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QS Edizioni - giovedì 18 aprile 2024

Regioni e Asl - Lazio

Lazio. Zingaretti: “Entro giugno attendiamo decisione Governo su uscita dal commissariamento”

immagine 14 febbraio - “Mi auguro, al massimo entro giugno, una decisione definitiva del governo rispetto alle scelte che riguardano il commissariamento della Regione Lazio”, ha detto il governatore, anche incalzato dall’opposizione che gli ricordava come già un anno fa lo stesso governatore avesse annunciato la fine del commissariamento per dicembre 2018. L’obiettivo, dunque, slitta di 6 mesi. “Siamo alla vigilia, e mi batterò per questo”, ha detto Zingaretti.
“Mi auguro, al massimo entro giugno, una decisione definitiva del governo rispetto alle scelte che riguardano il commissariamento della Regione Lazio”. Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è intervenuto ieri durante la seduta straordinaria del Consiglio regionale sul tema dell’uscita dal commissariamento della sanità. A riferirlo una nota dell’ufficio stampa del Consiglio.

In apertura era intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Antonello Aurigemma, uno dei consiglieri regionali che aveva firmato la richiesta della seduta straordinaria, il quale ha ricordato . “Abbiamo assistito – ha detto a tale proposito Aurigemma - più di un anno fa ad una bellissima conferenza stampa dove si annunciava un’ipotetica uscita entro dicembre del 2018. Proprio da questi banchi più volte abbiamo chiesto chiarimenti per capire come mai, per la prima volta nelle regioni che sono sotto commissariamento, si annunciava un’uscita con oltre otto mesi di anticipo, ma soprattutto a poche settimane dalla scadenza di un’importante campagna elettorale. Oggi siamo a febbraio del 2019 –ha concluso il capogruppo di Forza Italia - e naturalmente l’impegno assunto per uscire entro dicembre 2018 non c’è stato”.

“Siamo alla vigilia, e mi batterò per questo - ha dichiarato a tale proposito Zingaretti - un riacquisto pieno dell’autonomia della nostra regione nella gestione della propria sanità, chiudendo una situazione che ci porta ancora oggi, ogni tre mesi, a vedere vincolate le scelte del presidente/commissario alle opinioni dei ministeri affiancanti. Credo che tornare a dare piena autonomia al Consiglio e alla Giunta debba essere un obiettivo strategico di tutti noi”.

Nel corso del suo intervento, Zingaretti ha ricordato gli eventi che hanno portato oltre un decennio fa al piano di rientro dal disavanzo e al commissariamento della sanità laziale da parte del governo nazionale. “Due parametri – ha detto il presidente della Regione - hanno portato al commissariamento: un disavanzo di due miliardi di euro nel 2006, pari al 20 per cento dell’intero fondo sanitario regionale e al 50 per cento del disavanzo di tutte le regioni e i punteggi dei livelli essenziali delle prestazioni più bassi. Insieme a questo enorme e drammatico disavanzo, purtroppo, la nostra regione vantava uno dei punteggi relativi ai livelli essenziali di assistenza tra i più bassi d’Italia, perché era di gran lunga inferiore al punteggio minimo di adempienza. Ancora nel 2009, infatti, il Lazio era a 114 punti, cioè 44 punti sotto la soglia di adempienza, fissata – come sapete – dallo Stato in 160 punti. Inoltre, lasciatemi aggiungere, il tasso di mortalità era di gran lunga superiore al valore medio nazionale del tasso di mortalità.”

Zingaretti ha ripercorso le tappe che hanno portato al progressivo rientro dal disavanzo, “con una accelerazione a partire dal 2014, sotto il 5 per cento fissato dal Patto per la salute 2010-2012: dai 669 milioni di euro di disavanzo del 2013 si è arrivati ai 45,6 milioni del 2017, pari allo 0,4 per cento del fondo sanitario regionale”. “Parallelamente –ha proseguito Zingaretti -, sono migliorati i livelli essenziali delle prestazioni. L’ultima rilevazione è di 180 punti, ben oltre la soglia di sufficienza riconosciuta dal governo. Inoltre, c’è stato un progressivo abbassamento del tasso di mortalità, oggi in linea con il dato nazionale”.

