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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Regioni e Asl - Lazio

Lazio. Personale sanitario: il 25% accusa “limitazioni” al lavoro

immagine 16 aprile - Non possono sollevare i pesi, alcuni non possono lavorare di notte, altri non possono restare troppo a lungo in piedi. Secondo la ricerca svolta del consigliere regionale Maselli, i dipendenti con limitazioni nel Lazio sarebbero il 25%. Il dato per l'Umberto I salirebbe al 42%, ma “solo” 699 su 1.687 sarebbe riferito a medici, infermieri e ausiliari.  All'Asl Roma 2, nel suo complesso (comprende ospedali Pertini, Sant'Eugenio e Cto) il dato sale al 34%, alla Roma 3 al 30%.
Seduta in Commissione Sanità del consiglio regionale del Lazio dedicata, oggi, alle considerevoli percentuali del personale sanitario in servizio con “limitazioni al lavoro”. La questione è stata sollevata dal consigliere componente della stessa commissione e presidente di quella per lo  Sviluppo economico, Massimilano Maselli (Noi con l’Italia). Il consigliere ha illustrato i dati della sua recente ricerca dalla quale è emersa la necessità di individuare nuovi sistemi di verifica sulle certificazioni e l’adozione di linee guida nel Lazio, come già adottate dalla regione Lombardia.

Ha partecipato alla seduta anche la dottoressa Barbara Solinas, dirigente dell’Area risorse umane della direzione regionale e integrazione sociosanitaria.

Cosa sono le “limitazioni o prescrizioni al lavoro”? Nelle corsie vi sono infermieri che non possono sollevare i pesi, alcuni non possono lavorare di notte, altri non possono restare troppo a lungo in piedi. Secondo la ricerca svolta del consigliere regionale di opposizione, i dipendenti con limitazioni sono il 25 per cento, un dipendente su quattro ha delle limitazioni al lavoro. L'età media dei dipendenti è sopra i 50 anni.

Secondo i dati illustrati da Maselli e riassunti in una nota dell’ufficio stampa del Consiglio, i dipendenti con limitazioni al Policlinico Umberto I sono il 42%, su 4.333 dipendenti, quelli che hanno delle prescrizioni sono 1.687. Questa cifra comprende anche gli impiegati. Limitando l'attenzione solo a infermieri, ausiliari e medici, escludendo gli universitari, ci sono 517 medici, 1.123 infermieri e 94 ausiliari: totale 1.734. Di questi quelli con prescrizioni o limitazioni sono 175 medici e 524 infermieri, per un totale di 699.  Altro ospedale: il San Camillo. Qui il numero dei dipendenti del comparto sanità (infermieri, medici e ausiliari) è di 2.416, quelli con limitazioni sono 444, circa il 18 per cento. All'Ospedale Sant'Andrea la percentuale è al 24%.

All'Asl Roma 2, nel suo complesso (comprende ospedali Pertini, Sant'Eugenio e Cto) siamo al 34 per cento, alla Roma 3 si raggiunge il 30 per cento.

Poi, in altre aziende, il dato diminuisce: all'Asl Roma 1 risulta solo il 6 per cento del personale con limitazioni, nelle quattro province (Viterbo, Latina, Frosinone e Rieti) la situazione è migliore con percentuali che oscillano tra il 5 e il 13 per cento.

Basso anche il numero di dipendenti con limitazioni all'Ares 118 (agenzia regionale per l'emergenza sanitaria), dove l'8 per cento ha prescrizioni, nell'azienda ospedaliera San Giovanni siamo al 6 per cento, al Policlinico Tor Vergata al 7 per cento.

Al termine dell’incontro la dirigente Solinas ha spiegato il modello vigente e chiarito come sia in corso un’indagine conoscitiva che fotografi la realtà, da qui l’aggiornamento della seduta a un prossimo confronto su eventuali proposte di intervento.
16 aprile 2019
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