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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Lavoro e Professioni

Covid. Smi: “No ai vaccini in farmacia”

immagine 31 marzo - Onotri: “Non si capisce perché nella campagna vaccinale anti covid vengano preferite soluzioni alternative a quelle della medicina generale, che può dispiegare sul territorio l’organizzazione e la capillarità di 55mila ambulatori medici contro le poche migliaia di farmacie presenti”.
“Le difficoltà nel far partire velocemente la campagna vaccinale anti covid non sono legate  alla disponibilità  dei medici  vaccinatori, ma al numero irrisorio di dosi che vengono distribuite ai medici di medicina generale”, così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani.
 
“I medici di medicina generale hanno, in piena pandemia, vaccinato in 35 giorni lavorativi 10 milioni di italiani per l’influenza. Non si capisce perché nella campagna vaccinale anti covid vengano preferite soluzioni alternative a quelle della medicina generale, che può dispiegare sul territorio l’organizzazione e la capillarità di 55mila ambulatori medici contro le poche migliaia di farmacie presenti”.
 
“Se si vuole condurre con successo la campagna vaccinale tocca affidarla sul territorio a chi ha garantito, da sempre, la somministrazione dei vaccini a tutti i pazienti aventi diritto. Scegliere strade alternative, improvvisate, che rispondono solo a logiche politiche non garantisce la popolazione. È impensabile che il vaccino monodose venga dirottato nelle farmacie”.
 
“Se la campagna vaccinale continua ad andare, così, a singhiozzo, con solo  pochissime dosi di  vaccino  disponibili a settimana per i medici di medicina generale , non ci resta,  allora,  che prendere atto della volontà politica del governo di escluderci e ritirare la nostra firma dal protocollo dell’accordo  per le vaccinazioni. Non ci stiamo ad essere presi in giro, né noi , né i nostri pazienti. Perché quella che stiamo vivendo è una tragedia non una farsa”, conclude Onotri.
31 marzo 2021
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