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QS Edizioni - martedì 19 marzo 2024

Lavoro e Professioni

Dal direttore sanitario obbligatorio al contributo extra per l’Enpam. Tutte le novità per l’odontoiatria

di Pasquale Quaranta
immagine 25 gennaio - Da quest’anno in pista numerose innovazioni nel settore, frutto di altrettante norme approvate dal Parlamento nel corso della legislatura, molte proprio lo scorso anno. Ecco un quadro delle principali incombenze e opportunità per dentisti e società
Direttore sanitario obbligatorio a carico delle società operanti nel settore odontoiatrico e contributo extra che le stesse dovranno versare all’Enpam. Inoltre riforma delle norme relative all’esercizio abusivo della professione, deducibilità fino a 10.000 euro per i corsi di formazione a carico del dentista e  super-ammortamento utilizzabile anche dagli odontoiatri liberi professionisti.
 
Queste sono alcune delle disposizioni approvate dal Parlamento  nel corso di questa legislatura e che andranno ad impattare sensibilmente sul settore odontoiatrico italiano.
 
Infatti la legge sulla concorrenza da poco approvata ha  chiarito che l'esercizio dell’attività  odontoiatrica è  consentita   alle   società   operanti  nel   settore, le cui strutture siano dotate di un direttore sanitario iscritto all'albo degli odontoiatri  e  all'interno  delle  quali  le prestazioni siano erogate dai soggetti in possesso dei titoli abilitanti.
 
Infatti, come hanno sottolineato le associazioni di rappresentanza del settore,  fino a quel momento le strutture territoriali avevano la possibilità di operare senza avere un direttore sanitario responsabile delle operazioni.
 
Inoltre, grazie alla legge, ogni struttura sanitaria polispecialistica presso la  quale  è presente un ambulatorio odontoiatrico avrà  l’obbligo di nominare un professionista responsabile e il mancato rispetto di tale vincolo comporterà la sospensione delle attività della struttura  secondo le modalità definite con apposito decreto del Ministro della salute che ,allo stato attuale, non è stato ancora varato. Inoltre, rimendo sempre in tema, non sarà possibile affidare al responsabile di una struttura le incombenze delle operazioni di un altro centro poiché le nomine non saranno cumulabili.
Quindi ogni società che fornirà servizi nel settore in questione avrà un responsabile che lavorerà esclusivamente per quel centro.
 
Importante, poi, anche l’intervento normativo in materia fiscale realizzato durante la discussione dell’ultima legge di bilancio. Infatti le società operanti nel settore odontoiatrico avranno l’obbligo di versare un contributo pari allo 0,5 per cento del fatturato annuo alla gestione ‘Quota B’ del Fondo di previdenza generale  dell’Ente  nazionale  previdenza  e  assistenza  dei  medici  e  degli odontoiatri (Enpam), entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello della chiusura dell’esercizio. Il legislatore ha così sancito un principio, oggi valido solo per il settore odontoiatrico, secondo il quale tutte le prestazioni effettuate e quindi tutti gli introiti ottenuti esercitando la professione, debbano prevedere un contributo previdenziale. Da segnalare che il contributo è previsto solo sul fatturato e non sull’utile maturato.
 
La legge sul lavoro autonomo, invece, ha accordato una deducibilità integrale fino a 10.000 euro annui per le spese sostenute dal professionista per la partecipazione a  convegni, congressi, corsi di aggiornamento professionale e relativi costi di soggiorno e viaggio.
 
Tra gli interventi più attesi vi è l’inasprimento delle norme in materia di esercizio abusivo della professione sanitaria approvate attraverso la legge Lorenzin.
 
Secondo un Rapporto Eures/Fnomceo si stimano oltre 60.000 abusivi nel settore sanitario e, solo in ambito odontoiatrico, si ipotizzano circa 15.000 operatori che, lavorando in nero, oltre ad attuare una sleale politica sui prezzi,  potrebbero recare danni ai pazienti non avendo i titoli per operare.
 
La riforma, sostenuta dal Presidente dell’Andi Gianfranco Prada,  ha modificato  l’art. 348 del codice penale  che ha aumentato la reclusione da sei mesi a tre anni per chi esercita abusivamente. Previste anche sanzioni pecuniarie con multe che passano dagli inefficaci 500 euro fino ad un massimo di 50mila euro.
 
Inoltre, per debellare alla radice il fenomeno, è stata introdotta  la pubblicazione della sentenza e la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato. La disposizione si è occupata, infine,  anche di chi ha determinato altri a esercitare una professione in maniera abusiva e di chi ha diretto l'attività delle persone che sono concorse nel reato, prevedendo, per tali soggetti, la reclusione da uno a cinque anni e la multa da 15mila a 75mila euro.
 
Interessante, infine, nell’ambito del programma Industria 4.0 elaborato dal Ministro Calenda, la possibilità a favore dei liberi professionisti tra cui i dentisti di utilizzare il cosiddetto super ammortamento  che consentirà di aumentare fino al 30%,  ai fini della detrazione fiscale, il costo del bene o strumento a uso durevole acquistato.
 
Pasquale Quaranta
 
25 gennaio 2018
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