toggle menu
QS Edizioni - martedì 19 marzo 2024

Lettere al Direttore

I ‘furbetti’ del Pronto soccorso

di Calogero Spada
26 aprile - Gentile Direttore,
mi piacerebbe intervenire nel merito del nuovo codice deontologico o delle classificazioni delle professioni, ma invece vorrei fornire la narrazione di una fattispecie vera accaduta ad un collega, perché ritengo racchiuda una gamma di riflessioni, forse anche di maggiore pragmatismo.
 
Vigilia di Pasqua: in piena notte al pronto soccorso di un ospedale del nord ovest si presenta il signor Tizio, dichiarandosi coinvolto in un incidente stradale con trauma collo-torace e pregresso pneumotorace (pnx); al triage è classificato come codice VERDE, pur tuttavia il medico del pronto soccorso, per consolidata prassi, invece che re-inviarlo al curante per il più corretto iter ambulatoriale, prescrive due rx: torace e rachide cervicale, ed invia il paziente in radiologia con le prescrizioni in codice ROSSO, pur in assenza, rispettivamente, sia di situazioni che oggettivamente giustificassero tale formalmente dichiarata grave condizione (contusioni e/o penetrazione di oggetti, oggettive difficoltà respiratorie, etc.), sia del tipico presidio del caso: collare cervicale. 
 
Il TSRM che riceve il paziente, ben consapevole di tali andazzi, accetta entrambe le prestazioni, se non che il Sig. Tizio gli propone visione di pronto incartamento di precedenti eseguiti per la diagnosi e follow-up del su citato pnx.
 
Al che si domanda: Esami precedenti in tale fattispecie improvvisa? I casi sono due: tiene l’archivio delle cose più importanti della sua vita in auto o in borsa, oppure l’incidente non è proprio appena e/o colà accaduto.
 
Malgrado le prestazioni siano quelle incluse nell’elenco “esaustivo delle pratiche radiologiche ammesse alla standardizzazione”, che quindi può (o forse sarebbe meglio dire: DEVE) eseguire in autonomia e su prescrizione medica, vorrebbe far intervenire il medico: però i precedenti consegnati sono i medesimi presenti nella cartella radiologica digitale del paziente (eseguiti, giusto caso, nello stesso presidio) e poi ricorda che è uno dei molti radiologi dalla “giustificazione facile”, che quindi, non soltanto acconsentirebbe alla esecuzione “in automatico” – ossia senza consulto, anche soltanto telefonico, con il prescrivente (con cui non vuole ingenerare alcun contrasto) e/o visita del paziente (come normativamente previsto: chiedere anche soltanto: ora luogo e data del sinistro?) – ma che certamente troverebbe anche cervellotica propria motivazione in avallo, altresì sostanziando il disappunto per essere stato inutilmente “disturbato” nel pieno della  notte.
 
Per tale noto e già collaudato “fuoco incrociato” di mera connivenza, il TSRM esegue gli esami prescritti, restituisce i precedenti al paziente, che ignaro di essere stato scoperto nella sua “furberia”, cordialmente si congeda: «buonanotte, buona Pasqua … e buon lavoro».
 
Pertanto, con ben due referti di negatività, le due prestazioni che sono costate quasi mezz’ora del tempo di lavoro del TSRM, sono funzionali: la prima a confermare quanto ottenibile da una accurata visita del paziente: la assenza di alterazioni, sia riferibili al narrato trauma toracico, ma anche in relazione al “recente pnx”; la seconda a certificare una inesistente distorsione, attestazione che, peraltro, una sentenza della Cassazione (n. 1272/2018) ritiene non più necessaria. 
 
Questo è un caso, certamente non isolato, non di c.d. “malasanità” ma di, ugualmente e forse anche più costoso, cattivo utilizzo della sanità.
Infatti, Pasqua o non Pasqua, le notti dei TSRM d’Italia sono funestate da pletore di Caio, Sempronio e Mevio, che non guardando in faccia a niente e nessuno pur di conseguire il proprio inutile (in assenza di trattamenti successivi), nonché frodaiolo comodo (no ticket – no party), non soltanto approfittano dei servizi pubblici di urgenza ed emergenza raggirando e/o coartando l'attività di medici paurosi o inesperti (comunque in illegittimo concorso), ma  alfine, anche pensando che gli altri professionisti sanitari siano dei perfetti (e magari obbligati) idioti, sfacciatamente forniscono anche la prova tangibile della propria colpevolezza.
 
Di fronte a tali mere indecenze morali, in un mondo di qualunquismo e superficialismo in cui siamo sprofondati, le leggi risultano inefficaci ed urge la loro più opportuna modifica in ordine ad estirpare simili malcostumi (Valutazione degli accessi al pronto soccorso con il metodo del “trattamento/non trattamento” in ordine all’addebitamento del ticket? Esercizio medico difensivo ascrivibile a peculato? Obbligatorietà contestuale del trattamento sanitario in caso di incidente stradale? Una più ampia potestà del TSRM, come avviene in UK?). 
 
Tornando allo specifico caso, considerazioni economiche a parte, anche a causa del Sig. Tizio, diverse prestazioni, quali ad es. una TC per colica renale in corso ed un rx torace per tosse e febbre (entrambe situazioni che si spera alcuno soffra mai) sono state rispettivamente fortemente ritardate ed addirittura non eseguite per rinuncia degli stessi esasperati ma veri pazienti.
 
Morale: Se vogliamo che la sanità italiana funzioni bene, ossia possa intervenire al momento giusto alla persona giusta, con l’intervento giusto, allora dovremmo – Pasqua o non Pasqua – iniziare anche a fare la prima cosa civilmente più utile: un approfondito esame di coscienza.
 
Dr. Calogero Spada
Dottore Magistrale
Abilitato alle Funzioni Direttive
Abilitato Direzione e Management AA SS 
Specialista TSRM in Neuroradiologia (Gallarate)
26 aprile 2019
© QS Edizioni - Riproduzione riservata