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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Governo e Parlamento

Interrogazioni/1. Recupero prestazioni pazienti non Covid: “Previsti stanziamenti e potenziato il personale”

immagine 13 gennaio - Dal Decreto agosto fino all'ultima manovra di Bilancio, sono stati introdotti stanziamenti al fine di garantire la piena attuazione del Piano Operativo per il recupero delle liste di attesa.  È stata data inoltre la possibilità alle aziende e agli Enti del Ssn "di assumere, anche attraverso procedure semplificate ed in deroga ai vincoli di spesa vigenti" personale sanitario. Così il sottosegretario Costa rispondendo all'interrogazione di Bologna (CI).
Per recuperare le prestaioni dei pazienti non Covid rimaste indietro in questi due anni di pandemia, con particolare riferimento a quelle per i pazienti cronici, il Governo è intervenuto a più riprese, dal Decreto agosto all'ultima manovra di bilancio, stanziando risorse, potenziando la telemedicina, riconoscendo alle aziende e agli Enti del Ssn di assumere, anche attraverso procedure semplificate ed in deroga ai vincoli di spesa vigenti personale sanitario e incrementando le borse di specializzazione finanziate.
 
A fare il punto della situazione è stato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rispondendo ieri in Commissione Affari Sociali alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Fabiola Bologna (CI).
 
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Costa.
 
"Le problematiche legate al recupero delle liste di attesa createsi nel periodo dell'emergenza Covid-19 sono state affrontate dal Governo, con il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126. Sulla base delle disposizioni contenute nell'articolo 29, comma 1 del citato decreto, le regioni e gli enti del SSN potevano avvalersi, sino al 31 dicembre 2020, di strumenti straordinari, anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa per il personale, per il recupero dei ricoveri e delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di screening, non erogati nel periodo dell'emergenza epidemiologica.
A tale scopo, il decreto-legge n. 104 del 2020 prevedeva specifici stanziamenti, pari a 112,406 milioni di euro, destinati ai ricoveri ospedalieri, ed a circa 365,812 milioni di euro per il recupero delle prestazioni ambulatoriali.

Come disposto dall'articolo 29 dello stesso decreto, l'accesso a tali risorse era conseguente all'invio da parte delle regioni di un Piano Operativo per il recupero delle liste di attesa, nel quale venissero dettagliati i modelli organizzativi prescelti, i tempi di realizzazione e la destinazione delle risorse.
Nel decreto Sostegni-bis, convertito dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, è stato affrontato nuovamente il tema delle liste di attesa, prevedendo la proroga delle risorse già stanziate con il decreto-legge n. 104, fino al 31 dicembre 2021, al fine di consentire un maggior recupero delle prestazioni di ricovero ospedaliero per acuti in regime di elezione e delle prestazioni di specialistica ambulatoriali non erogate dalle strutture pubbliche e private accreditate nel 2020, a causa dell'intervenuta emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus SARS-Cov-2. Per l'attuazione di tali finalità le Regioni e le Province autonome possono utilizzare le risorse non impiegate nell'anno 2020.

Nella Legge di bilancio 2022, al fine di garantire la piena attuazione del Piano Operativo per il recupero delle liste di attesa di cui all'articolo 29 sopra citato, le disposizioni previste dall'articolo 26, commi 1 e 2, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, sono prorogate fino al 31 dicembre 2022. Le Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano devono rimodulare il Piano già adottato prevedendo anche il coinvolgimento del privato accreditato e presentarlo entro il 31 gennaio 2022 al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze. Il suddetto Piano di recupero dovrà essere redatto in coerenza con il Piano di cui all'articolo 29 del decreto-legge n. 104 del 2020 convertito con modificazioni dalla legge n. 126 del 2020 e successivamente rimodulato ai sensi dell'articolo 26 comma 2 del decreto-legge n. 73 del 2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 106 del 2021.

