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QS Edizioni - martedì 19 marzo 2024

Governo e Parlamento

La nuova campagna vaccinale sarà un flop. Ecco perché

di Giovanni Rodriquez
immagine 10 novembre - Se da parte del ministero della Salute l’unica informazione che si fa sulla vaccinazione Covid si continuerà a concentrare esclusivamente sul reintegro a lavoro del personale sanitario no vax, su cosa possa o non possa fare una persona non vaccinata e su chi possa evitare di ricorrere alla quarta dose con i vaccini aggiornati, il rischio di far diventare un grande flop l’attuale campagna vaccinale diventa quasi una certezza

Perché a questo punto non rivedere anche il Piano di prevenzione e controllo per la stagione influenzale o l’intero Piano nazionale di prevenzione vaccinale? Se, come ha suggerito ieri il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato a proposito dei vaccini contro il Covid, il rischio di morte è l’unico elemento da tenere in considerazione per giudicare come “utile” o meno il ricorso ad una vaccinazione, non ha senso continuare a raccomandarla per malattie che non espongono le persone ad un alto rischio di esito fatale.

Oggi, ad esempio, il vaccino contro l’influenza stagionale è offerto gratuitamente a quelle donne che si trovano in gravidanza e nel periodo “postpartum” all’inizio della stagione epidemica, così come a personale sanitario, forze di polizia, vigili del fuoco e categorie “socialmente utili”che potrebbero “avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa”.

Allo stesso modo viene raccomandata per gli allevatori, macellatori, addetti al trasporto di animali o donatori di sangue. Tutte categorie che non sono di certo esposte a rischio di decessi, in assenza di particolari fragilità individuali, in caso di influenza. Stesso discorso lo si potrebbe estendere alla vaccinazione contro la varicella consigliata anche agli operatori scolastici, oltre a quelli sanitari, nonostante il rischio più residuale di decesso a causa di questa patologia. E questo perché all’interno dei piani vaccinali il criterio della mortalità, per ovvie ragioni, non è l’unico ad esser preso in considerazione.

Ad oggi i vaccini bivalenti contro il Covid sono stati autorizzati da Ema e Aifa per tutti gli over 12 e raccomandati non solo per gli anziani ma per tutta la fascia di età over 60 oltre ai fragili con almeno 12 anni di età. Ne è stato raccomandato l’uso anche al personale sanitario e a chi lavora all’interno di luoghi a rischio come ospedali o Rsa.

Ma di certo non ne è stato sconsigliato l’uso al resto della popolazione. Al di là del rischio decesso si dovrebbero infatti tenere in considerazione anche quei criteri di pubblica utilità per chi ad esempio lavora nei servizi primari, esattamente come già si fa per le vaccinazioni contro l’influenza, oltre ad altre ragioni di salute pubblica come la possibilità di non contrarre una malattia che potrebbe anche assumere forme gravi o, ancora, evitare forme di long covid che potrebbero pesare a lungo sullo stato di salute delle persone.

L’Agenzia europea del farmaco già da tempo aveva avvertito del fatto che “le campagne di vaccinazione dovrebbero tenere conto dell'impatto delle dosi ripetute di richiamo sull'accettazione e sull'assorbimento del vaccino nella popolazione generale”. Da qui il consiglio a prepararsi a fare più promozione e informazione sul ruolo di una futura quarta dose e sull’impatto della malattia.

Se però, da parte del ministero della Salute, l’unica informazione che si fa sulla vaccinazione Covid si concentra esclusivamente sul reintegro a lavoro del personale sanitario no vax, su cosa possa o non possa fare una persona non vaccinata e su chi possa evitare di ricorrere alla quarta dose con i vaccini aggiornati, il rischio di far diventare un grande flop l’attuale campagna vaccinale diventa quasi una certezza.

Giovanni Rodriquez

10 novembre 2022
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