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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Regioni e Asl - Emilia Romagna

Vaccini Covid. Nell’Ausl di Modena il 2,8% del personale non si è vaccinato

immagine 1 aprile - Dal conteggio sono stati esclusi i 272 dipendenti che non si sono vaccinati per motivazioni di salute, i 262 che hanno già l’appuntamento prenotato il vaccino e lo effettueranno nei prossimi giorni e altri 50 che hanno chiesto di vaccinarsi e aspettano l’appuntamento. Al netto, dunque, a non volersi vaccinare sono stati 131 dipendenti su un totale di 4.698. Lacirignola: “L'obiettivo dell’azienda era e resta il 100% degli operatori sanitari vaccinati”.
Il 2,8% dei 4698 dipendenti dell'Ausl di Modena con ruolo sanitario ha deciso di non vaccinarsi. Lo rende noto la Ausl stessa spiegando che verranno messe in campo tutte le risorse informative possibili per stimolare l’adesione alla vaccinazione anche tra i 131 dipendenti che lo hanno rifiutato.

Nell’Azienda Usl di Modena sono state somministrate dosi di vaccino anti-Covid a 3.983 operatori sanitari su 4.698, tra comparto (3.108, pari all’84% del totale degli appartenenti alla categoria) e dirigenza (875, pari all’89% del totale degli appartenenti alla categoria).

Tra i 715 operatori non ancora vaccinati ce ne sono, alla data di oggi, 272 persone per le quali, per motivazioni di salute, non è possibile al momento la vaccinazione (persone che hanno avuto covid negli ultimi mesi, assenze per gravidanze, maternità, aspettative, persone positive alle IgG), pari al 5,8% degli operatori AUSL. 262 sono invece gli operatori che hanno già l’appuntamento prenotato il vaccino (5,6%) e lo effettueranno nei prossimi giorni, mentre per altri 50 operatori è giunta all’Azienda la richiesta di vaccinazione ed è in corso il contatto da parte dell’Ausl per la prenotazione dell’appuntamento (1,1%). E poi quel 2,8% che ha deciso di non vaccinarsi.

“L’Azienda sanitaria – dichiara Michele Lacirignola, responsabile della Sorveglianza Sanitaria dell’Azienda USL di Modena – sin dall’inizio della campagna vaccinale ha sollecitato i propri dipendenti di area sanitaria ad aderire, riscontrando una grande attenzione e disponibilità. Col progredire della campagna, che ha purtroppo subito dei rallentamenti a causa della diminuzione delle forniture di vaccino, gli operatori sanitari non ancora vaccinati sono stati via via informati della possibilità di accedere alla vaccinazione con alta priorità, trattandosi di personale a diretto contatto con i pazienti. Ciò è avvenuto sia attraverso comunicazioni inviate a tutti i dipendenti, sia tramite il contatto individuale, con l’obiettivo di fornire informazioni specifiche anche rispetto a problematiche personali o di salute che comunque possono presentarsi".

“Questo lavoro - evidenza Lacirignola - ha portato, proprio nella seconda parte del mese di marzo, a un aumento delle prenotazioni, passate da 77 (dato al 26 marzo) alle 262 di oggi, con anche 50 richieste aggiuntive di vaccinazione che verranno evase nei prossimi giorni. Resta ancora una piccola parte di operatori che non ha aderito, rispetto ai quali orienteremo tutte le risorse informative possibili per stimolare un’adesione convinta a questo importante gesto a tutela della salute di tutti”.

È ora in corso il controllo sierologico post vaccinale previsto a 25-30 giorni dalla seconda dose. Dall’analisi dei risultati emerge che tutti gli operatori testati sono risultati positivi in termini di risposta anticorpale di anticorpi neutralizzanti (anti proteina spike).

“La campagna di immunizzazione ha avuto l’effetto di un crollo verticale del tasso di infezione fra gli operatori”, evidenzia la nota dell'Ausl, “mentre sul territorio il contesto epidemiologico era ancora caratterizzato dalla costante crescita dei nuovi positivi: fra gli operatori aziendali si è passati dai 70 casi settimanali di novembre 2020, ai 30 settimanali delle settimane di gennaio 2021 all’attuale situazione di marzo che vede la presenza di solo 12 operatori positivi nell’ultima settimana”.

Sul totale di 32 casi positivi riscontrati in tutto il mese di marzo 2021, i 4 che hanno manifestato un quadro suggestivo di malattia da covid con sintomatologia importante non erano vaccinati. Per contro, i lavoratori risultati positivi al covid ma asintomatici erano stati tutti vaccinati.

“Sono semplici evidenze di un percorso su cui la comunità scientifica continua a riflettere, anche alla luce dei nuovi studi pubblicati ogni giorno su copertura ed efficacia del vaccino – prosegue Lacirignola –. Sul piano più generale occorre prendere atto che nonostante il distanziamento fisico, le mascherine, le procedure di sicurezza messe in atto in azienda e nella vita sociale, la persistenza e aggressività del virus è palese e ciò rafforza la posizione della comunità scientifica mondiale che ritiene il vaccino il più potente strumento preventivo e l’unica possibile via d’uscita dalla crisi pandemica. Il risultato raggiunto in termini di efficacia dei vaccini effettuati, vale a dire il crollo delle malattie fra i nostri operatori, conferma la validità dell’obiettivo che l’azienda si è dato – conclude il medico –, che era e resta il 100% degli operatori sanitari vaccinati”.
1 aprile 2021
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