Oggi sarebbero dunque superati i motivi che giustificarono e portarono alla scelta commissariale, ma Zingaretti ha parlato di “un buco legislativo della Repubblica, che prevede le forme e i motivi per cui una regione entra in una stagione commissariale, ma non chiarisce le forme e i percorsi attraverso i quali le regioni, nelle loro autonomie, poi escono da questa stagione commissariale”.

Zingaretti ha ricordato l’aumento anche del numero dei trapianti, l’abbandono e il superamento del blocco del turn over, che ha permesso la riapertura della stagione dei concorsi che porterà a 8500 nuove unità di personale tra assunzioni e stabilizzazioni nel periodo 2019-2024. Quindi, Zingaretti ha confermato l’idea di convocare gli Stati generali della sanità, “che dovranno partecipare a un confronto al quale invitare  sicuramente le forze rappresentate in Consiglio, ma anche tutti i professionisti, gli operatori del sistema sanitario regionale, la scienza, l’industria farmaceutica (e non solo l’industria farmaceutica) per ragionare insieme su come questa regione, che è la sede dei policlinici universitari, può far coincidere l’uscita dalla stagione commissariale con l’inizio della definizione di un modello di sistema”.

Le parole di Zingaretti non hanno comunque rassicurato Daniele Giannini (Lega), che in una successiva nota afferma: “L’uscita dal commissariamento avanzato oggi in modo ottimistico dal governatore Zingaretti, non doveva essere considerato un punto d'arrivo ma, semmai, un punto di partenza. Per queste ragioni, ci saremmo aspettati maggiore programmazione, più dettagli nel merito e non le solite linee guida che si trascinano ormai da anni e che hanno affossato la sanità laziale”.

“A oggi - ha proseguito il consigliere leghista - registriamo ben 16 strutture ospedaliere chiuse a fronte di mancate aperture delle cosiddette 'Case della Salute', 14 pronto soccorso in meno della Sicilia che conta 1 milione di abitanti in meno e un deficit reale che si discosta di molto da quanto dichiarato dallo stesso Zingaretti. In quale modo, con questi numeri, riusciremo ad arrivare alla fine del commissariamento?”.
 
A fine seduta anche Aurigemma è tornato a commentare le parole di Zingaretti con una nota. “L’intervento del Presidente Zingaretti  nella seduta del consiglio straordinario sulla sanità - ha detto Aurigemma - dimostra che, nonostante siano trascorsi sei anni di amministrazione di centrosinistra,  la regione è ancora priva di politiche sanitarie, di programmazione e pianificazione. Siamo riusciti a raggiungere i primati di tutte le classifiche negative, che vanno dai tempi delle liste di attesa per le prestazioni sanitarie a quelli per l’attesa sulle barelle dei corridoi dei pronto soccorso, prima di ottenere un posto letto. Per non parlare del numero istituito ad ottobre del 2018 dal Ministero della Salute, il 1500, per segnalare anomalie sui disservizi sanitari, dove il Lazio svetta con oltre il 24% di segnalazioni, più del doppio rispetto alla seconda postazione. Per questo motivo, abbiamo chiesto che su questo tema ci sia un confronto diretto e leale con una cadenza mensile all’interno della commissione preposta sul programma operativo e sul modello di gestione del sistema sanitario, per cambiare rotta e dare risposte concrete e risolutive ai nostri cittadini”.

Nel corso della seduta sono stati esaminati quattro ordini del giorno, due dei quali sono stati approvati. Il primo ordine del giorno approvato, presentato dai capigruppo della maggioranza, “impegna il presidente della Regione “a perseguire l’obiettivo di ricondurre, nel rispetto dei programmi operativi e del mandato ricevuto, al rientro nella gestione ordinaria della sanità regionale”. Un ordine del giorno che vede come primo firmatario Aurigemma, impegna Zingaretti a depositare in Consiglio regionale i verbali delle riunioni del tavolo tecnico di verifica; consentire mensilmente alla commissione Sanità un'audizione sui parametri del Programma operativo 2016-2018; presentare in Consiglio regionale il Programma operativo 2019-20121; presentare alla competente commissione, entro il mese di giugno 2019, il Modello di gestione del Sistema sanitario regionale, affinché possa animare un confronto pubblico sul piano con gli stakeholders del sistema sanitario regionale, con l’obiettivo di annullare le liste d’attesa, rendere efficienti e vivibili i pronto soccorso regionali, eliminare le migrazioni verso altri Ssr”.
14 febbraio 2019
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