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QS Edizioni - mercoledì 24 aprile 2024

Cronache

Cnt e Siaarti insieme per incrementare le donazioni a cuore fermo in Italia

immagine 15 febbraio - Oggi a Roma il primo corso di formazione nazionale sulla donazione di organi a cuore fermo organizzato proprio da Cnt e Siaarti. Tra i temi affrontati nella giornata le tecniche e i dispositivi per la perfusione, che consentono di “trattare” l’organo prima del trapianto, preservando al meglio la sua funzione metabolica. Confronto anche sulle best practice italiane e sulle criticità da affrontare. 
Si è tenuto oggi a Roma il primo corso di formazione nazionale sulla donazione di organi a cuore fermo (Dcd). Ad organizzarlo sono stati il Centro Nazionale Trapianti e la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti). Al centro del workshop - a cui hanno partecipato più di 100 professionisti del settore - il ruolo dell’intensivista, una delle figure-chiave coinvolte nel processo di donazione di organi a cuore fermo.

L’iniziativa di oggi ha consolidato una forte azione congiunta tra il Cnt e la Siaarti per incrementare sempre più il pool dei donatori a cuore fermo nel nostro Paese e per estendere questa tipologia di donazione, complessa dal punto di vista organizzativo, sull’intero territorio nazionale. Tra i temi affrontati nel corso della giornata ci sono le tecniche e i dispositivi per la perfusione, che consentono di “trattare” l’organo prima del trapianto, preservando al meglio la sua funzione metabolica. L’incontro di oggi ha consentito anche un confronto sulle best practice italiane e sulle criticità da affrontare. 

L’attività di donazione a cuore fermo in Italia è in crescita costante: secondo le prime stime sui dati dello scorso anno, nel 2018 i donatori sono stati oltre 70 contro i 55 del 2017 mentre i trapianti effettuati sono passati dai 59 del 2017 ad oltre 100 nel 2018.  

La presidente Siaarti, Flavia Petrini: "Come presidente della Siaarti sono ben lieta di accogliere l’invito del CNT e di portare un messaggio che enfatizza le qualità delle cure prestate nelle terapie intensive italiane, che sono scientificamente e professionalmente tra le più avanzate a livello europeo".
15 febbraio 2019
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