico con turni aggiuntivi del personale anche in considerazione delle numerose unità di personale autorizzate’. Ed ad oggi, lo stesso Commissario ad acta non ha inteso ottemperare alla richiesta istruttoria di esibire in giudizio i ‘documenti comprovanti la predisposizione di concrete azioni volte a garantire nel 2018 un incremento della produzione di prestazioni di specialistica ambulatoriale da parte delle strutture pubbliche in misura tale da compensare i tagli al budget riservato all’acquisto di prestazioni di specialistica ambulatoriale da privati rispetto all’importo programmato con il P.O. 2016/2018’”.

Per tali ragioni “il ricorso merita di essere accolto sotto il profilo dell’eccesso di potere per irragionevolezza, carenza di motivazione e difetto di istruttoria, con il conseguente annullamento dei DCA n. 72 del 26 marzo 2018 ed il DCA n. 87 del 24 aprile 2018, salvi i successivi provvedimenti dell’amministrazione”.

La notizia è stata accolta con amara soddisfazione dalla Regione Calabria. “Le preoccupazioni espresse ripetutamente nei mesi passati sulle scelte in materia di budget per le attività e i servizi  della specialistica ambulatoriale, né istruite né sottoscritti dal Dipartimento salute della Regione e di cui porta esclusiva responsabilità il commissario Scura,  trovano oggi conferma nella sentenza del Tar che ha annullato i decreti del commissario”, ha dichiarato il delegato alla sanità del presidente della Regione Franco Pacenza.

“Per settimane e mesi – prosegue Pacenza -, consapevoli dei danni che le decisioni di Scura avrebbero comportato, prima fra tutti sui cittadini calabresi, per una ennesima diminuzione dell’offerta sanitaria, siamo stati completamente inascoltati. Abbiamo promosso incontri presieduti dal presidente Oliverio con le organizzazioni sindacali di riferimento e partecipato alle iniziative degli erogatori e dei lavoratori coinvolti, abbiamo rappresentato le nostre preoccupazioni al Prefetto di Catanzaro sino al punto che lo stesso presidente Oliverio è intervenuto ad una affollata assemblea alla presenza degli erogatori e dei lavoratori. Il Dipartimento salute – evidenzia Pacenza - ha ripetutamente incontrato le parti e lavorato ad una mediazione possibile senza riscontrare nessuna disponibilità e nessuno ascolto sino al punto che la Regione è stata costretta a costituirsi in sede giurisdizionale a difesa delle prestazioni da garantire alla popolazione”.

“Non ci consola affatto dire noi l’avevamo detto. Ci preoccupiamo invece per i danni economici che simili atteggiamenti del commissario scaricano sul bilancio della sanità calabrese. In questi anni – precisa ancora il delegato alla sanità - il contenzioso a cui è sottoposto il servizio sanitario calabrese per una pratica di governo assolutamente inadeguata affronta costi sempre più ingenti per contenziosi e attività giurisdizionali”.

“Anche in questa circostanza – afferma Pacenza - c’è la plastica dimostrazione che solo chi è portatore di strumentalità e partigianerie non vede quanto sono distanti e alternative le scelte del commissario rispetto a quelle della Regione”.

“Quanto avvenuto – rimarca infine Pacenza - è molto grave e rischia di essere l’atto finale che spinge nel baratro il servizio sanitario calabrese al punto da farlo ritornare in disavanzo economico con tutte le drammatiche conseguenze del caso. I Ministeri della salute e dell’economia nella loro funzione di vigilanza non possono continuare a tacere e lasciare che la Calabria sprofondi  ulteriormente in materia di governo della sanità”.
28 settembre 2018
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