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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl - Lazio

Vaccini. Siti Lazio sulla proposta del M5S: “Forti e profonde perplessità”

immagine 2 agosto - “Diverse imprecisioni e definizioni, non motivate da attuale evidenza scientifica, presenti negli articoli della bozza” di Pdl, hanno spinto il Direttivo della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica della Regione Lazio a diffondere un documento critico, “ma anche propositivo”, in merito alla pdl. Tra le questioni affrontate anche il ruolo della scuola che, per la Siti, “dovrebbe entrare sempre nel merito della verifica vaccinale garantendo, ad esempio, la presenza di uno o massimo due non vaccinati per classe”. IL DOCUMENTO
“Forti e profonde perplessità” da parte della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica della Regione del Lazio sulla proposta di legge in materia di vaccini presentata dal Movimento 5 Stelle del Lazio. Per la Siti, la proposta contiene, infatti, “diverse imprecisioni e definizioni, non motivate da attuale evidenza scientifica”, tanto da indurre il Direttivo a rispondere con un documento “sia critico che propositivo nell’ottica dei principi ispiratori della Nostra Società Scientifica, ovvero la Tutela della Salute e della Sicurezza della cittadinanza in ogni sua forma e significato, in particolare di dignità umana ed etica”.

In particolare, la Siti Lazio osserva come l’approccio fondato sulla raccomandazione, previsto dalla norma in oggetto, “non” abbia “dato nel passato i frutti sperati, risultando di fatto una riduzione della copertura vaccinale”. Inoltre, l’’applicazione di un iter vaccinale articolato attraverso uno screening pre-vaccinale..’, “non prende in considerazione il fatto che ad oggi non esistono esami che prevedano i rischi o gli effetti collaterali. L’unica modalità di approccio scientifico è un’accurata anamnesi vaccinale (cioè l’insieme delle domande che vengono poste prima di effettuare la vaccinazione) e la sorveglianza dopo la somministrazione”.

La Siti contesta anche la definizione di ‘.. familiarità per danni da vaccino riconosciuti..’, in quanto “risultano alla SItI Lazio casi di associazione tra familiarità e vaccinazione, mentre è dimostrata la familiarità di origine genetica per i casi di autismo. Laddove si prevede nella bozza di legge ‘..valutazione del quadro clinico individuale dovrà includere un completo e mirato protocollo di analisi..’, come già detto, non esistono test idonei a prevedere eventuali rischi o effetti collaterali (eventi rari o rarissimi). Per altro, alla proposta che ‘..Al fine di ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse..’ si ipotizza l’impiego ‘..anche con vaccini in formato monocomponente..’, si ribadisce come i vaccini combinati sono sicuri ed efficaci”.

“Attualmente – evidenzia la Siti - i vaccini hanno un contenuto antigenico ridotto con minor rischio di reazioni locali (ponfi) e generali (febbre). Mentre forti perplessità evoca l’ipotesi di somministrazione ‘..a partire dalla fine del secondo semestre..’”, ricordando che “il feto produce anticorpi già a partire dalla 28° settimana di gravidanza, per cui ritardare la vaccinazione mette il bambino a rischio di malattie (pertosse, le forme invasive da pneumococco, meningococco e Haemophilus Influenzae tipo b, ed altri agenti biologici) che, grazie alle vaccinazioni, sono diminuite o debellate in Italia, ma di nuovo emergenti in altri Paesi (ad es. poliomielite e difterite)”.

Quando, poi, nell’art.3 si cita ‘..in un intervallo minimo raccomandato di 60 giorni..’, per la Siti “viene razionale porre all’attenzione che l’attuale calendario vaccinale italiano è lo stesso utilizzato in tutta Europa e molto simile a quello utilizzato in tutti i paesi industrializzati e che tale periodicità nasce da studi consolidati che, altresì, non hanno ritenuto idonea la periodicità citata nella bozza di norma”.

Quanto all’affermazione nella proposta di norma che ‘..Il soggetto che, intrapreso l’iter predisposto alla vaccinazione..’ può interrompere a sua discrezione l’iter vaccinale, “non si dovrebbe neanche ribadire che la pratica vaccinale non è solo una scelta “individuale”, ma soprattutto un intervento di Sanità e Salute Pubblica, che persegue un obiettivo di interesse comune sociale e di equità e non solo individuale”.

Una delle “perplessità maggiori” per la Siti Lazio è costituita dalle parti della proposta in cui si afferma che ‘..La scuola garantisce che sia rispettato il periodo di quarantena..’ per un soggetto vaccinato. “All’attuale evidenza scientifica, consolidata ed incontrovertibile – replica la Siti Lazio - il vaccinato contro morbillo, parotite e rosolia non trasmette l’infezione, tanto che l’immunizzazione è raccomandata anche se la mamma del vaccinato è in gravidanza. Per quanto riguarda la vaccinazione contro la varicella, anche nei rarissimi casi in cui si verifichi la comparsa di vescicole sul tronco, è sufficiente tenere coperta la parte”.

Quanto alla affermazione nella proposta di legge rispetto alla scuola che “non entra nel merito..” della verifica vaccinale, la Siti Lazio risponde: “Per la tutela della salute, la scuola dovrebbe entrare sempre nel merito garantendo, ad esempio, la presenza di uno o massimo due non vaccinati per classe, per ridurre il pericolo di un focolaio epidemico”.

La Siti Lazio auspica, quindi, un passo indietro e si rende “disponibile ad un confronto ed ad una condivisione scientifica per riformulare tale norma nell’interesse della Salute e della Sanità Pubblica”.
2 agosto 2018
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