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QS Edizioni - sabato 20 aprile 2024

Lettere al Direttore - Emilia Romagna

La lezione definitiva da trarre dalle ambulanze senza medico a Bologna

di Antonio Panti
Gentile Direttore,
e così l'incredibile questione sollevata dalla decisione del Consiglio dell'Ordine di Bologna di radiare l'Assessore alla Sanità per aver presentato alla Giunta una delibera sulle funzioni infermieristiche a bordo di ambulanze del 118 (analoga a quelle esistente in quasi tutte le Regioni) e di comminare 6 mesi di sospensione ai dirigenti ospedalieri che avevano predisposto sul piano professionale e scientifico i relativi protocolli , seguendo le leggi dello Stato e i documenti internazionali, tutti colpevoli, a detta dell'Ordine, di favorire l'esercizio abusivo della professione, è definitivamente risolta.
 
Già la Corte Costituzionale, con sentenza 259/19, aveva annullato la radiazione dell'Assessore stabilendo che gi atti pubblici derivanti dalla pubblica funzione non sono "sottoposti al potere sanzionatorio dell'Ordine" non solo sul piano dei limiti insiti nella giurisdizione deontologica ma perché in tal modo l'Ordine viene a ledere le attribuzione e le competenze che la Costituzione assegna alle Regioni.
 
La Corte di Cassazione, con sentenza 16421/20, ha parimenti annullato la sanzione comminata ai dirigenti ospedalieri con le identiche motivazioni. La Suprema Corte stabilisce che gli atti inerenti il mandato amministrativo svolti nell'esercizio di una funzione pubblica e che concorrono alla formazione della volontà dell'Amministrazione "non sono sottoposti al potere sanzionatorio dell'Ordine che così ha inoltre illegittimamente sindacato l'attività amministrativa dell'ente pubblico".
 
La parola fine posta sul piano del diritto a questa, diciamo stravagante, vicenda merita tuttavia un'attenta riflessione politica.
La vicenda non ha giovato alla credibilità della professione e ha provocato in una parte meno matura della categoria una sorta di esaltazione alquanto irrealistica. Ho sentito un anziano e stimato Presidente ragionare sulla possibile radiazione del Ministro, a quel tempo una collega! In un mondo così distratto e dissennato qualsiasi eccentricità può passare inosservata ma se qualcuno intravede il rischio di un eccesso di potere da parte degli Ordini non è che tutto il mondo politico sia schierato a favore dell'autonomia professionale.
 
E' opportuno che la FNOMCeO corra ai ripari e inserisca nel Codice Deontologico una norma che rigorosamente chiarisca che la potestà deontologica, pur esercitabile anche sui comportamenti lesivi del decoro professionale tenuti al di fuori della pratica medica, non possa ricomprendere gli atti compiuti nell'esercizio di un mandato pubblico o dei doveri inerenti i pubblici uffici.
 
Ma l'altra questione, ancor più rilevante, è che il rimettere alla magistratura la definizione dei percorsi assistenziali muove un meccanismo perverso perché trasporta sul piano giuridico ciò che mai dovrebbe sfuggire all'incontro e al confronto culturale e scientifico tra professioni.
 
E' esperienza ventennale di chi scrive che ogni volta che si concorda tra professionisti un percorso assistenziale (e il 118 è tra questi) si trova sempre un accordo sulle rispettive competenze e responsabilità. Se si ha in mente di migliorare l'assistenza e di elevare la cultura di tutti i soggetti impegnati non si realizzerà altro che un percorso virtuoso di cooperazione sul quale si fonda la medicina moderna.
 
Antonio Panti
 
2 settembre 2020
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