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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Lavoro e Professioni

Polizia, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Regioni: “Il Numero Unico dell’Emergenza 112 funziona”

di Cristina Corbetta e Claudio Risso
immagine 24 luglio - I vertici di Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili del Fuoco al convegno “Numero unico di Emergenza, un modello da conoscere”. Il Capo della Polizia Gabrielli: “Usciamo dagli interessi di bottega”. E il Prefetto Frattasi si scusa per le posizioni di chi parla “senza conoscere e senza capire”. E Danilo Bono delle Regioni aggiunge: “Recuperate molte chiamate di emergenza che prima andavano perse”
Il Italia il Numero Unico dell’Emergenza 112 funziona: lo hanno affermato chiaro e forte il Capo della Polizia Franco Gabrielli, insieme al capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco Bruno Frattasi e al Comandante provinciale dei Carabinieri di Roma Antonio De Vita nel corso del convegno “Numero unico di Emergenza, un modello da conoscere” organizzato a Roma dall’on. Pedrazzini (Forza Italia) in collaborazione con l’Associazione di iniziativa parlamentare per la salute e la Prevenzione.
 
Una posizione univoca e convinta, che fa da contraltare alle recenti polemiche sul funzionamento del NUE 112. “Dobbiamo uscire dalla logica degli interessi di bottega – ha detto Gabrielli – che condizionano il giudizio e lo sottomettono a interessi di parte. L’112 è una grande opportunità per il cittadino, che può contare su una maggiore sicurezza, e anche per il sistema del soccorso nel suo complesso, che vede per la prima volta l’integrazione tra le Forze di Polizia e tra tutti gli attori dell’emergenza. Dobbiamo guarire dal difetto tutto italiano di gettare a mare il modello invece di concentrarsi sulla modifica delle eventuali criticità”.

“Chiedo scusa per alcune posizioni espresse recentemente da esponenti dei Vigili del Fuoco – ha rincarato la dose Bruno Frattasi, capo dipartimento dei VVF - che hanno parlato senza conoscere approfonditamente. I dati in nostro possesso indicano che l’112 funziona, e che i correttivi che stiamo introducendo, ad esempio il cosiddetto “filtro laico”, sono di grande efficacia”.

Allineati sulla “promozione” dell’112 anche i vertici dei Carabinieri: “Non possiamo dimenticare che in epoca pre-NUE non sempre si riusciva a rispondere a tutte le chiamate – ha ricordato Il generale Antonio De Vita - mentre oggi il NUE filtra le chiamate inappropriate e ci mette nelle condizioni di poter rispondere a tutti i cittadini. E che l’interconnessione tra le Forze dell’emergenza oggi è realtà, non una parola vuota.

La perdita delle chiamate in epoca pre-NUE è stata sottolineata anche dai responsabili del soccorso sanitario: “Abbiamo verificato – ha detto Danilo Bono, coordinatore del gruppo Emergenza Urgenza della Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni - che si perdevano dal 10 al 15% delle chiamate, e che comunque le risposte entro 5 secondi erano soltanto il 25-30%. Questi sono i dati su cui dobbiamo ragionare, senza creare pericolosi allarmismi”.

Da qui la proposta, da tutti condivisa e rilanciata, anche sulla base delle dichiarazioni di apertura e di disponibilità del sottosegretario agli interni Stefano Candiani, che ha voluto inviare un messaggio di convinto sostegno al modello 112: lavorare insieme, la politica e le Istituzioni, per monitorare e migliorare il servizio, senza però mettere in discussione un modello che, come ha confermato anche il prefetto Alessandra Guidi, presidente della Commissione 75bis del ministero dell’Interno, funziona e deve essere implementato.
 
A settembre un nuovo appuntamento con tutti gli attori del Sistema.
 
Cristina Corbetta e Claudio Risso
24 luglio 2018
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