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QS Edizioni - martedì 19 marzo 2024

Lettere al Direttore

Cnsu: la sconfitta degli specializzandi

di Pierino Di Silverio (Anaao Giovani)
10 giugno - Gentile Direttore,
il 14 e 15 maggio 2019 si sono svolte le elezioni per i rappresentanti in seno al Consiglio Nazionale degli studenti Universitari (CNSU). Il CNSU è organo consultivo di rappresentanza degli studenti iscritti ai corsi attivati nelle università italiane, di laurea, di laurea specialistica e di specializzazione e di dottorato.
 
Formula pareri e proposte al Ministro dell'istruzione, università e ricerca:
- sui progetti di riordino del sistema universitario predisposti dal Ministro;
- sui decreti ministeriali, con i quali sono definiti i criteri generali per la disciplina degli ordinamenti didattici dei corsi di dei corsi di studio universitario, nonché le modalità e gli strumenti per l'orientamento e per favorire la mobilità degli studenti;
- sui criteri per l'assegnazione e l'utilizzazione del fondo di finanziamento ordinario e della quota di riequilibrio delle università;
- elegge nel proprio seno otto rappresentanti degli studenti nel Consiglio Universitario Nazionale;
- può formulare proposte e può essere sentito dal Ministro su altre materie di interesse generale per l'università;
- presenta al Ministro, entro un anno dall'insediamento, una relazione sulla condizione studentesca nell'ambito del sistema universitario;
- può rivolgere quesiti al Ministro circa fatti o eventi di rilevanza nazionale riguardanti la didattica e la condizione studentesca, cui è data risposta entro 60 giorni.
 
Il CNSU è composto da 28 membri eletti tra gli studenti universitari, un membro eletto tra gli specializzandi ed un membro eletto tra i dottorandi. E già la composizione fa sorgere non pochi dubbi sull’utilità del ruolo oltre che sulla legittimità effettiva.
 
Riteniamo, infatti, denigrante che un solo medico ed un solo dottorando facciano parte di un consiglio universitario che annovera le rappresentanze di studenti provenienti da diverse facoltà.
 
Si, perché lo specializzando è un medico a tutti gli effetti, non più uno studente, ed è abilitato all’esercizio della professione. Un medico che in molti casi “regge” le Università, visita i pazienti, gestisce ambulatori, svolge turni di guardia, lavora anche 24 ore continuative, senza riposi, il tutto i barba al dgls 368/99 che teoircamente dovrebbe tutelare la formazione e con il grave tacito assenso dei controllori.
 
E allora, quale contributo fattivo al miglioramento della condizione lavorativa degli specializzandi, ad oggi ibrida e in netta discordanza con il resto del mondo, può apportare un singolo rappresentante in seno ad un consiglio composto da ben 30 membri tutti studenti di diverse facoltà con giustificate e sacrosante esigenze nettamente diverse da quelle di un lavoratore seppur ibrido?
 
Passando poi ai compiti del CNSU il nostro dissenso non può che aumentare. Visti i temi che vengono affrontati, non potranno mai trovare applicazione: un aumento della retribuzione, adeguamenti delle reti formative, miglioramento dei controlli sulla qualità della formazione, tutele amministrative, tutele assicurative e giuridiche ed il tutto non per mancanza di volontà o incapacità dei rappresentanti che negli anni si sono alternati, ma perché tali problematiche non sono oggetto di discussione all’interno del CNSU e non rientrano negli obiettivi del Consiglio Nazionale degli studenti.
 
Resta tuttavia, quello delle elezioni al CNSU, attualmente uno dei pochi momenti, se non l’unico, di confronto di rappresentatività e di stimolo alla acquisizione di una identità dello specializzando, sbagliata, ma pur sempre una identità.
 
Per queste ragioni l’attrazione che questo organismo esercita sugli specializzandi è assai scarso se si reca al voto una percentuale che oscilla tra il 5 e il 7%: su circa 30.000 medici in formazione con diritto al voto, solo 2.500/2.800 votano.
 
E per le stesse ragioni possiamo comprendere facilmente anche il perché, negli anni, le rappresentanze elette degli specializzandi non hanno inciso in tale organismo (anche perché l’alternativa sarebbe una incompetenza costante da parte degli eletti).
 
A questo punto sarebbe opportuno individuare altri teatri di rappresentanza per i medici in formazione con una regolamentazione della stessa per individuare criteri corretti di rappresentatività.
 
È vero che esiste un Osservatorio Nazionale per le scuole di specializzazione che annovera al suo interno ben tre medici in formazione, ma tale organismo si occupa del corretto funzionamento delle scuole di specialità ed analizza ancora una volta la qualità della componente didattica, ovvero ancora una volta è stata posta molta attenzione sulla qualità del contenitore, le università, ma nessuna sul contenuto, e cioè i medici che le popolano.
 
Dovremmo sempre di più interrogarci sul ruolo del medico in formazione oggi in Italia, che temiamo rimanga vittima di un progetto di de-professionalizzazione. Appare fin troppo chiara la volontà di continuare a considerare lo specializzando solo uno studente che, all’occorrenza può diventare un’ottima manovalanza, e relegare lo stesso a forme di rappresentatività nelle reti universitarie fa gioco e contribuisce allo svilimento del ruolo del medico in formazione, contribuisce alla perdita di identità dello stesso. Un disegno che fa leva sullo stato di soggezione del medico in formazione che senza alcuna rimostranza, lascia intendere di accettarlo passivamente.
 
Eppure il rimedio sarebbe semplice, ma passa inevitabilmente dalla presa di coscienza di coscienza di ruolo e di identità che probabilmente il medico in formazione ancora non è pronto ad acquisire e le forme di rappresentanza previste oggi di certo non aiutano tale processo, ma lo ostacolano.
 
Occorre modificare lo status dello specializzando per adeguarlo alle realtà europee e riqualificare la sua professionalità. Solo cosi si potrà ridurre la fuga dei giovani medici che scelgono l’estero per appetibilità formative, economiche e sociali di rilievo che in Italia, non avranno mai, almeno finchè durerà l’era della formazione popolata da dinosauri.
 
Pierino Di Silverio
Responsabile Nazionale Settore Anaao Giovani
10 giugno 2019
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