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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Regioni e Asl - Emilia Romagna

Aggressioni al personale. In Emilia Romagna la Regione e i sindacati firmano un protocollo

immagine 23 gennaio - Oltre all’aumento delle misure di vigilanza negli ospedali, viene individuata la centralità della formazione del personale e la piena presa in carico dei lavoratori vittime di violenza, prevedendo anche che l’azienda si costituisce in giudizio. Richiamo ai direttori generali quali responsabili in materia di salute e sicurezza. Fp Cgil Medici: “Finalmente affrontato in maniera globale un problema molto complesso”. IL VERBALE DI CONFRONTO
Regione Emilia Romagna e sindacati compatti per contrastare le aggressioni al personale. E lo fanno dopo avere individuato delle azioni condivise messe neri su bianco in un protocollo d'intesa, sottoscritto all'unanimità dalle organizzazioni sindacali di categoria. Un lavoro frutto di un confronto partito a settembre.

Punti di forza del protocollo, oltre all’aumento delle misure di vigilanza negli ospedali, è formazione del personale, centrale anche per prevenire certi episodi. Poi la piena presa in carico dei lavoratori vittime di violenza, prevedendo anche che l’azienda si costituisce in giudizio. Nel protocollo anche un richiamo ai direttori generali quali responsabili in materia di salute e sicurezza.
 
Nel dettaglio, illustra una nota della Regione, tra le iniziative figurano la formazione degli operatori sulla prevenzione degli episodi di violenza, principalmente rivolta a Pronto soccorso, 118, Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche, Pediatria, Assistenza Domiciliare, Guardia medica e front office; revisione dei layout e delle sale di attesa in alcuni Pronto soccorso e Case della Salute; installazione di sistemi di allarme a pulsante o a chiamata, e di sistemi di sicurezza (ad esempio videocitofoni e barriere alle finestre nei punti di Continuità Assistenziale); installazione di sistemi per il controllo degli accessi in alcune strutture e reparti; potenziamento dell’illuminazione nelle aree esterne e dei sistemi di videosorveglianza. E ancora, il rafforzamento del servizio di guardia giurata e il miglioramento dell’accoglienza nelle sale di attesa dei Pronto soccorso anche tramite la collaborazione con associazioni di volontariato. Inoltre, vengono individuati come possibili strumenti da adottare quelli già utilizzati in Alcune aziende della regione, come la funzione di supporto psicologico per gli operatori vittime di violenza e progetti di comunicazione mirata ai cittadini.
L’intesa prevede poi che una specifica area di intervento da promuovere riguardi il miglioramento della tutela legale dei lavoratori con la possibilità, in caso di azione di denuncia dell’aggressione, di domiciliazione presso l’Azienda e l’impegno, da parte della stessa Azienda, ad un’efficace azione di supporto anche tramite la costituzione in giudizio.

"L’applicazione delle Linee guida - che sono già state inserite tra gli obiettivi di mandato delle Direzioni contenuti nelle prime indicazioni sulla programmazione sanitaria per il 2020 -  riguarda tutte le strutture aziendali, con una priorità verso quelle esposte ad un maggiore livello di rischio, e tutti gli operatori, non solo il personale dipendente", precisa la Regione. "Alle Direzioni generali viene quindi richiesto uno specifico impegno che parta dall’esame dei diversi contesti lavorativi e dalla valutazione dei rischi presenti e preveda il monitoraggio degli eventi segnalati e la predisposizione delle possibili misure di intervento (tecnologiche, strutturali, organizzative e di formazione del personale)."



Soddisfazione del segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, e del segretario regionale della categoria, Vittorio Dalmastri: “Bene l'Emilia Romagna, prima fra tutte le regioni italiane a dare il via ad un protocollo d'intesa, sottoscritto all'unanimità dalle organizzazioni sindacali di categoria, contro le aggressioni dei lavoratori della sanità”, commentano. "Finalmente viene affrontato in maniera globale un problema molto complesso che avevamo particolarmente a cuore, non solo con l'aumento delle misure di vigilanza ma soprattutto attraverso la formazione e la piena presa in carico del lavoratore vittima di aggressione: i direttori generali sono finalmente chiamati ad essere responsabili in prima persona della tutela della sicurezza degli operatori".

Secondo i due dirigenti sindacali si tratta di "un risultato importante che si aggiunge all'impegno preso ieri dall'Emilia Romagna, prima in Italia, per l'avvio del confronto regionale per l'applicazione del Contratto collettivo nazionale della Dirigenza Medica e Sanitaria siglato lo scorso 19 dicembre. Nel rinnovo del contratto nazionale, l'Emilia Romagna è stata trainante per il buon esito delle trattative. Ora con l'apertura del confronto si propone come capofila nella sua corretta applicazione a beneficio dei professionisti che lavorano quotidianamente  per la salute della cittadinanza. La valorizzazione degli operatori e l'alleanza con i cittadini sono alla base della proposta di servizi sanitari che da anni in Emilia Romagna rappresenta un'eccellenza che dobbiamo tutelare", concludono Filippi e Dalmastri.
23 gennaio 2020
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