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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Lavoro e Professioni

Formazione medica. Anaao Giovani: “Non basta occuparsi del numero chiuso, è necessario intervenire su più fronti”

immagine 8 febbraio - I giovani del sindacato bocciano anche il modello di accesso alla francese: “Aggraverebbe a dismisura l’imbuto formativo post-laurea, con un aumento del fenomeno della “pletora medica””. E poi rilanciano: “Occorre modificare le modalità di selezione oggi esistenti attraverso l’inserimento di una bibliografia di riferimento, con la costituzione di corsi pubblici di preparazione, rivedendo i test di accesso ed i contenuti degli stessi”.
Anaao Giovani esprime in una nota “profonda preoccupazione in merito alle dichiarazioni degli ultimi giorni che sembrano intendere la volontà di perseguire una rivisitazione del numero programmato a Medicina e Chirurgia, proponendo una soluzione ispirata al modello di selezione francese con libero acceso al primo anno seguito da un successivo esame di sbarramento per selezionare gli studenti in grado di proseguire il percorso di studi”.
 
Anaao Giovani ribadisce che “il modello di selezione “alla francese”, aggraverebbe a dismisura l’imbuto formativo post-laurea, con un aumento del fenomeno della “pletora medica” e con migliaia di neo-medici disoccupati che non potrebbero accedere alle scuole di specializzazione, condannati ai margini del SSN. Sarebbe inoltre impossibile mantenere una buona didattica con 60.000/70.000 matricole al primo anno e una stima di 20.000 studenti per quelli successivi, anche da un punto di vista logistico, considerando che in Italia non esistono infrastrutture in grado di accogliere una tale mole di studenti. Il rischio concreto è che in questo modo si spingerebbe sull’acceleratore delle Università private!”
 
“Altro dato da considerare – evidenziano i giovani del sindacato - è la carenza del numero del personale docente di ruolo e ricercatore scientifico in area disciplinare di scienze mediche in Italia che secondo il report Anvur dell’anno 2017 risulta essere pari a 8.944 unità, con un’età media di 52 anni (fonte: Statistica e Studi MIUR a.a. 2016/17), un numero certamente inferiore alle richieste. I dati parlano chiaro: in Italia oggi mancano i medici specialisti perché da anni non vengono finanziati in maniera adeguata i contratti di specializzazione mentre allo stato attuale i laureati in Medicina e Chirurgia sono in numero superiore rispetto alla media europea e rispetto alle reali esigenze di un sistema sanitario pubblico agonizzante! La soluzione è quella di studiare ed attuare un’adeguata programmazione affinché l’imbuto formativo diventi finalmente un cilindro formativo”.
 
“La massiccia fuoriuscita – prosegue la nota - dei medici dalle corsie ospedaliere per quiescenza o per le insostenibili condizioni di lavoro deve essere compensata da una giusta quota di specialisti investendo in formazione attraverso un incremento del finanziamento dei contratti di specializzazione!”.
 
Anaao Giovani ribadisce “con forza le proposte presentate al tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Salute e chiede che venga ridotto il numero di accessi al corso di laurea in Medicina e Chirurgia a 7000 posti l’anno ed incrementato il numero dei contratti di formazione specialistica di almeno 3.000 unità l’anno (ovvero un minimo di 9.500 contratti l’anno) per cercare di compensare la carenza di specialisti dovuta ai gravissimi errori di programmazione compiuti negli anni”.
 
“Occorre – rileva la nota - modificare le modalità di selezione oggi esistenti attraverso l’inserimento di una bibliografia di riferimento, con la costituzione di corsi pubblici di preparazione, rivedendo i test di accesso ed i contenuti degli stessi, ma il numero programmato non può e non deve essere abolito o rivisto”.
 
Anaao Giovani chiederà “ulteriori momenti di confronto avviati dalle recenti consultazioni con il Governo su una riforma concreta ed epocale della formazione medica, al fine di trovare la giusta strada per assicurare all’Italia professionisti di qualità ed in numero sufficiente ad assicurare le esigenze di un territorio ormai martorizzato da diseguaglianze sociali e di accesso alle cure”.
8 febbraio 2019
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