Per l'attuazione di tali finalità è autorizzata la spesa per complessivi 500 milioni, di cui un importo massimo di 150 milioni, eventualmente incrementabile sulla base di specifiche esigenze regionali, può essere utilizzato per coinvolgere le strutture private accreditate, in deroga all'articolo 15, comma 14, primo periodo, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

Il Ministero della salute verifica, sulla base di apposita relazione trasmessa dalle Regioni e Province autonome, il numero e la tipologia di prestazioni oggetto di recupero, in coerenza con il Piano rimodulato. Nel caso in cui il Ministero della salute valuti positivamente l'insussistenza del fabbisogno di recupero delle liste d'attesa, il finanziamento rientra nella disponibilità del servizio sanitario della regione o provincia autonoma.
Tra le modalità di recupero delle prestazioni di specialistica ambulatoriale sarà previsto l'utilizzo delle tecnologie informatiche della Telemedicina. Il Pnrr prevede di attuare una importante innovazione in materia di telemedicina, che permetterà ai malati oncologici di essere costantemente seguiti nel loro percorso anche nel caso di impossibilità a presenziare fisicamente alla visita.

Riguardo lo sviluppo dei servizi connessi e relativamente all'introduzione delle misure di sostegno al SSN in termini di digitalizzazione dell'assistenza sanitaria, si rappresenta che la Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 17 dicembre 2020, ha approvato il documento del Ministero della salute «Indicazioni nazionali per l'erogazione di prestazioni in Telemedicina». Il documento fornisce indicazioni da adottare per l'erogazione di alcune prestazioni di telemedicina quali la televisita, il teleconsulto medico, la teleconsulenza medico-sanitaria, la teleassistenza da parte di professioni sanitarie e la telerefertazione.

Per quanto riguarda la carenza di personale sanitario, la situazione emergenziale ha ulteriormente acuito le difficoltà del sistema e, pertanto, sin dal manifestarsi della pandemia, si è reso necessario adottare misure del tutto straordinarie per consentire alle Regioni e Province autonome di poter reclutare, in tempi rapidissimi, professionisti con rapporti di lavoro flessibile stanziando le necessarie risorse che sono state confermate anche per il 2022, avviando peraltro un importante percorso di stabilizzazione del personale sanitario, soprattutto di quello impegnato nel corso dell'emergenza COVID (articolo 1 comma 268 della legge di bilancio per il 2022).

È stata data la possibilità alle aziende e agli Enti del SSN di assumere, anche attraverso procedure semplificate ed in deroga ai vincoli di spesa vigenti, medici specialisti, infermieri ed altri professionisti sanitari, operatori socio sanitari, medici specializzandi, nonché, ove necessario, laureati in medicina e chirurgia abilitati all'esercizio della professione e medici ed infermieri già in quiescenza. Sono stati trattenuti in servizio professionisti del ruolo sanitario, anche in deroga alle disposizioni previste per il collocamento in quiescenza.

Le misure descritte, anche grazie ad un rilevante incremento delle borse di specializzazione per i medici laureati (articolo 1 comma 260 della legge di bilancio per il 2022), contribuiranno non solo a sanare il gap di professionisti creatosi negli ultimi anni, per le attività specialistiche ospedaliere, ma anche a rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento ed alla creazione di strutture e presidi territoriali (case della Comunità e ospedali di Comunità), all'assistenza domiciliare, alla telemedicina ed all'integrazione con i servizi socio sanitari previsti nell'ambito delle misure attuative del PNRR".
 
Fabiola Bologna (CI), replicando, segnala che "numerose associazioni di pazienti e società scientifiche hanno espresso una forte preoccupazione per i ritardi nell'erogazione di prestazioni essenziali per persone affette da gravi patologie. Sottolinea che le attuali disfunzioni organizzative derivano in primo luogo dalla carenza di medici, fenomeno che sarà aggravato nei prossimi anni dall'ingente numero di imminenti pensionamenti relativo a tale categoria. Al riguardo, pone in particolare evidenza la situazione dei medici di medicina generale e quella delle strutture di emergenza-urgenza. Occorre quindi una gestione condivisa per affrontare tale situazione, potenziando le forme di reclutamento. In conclusione, ribadisce l'esigenza di assicurare a tutte le persone interessate il diritto alle cure, osservando che il Paese non può più permettersi un nuovo «lockdown terapeutico". 
13 gennaio 2022
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