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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl - Friuli Venezia Giulia

FVG. Carenza medici di famiglia, Riccardi: “Cerchiamo soluzioni, anche per attrarre i professionisti”

immagine 14 aprile - Per l’assessore la prima cosa da fare è accelerare sui bandi per le assegnazioni degli incarichi e mettere in campo più borse, incentivando inoltre lo svolgimento dell'attività in zone disagiate. Ma per Riccardi “le regole dell'Acn sono un vincolo alla ricerca degli strumenti più adatti e della flessibilità per venire incontro a queste esigenze. Un vincolo molto forte da poter scardinare”. Attualmente in Regione operano 1076 mm, 471 raggiungeranno l’età della pensione nei prossimi 10 anni.
La Regione Friuli Venezia Giulia è pronta al confronto con i sindacati della medicina generale e dei pediatri di libera scelta per trovare una soluzione alla carenza di camici bianchi sul territorio generale. Lo ha detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla salute Riccardo Riccardi intervenendo ieri in Terza commissione consiliare, ai lavori della quale hanno partecipato anche il presidente dell'Anci regionale Dorino Favot e il presidente regionale degli Ordini dei medici, Guido Lucchini.

“Sarà importante ascoltare i sindacati per condividere quali sono le revisioni possibili per alcune problematiche derivanti dagli accordi collettivi nazionali e dove intervenire a livello regionale; ad esempio le tempistiche dei bandi per le assegnazioni degli incarichi a favore dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, ma anche le incentivazioni attraverso borse di studio a favore degli studenti che frequentano il centro di formazione medica regionale e le agevolazione per lo svolgimento dell'attività in zone disagiate del territorio regionale”, sono state le parole di Riccardi, rilanciate in una nota che ha sintetizzato l'intervento dell'assessore in commissione.
 
Il vicegovernatore ha sostenuto con forza il fatto che la carenza di medici sia, spiega la nota, “dettata innanzitutto da una forte evoluzione del sistema e dall'architettura giuridica del rapporto di lavoro sulla quale è lo Stato ad avere competenza diretta”. “Gli strumenti che la Regione ha a disposizione per intervenire in questo ambito sono limitati in quanto i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta non sono dipendenti del Servizio sanitario regionale ma liberi professionisti incaricati di un pubblico servizio. La giurisprudenza ha inquadrato il rapporto di lavoro tra il medico convenzionato e il servizio sanitario nazionale come lavoro para-subordinato, giuridicamente caratterizzato da una collaborazione coordinata e continuativa”.
 
C’è poi la questione demografica e formativa: “La nostra società - ha detto Riccardi -, grazie alle ricerche scientifiche da un lato è composta da persone sempre più anziane, ha un numero sempre maggiore di cronicità, conta su un numero sempre minore di posti letto e una maggiore domiciliarità. Dall'altro vede crescere sempre più il numero di medici specialisti e ridursi quello di medici di medicina generale”.

“L'avvento delle specialità - secondo Riccardi - ha determinato una maggiore attrazione dei giovani laureati in medicina verso questo settore, riducendo di conseguenza quanti invece si dedicano alla medicina generale. Il nostro compito deve essere quello di creare le condizioni affinché i giovani continuino invece a scegliere questo importante comparto. In tal senso vanno ad esempio il raddoppio delle borse di studio che abbiamo fortemente voluto ma anche i supporti per coloro che svolgono il ruolo di tutor per i medici tirocinanti”.
 
Il vicegovernatore ha posto poi in risalto la necessità di intervenire a favore di coloro che decidono di svolgere la professione nelle aree marginali della regione. "Dobbiamo mettere in campo - ha detto Riccardi - strumenti che siano in grado di attrarre i medici nelle zone in cui è oggettivamente più complicato svolgere questo tipo di attività, creando le condizioni per agevolare i professionisti rispetto ai colleghi che invece operano in zone molto più centrali. La ricerca degli strumenti più adatti e della flessibilità per venire incontro a queste esigenze è però spesso condizionata dalle regole dell'accordo collettivo nazionale, che è un vincolo molto forte da poter scardinare”.
 
Dalla panoramica compiuta inizialmente dai dirigenti della Direzione centrale Salute, è stato fatto il punto riguardante il numero dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta in servizio in Friuli Venezia Giulia. I medici di medicina generale ad oggi operativi in regione sono 1076, di cui 786 in assistenza primaria (17 con incarico provvisorio), 276 in continuità assistenziale (72 provvisori) e 17 per emergenza sanitaria territoriale. Inoltre la distribuzione territoriale delle 1076 unità vede 307 medici prestare servizio in Asugi, 486 in Asufc e 283 in Asfo. Per quanto riguarda invece i pediatri, dei 119 in servizio, 35 operano in ambito di Asugi, 49 in Asufc e 35 in Asfo.
 
Sempre dai numeri evidenziati, è emerso che nell'arco dei prossimi dieci anni saranno 471 i medici di medicina generale che raggiungeranno l'età pensionabile, di cui 154 nel territorio di Asugi, 200 in quello di Asufc e 117 in Asfo. Per quanto riguarda invece i pediatri, saranno 48 coloro che andranno in pensione nei prossimi dieci anni di cui 15 in Asugi, 19 in Asufc e 14 in Asfo.
14 aprile 2021
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