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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Regioni e Asl - Campania

Ruggi di Salerno. Consigliere comunale denuncia “condizioni indecenti” del PS. L’AO smentisce

immagine 4 ottobre - La Direzione Strategica dell’Azienda ricorda a Roberto Celano (Fi) che al PS del Ruggi accedono in media 250 persone al giorno, con picchi di 300/350. Quella che il consigliere comunale definisce “confusione” è, per l’Ao, “un clima di naturale frenetica attività del personale in considerazione delle urgenze a cui si deve dare immediata risposta nel più breve tempo possibile”. Poi precisa: “Nessuna barella nei corridoi, pazienti costantemente monitoriali e familiari informati”.
Il consigliere comunale di Salerno, Roberto Celano, scrive al sindaco Vincenzo Napoli, e anche alla stampa, denunciando “le condizioni di indecenza in cui versa il Pronto Soccorso del nosocomio ‘Ruggi/D’Aragona’ ed i disagi incresciosi vissuti da chi fruisce di servizi sanitari di primo soccorso e dei loro familiari”. Ma la Direzione Strategica dell’Ao interviene subito a smentire.

“Ogni Pronto Soccorso – precisa la Direzione strategia - vive un clima di naturale frenetica attività del personale, e non  ‘confusione’, in considerazione delle urgenze a cui si deve dare immediata risposta nel più breve tempo possibile”.

Al Pronto Soccorso del Plesso Ruggi, evidenzia dunque l’Azienda, “si registrano mediamente 250 accessi giornalieri, con picchi di 300/350, cosa, questa, che se da un lato rende oneroso e stressante il lavoro dei medici e del personale tutto, dall’altro conferma la grande professionalità degli stessi e la qualità delle risposte ricevute dall’utenza”.

I degenti in attesa di essere ricoverati, precisa ancora la Direzione strategica, “restano sulle barelle nelle stanze del codice attribuito (rosso, giallo, verde) e sono continuamente monitorati dal personale in servizio. Mai le barelle hanno sostato nei corridoi che devono restare liberi per consentire anzitutto la velocità d’intervento nelle emergenze, ma anche il passaggio dei pazienti che necessitano di iter diagnostici”.

Quanto ai familiari, “hanno un’ampia sala d’attesa dove attendono notizie che, puntualmente, arrivano non appena il medico che ha in carico il familiare ha le risposte diagnostiche per poter presentare il quadro completo. Ciò non toglie che, ogni qual volta sono state chieste informazioni, il personale del Triage ha sempre risposto educatamente e nei limiti delle sue competenze”.

“I pazienti in osservazione – sottolinea infine l’azienda - non restano in condizioni ‘poco dignitose’: vengono aiutati in ogni loro necessità, anche fisiologica, dal personale di turno e a chi si trova al pronto soccorso in orario di pranzo o di cena viene consegnata una colazione a sacco, laddove il medico ritenga che il paziente può mangiare”.
4 ottobre 2018
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