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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Lettere al Direttore - Lazio

Il Lazio esce dal commissariamento? No grazie

di Davide Barillari
Gentile direttore,
la Regione Lazio, dopo 12 anni di gestione commissariale, non è ancora nelle condizioni morali, politiche e soprattutto sanitarie per uscire dal commissariamento della sanità il 30 luglio 2019. In questi 6 anni di attenta analisi della sanità laziale abbiamo evidenziato tutte le criticità esistenti, e nonostante qualche miglioramento, i principali problemi ad oggi non sono stati ancora risolti.
 
Si è inseguita ciecamente la strada del risanamento finanziario solo far tornare i conti a discapito della qualità dei servizi offerti ai cittadini, che si sono ridotti per qualità, soprattutto nelle province laziali. La Corte dei Conti con una relazione di pochi giorni fa conferma un panorama contabile ancora pieno di dubbi: contabilità fuori controllo, tempi di pagamento oltre i limiti di legge, disavanzo certificato per asl ed ospedali, decine e decine di milioni di euro di debito per singola asl verso fornitori, Agenzia delle entrate ed Inps.
 
Dal 2013 ad oggi le leggi approvate dal Consiglio Regionale e la marea di Decreti commissariali di Zingaretti non hanno condotto alla costruzione di un modello efficace ed efficiente di sanita’, ma hanno garantito il protrarsi di interessi politici locali.
Permangono enormi problemi strutturali nel Servizio Sanitario Regionale del Lazio.

I direttori generali, scelti sempre e solo per vicinanza politica piuttosto che per competenza, non hanno portato i risultati tanto attesi (abbattimento liste di attesa, affollamento pronto soccorso, funzionamento delle case della salute, ecc) ma paradossalmente sono stati premiati per i mancati risultati.
Proseguono le esternalizzazioni a mille cooperative e aziende private che ricattano i lavoratori, non si ferma il ricorso estremo al precariato, continuano i tanti regali alla sanità privata che operano con uno scarso livello di controllo, prosegue l’abbandono al degrado di ospedali storici a vantaggio delle privatizzazioni.

I tentativi di attivare la “sanità territoriale e domiciliare” che doveva ridurre l’accesso ai pronto soccorso, si sono limitati ad un goffo tentativo di far funzionare solo una decina di case della salute, inaugurate solo per la stampa e mai fatte funzionare davvero, con una spesa molto alta di denaro pubblico.

La debolezza della rete ospedaliera con l’indebolimento costante di importanti ospedali e l’insufficienza della rete emergenza-urgenza, in mano al far west delle chiamate a spot di ambulanze private.

Gli scarsissimi passi effettuati nel campo della medicina predittiva e personalizzata, l’insufficienza della prevenzione e delle diagnosi precoci, così come il ritardo nella sanità digitale con la mancanza ormai cronica del fascicolo sanitario elettronico, la mancata presa in carico di pazienti fragili e anziani pluripatologici, l’estrema debolezza della rete dei servizi di salute mentale.

L’elemento contabile più critico, il fondo di dotazione negativo per 850 milioni di euro, è ancora presente nonostante le azioni correttive effettuate in tutta fretta in questi ultimi 5 mesi: serve ulteriore tempo per affrontare seriamente questo grave problema che impatta i bilanci patrimoniali di quasi tutte le asl laziali ed espone la Regione Lazio ad un rischio contabile nemmeno attualmente quantificabile.

Per finire, sempre più cittadini della Regione Lazio in condizione di fragilità socioeconomica rinunciano alle cure perché non possono permettersi né i costi di assistenza o farmaci per i quali è prevista una compartecipazione alla spesa, e né possono ricorrere all’ intramoenia quando le liste di attesa nell’ospedale pubblico li costringono a rivolgersi sempre e solo alla sanità privata.
 
Riteniamo che il Lazio non abbia fatto ancora quell’importante passo in avanti, morale e politico, che permetterebbe di tornare con sicurezza ad una gestione normale della sanità.

Se usciamo prematuramente ed anticipatamente dal commissariamento, in una fase ancora così critica e delicata, avremmo questi effetti negativi:
- si darebbe ancora più potere al Presidente della Regione ed alla sua giunta per proseguire con maggiore determinazione nella stessa fallimentare politica sanitaria che ha portato avanti fino ad oggi, rinunciando anche al controllo diretto da parte del Governo (solo durante la fase di commissariamento è prevista la presenza di un Commissario Ad Acta e di un Sub Commissario di nomina ministeriale).

- si permetterebbe alla scalcagnata Commissione Sanità del Consiglio Regionale, attualmente limitata nei suoi poteri, di procedere ancora più velocemente nell’attuazione di tutte le proposte di legge provenienti dalla giunta regionale (azienda zero, vaccini, professioni sanitarie, ecc) che coincide perfettamente con la linea del Partito Democratico

- si regalerebbe ai Direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere, di nomina diretta e fiduciaria di Zingaretti, un potere enorme nel decidere ancora più liberamente su chiusure di reparti, trasferimenti e mobilita’clientelari, appalti, costose esternalizzazioni, concorsi e bandi dove si sa già chi vince.

- si continuerebbe senza più controlli l’impoverimento delle province a vantaggio della sanita’ romana, concentrando posti letto, specialisti ed eccellenze solo su Roma.
 
La proposta di natura precauzionale per l’efficienza del Servizio Sanitario Regionale e per il corretto andamento della Pubblica amministrazione regionale è quella di confermare l’uscita dal commissariamento (non dal piano di rientro, che durerà in ogni caso altri 2-4 anni) solo quando le condizioni tecniche saranno oggettivamente migliori, liberandole dalle attuali “strumentalizzazioni ed interpretazioni politiche” della giunta Zingaretti, ipotizzando sia una nuova verifica al 30/07/2020 (sulla base dei bilanci 2019 consolidati e sul nuovo modello per il calcolo dei lea) e sia affiancando all’attuale Presidente un subcommissario con altissima competenza ed esperienza che possa davvero mettere a posto i conti nel corso del biennio 2019-2020.
 
Invito i partecipanti al Tavolo di verifica del piano di rientro di domani 30 luglio 2019, ossia i referenti tecnici del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di valutare tutto questo con molta attenzione.

Uscire anticipatamente dal commissariamento senza che i conti siano a posto e con criticità cosi’ forti ancora presenti (liste di attesa infinite, caos pronto soccorso, bilanci asl in rosso, fondo di dotazione negativo) non farà bene alla Regione Lazio, ai professionisti della sanita’ e a tutti i cittadini".
 
Davide Barillari
Consigliere M5S Regione Lazio 
29 luglio 2019
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