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QS Edizioni - venerdì 26 aprile 2024

Cimo: "Le soluzioni ci sono ma occorre avere una seria volontà e la capacità di agire una volta per tutte"

5 febbraio - "Le dichiarazioni odierne del ministro Grillo evidenziano l’assoluta necessità di approfondire il tema dell’accesso al corso di laurea in medicina e chirurgia che evidentemente neppure le istituzioni preposte sembrano voler comprendere fino in fondo. Se abbiamo una classe medica con età media avanzata è “semplicemente” per effetto di un blocco del turnover durato oltre ogni minima decenza; perché negli ultimi 10 anni il risparmio sul costo del personale sanitario ha rappresentato il vero tesoretto per le Regioni che hanno surrogato le carenze con contratti atipici; perché, da sempre, l’Università ha creato un muro invalicabile sulla possibilità di istituire i cosiddetti ospedali di insegnamento, che avrebbero formato adeguatamente e in tempo utile un ricambio adeguato per qualità professionale", così in una nota la Cimo.
 
"Vogliamo rivedere le modalità di accesso alla laurea in medicina e chirurgia? Assolutamente sì ma rivedendo forma e sostanza e non lasciando il destino di un giovane aspirante medico ad una manciata di quiz del tutto inappropriati, obsoleti e forvianti", prosegue il sindacato.
 
"Vogliamo discutere del reale fabbisogno di medici in Italia? Assolutamente sì ma evitiamo di illudere i 65.000 giovani, che ogni anno si cimentano con i test di accesso a medicina, che potranno un giorno diventare tutti medici con evidente esplosione, in questo caso certa ed esponenziale, della disoccupazione", chiosa ancora la Cimo.
 
"Le soluzioni ci sono ma occorre avere una seria volontà e la capacità di agire una volta per tutte: nei confronti del ministero dell’Università e Ricerca, sulle modalità di accesso al corso di laurea e soprattutto sugli ospedali di insegnamento; nei confronti delle Regioni, sull’obbligo di definire il reale fabbisogno di personale; nei confronti del MEF, sull’attuale blocco automatico del turnover. In sintesi, nei confronti dei veri corporativismi che bloccano le professionalità e strozzano il Sistema Sanitario Nazionale", conclude Cimo.
 
5 febbraio 2019
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