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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Lettere al Direttore

Sulla riforma del 118 serve massima condivisione del percorso, senza fughe in solitaria

di Roberto Romano
14 ottobre - Gentile Direttore,
se mi è concesso approfitto ancora della Sua ospitalità per puntualizzare alcuni concetti che, a quanto pare, hanno lasciato così sbalordito il Dr. Clemente.
Intanto viene da sé, viste le posizioni espresse prima da ANIARTI, che come SIIET richiede maggiore condivisione preventiva con tutti gli attori per un eventuale riassetto del sistema di emergenza territoriale, che nella mozione di FNOPI, che chiarisce finalmente come la strada non sia quella di nascondersi dietro allo spauracchio di un task shifting che esiste solo nella testa di taluni, che il mondo sanitario è ben lungi da, come invece afferma Clemente, “plaudire unanimemente” alla proposta della Senatrice Castellone.

FNOPI, in particolare, immaginiamo dopo il plauso del Presidente FNOMCeO per la mozione della Federazione Infermieri, ha sentito il bisogno di chiarire ulteriormente il senso della stessa con un post su Facebook che recita: “L’interpretazione “autentica” della mozione dei 450.000 infermieri approvata ieri dalla FNOPI: "L’immobilismo non è più sostenibile per nessuno: cittadini, SSN, professionisti. Vogliamo che si cambi. Lasciare tutto immutato è fonte di soli Sprechi” .

Tutto condiviso e ben rappresentato quindi? Ci pare francamente di no.

In questo senso si legga anche la posizione di ANPAS, che a sua volta richiede un giusto coinvolgimento nelle scelte.

Non tedierò i lettori, e neppure il Dr. Clemente, con spiegazioni su argomenti che, francamente, bisogno di spiegazione non dovrebbero avere. Come posso permettermi di insultare l’intelligenza del Dr.Clemente, o di chi ci legge, spiegando su queste pagine cose che, oltre che col buon senso, hanno a che fare essenzialmente con l’aritmetica? Davvero c’è bisogno di spiegare che se hai una centrale 112 (CUR PSAP1), che ha tra i suoi primi compiti la localizzazione dell’utente anche attraverso sistemi complessi di geolocalizzazione, è inutile operativamente, e dispendioso, moltiplicare il costo di quegli stessi sistemi per quattro o cinque, o più, fornendo anche le centrali sanitarie (PSAP2) degli stessi sistemi? e poi che faremo con quelle tecniche o di pubblica sicurezza?

Perché, poi, in un tentativo di razionalizzazione a livello europeo dei numeri di emergenza, che dovrebbe portare alla centralizzazione degli stessi per semplificarne l’acceso alla cittadinanza, da noi si deve pensare a mettere un numero parallelo e non uno sostitutivo che integri gli altri? Per una normativa europea di vent’anni fa, magari tecnicamente scritta non benissimo? La risposta, a mio parere, sta proprio nella nota esplicativa di FNOPI: “lasciare tutto immutato è fonte di soli sprechi.”

Anche riguardo ai livelli di assistenza vorrei fare un discorso a parte: Nel documento si parla, alla fine, solo di quel famoso terzo livello di soccorso che gioco forza deve vedere l’equipe medico- infermiere e soccorritore. Nessuno ha mai messo questo assetto in discussione e, anzi, questa è senz’altro la direzione da intraprendere. Altro è invece sostenere che solo questo livello possa fornire un supporto avanzato o, più in generale, un ALS.
Il Dr.Clemente ha spiegato ai molti medici che ogni giorno lavorano sul territorio su ambulanze con soli volontari o soccorritori che questi da anni, secondo tale visione, non forniscono un supporto avanzato? Non so...

Che dire, poi, dei mezzi infermieristici territoriali che esistono, in alcuni luoghi da circa vent’anni e con risultati, in termini di risposta e outcomes, assolutamente di rilievo? Come li vogliamo collocare?

Già, perché al momento quasi ovunque sono considerati mezzi ALS e come tali si muovono e vengono utilizzati. Qualcuno vuole farci fare un salto indietro di vent’anni nonostante i risultati non siano discutibili nella loro positività?

Credo che invece sarebbe meglio discutere, come già dicevo, di livelli di assistenza e di necessità di stabilizzazione del paziente. A meno che non si voglia un sistema 118 che finisca per occuparsi di tutto tranne che di emergenza territoriale disseminando il territorio di medici con sirena e ricettario.

Come già detto il documento presenta alcune criticità, che meriterebbero una discussione multiprofessionale ampia e onesta, così come molti punti interessanti e centrati (definizione piante organiche, rischio biologico e lavoro usurante, professionalizzazione dei soccorritori, ecc.). Quello che purtroppo dà da pensare è, come riportato anche dal collega Moggia di ANIARTI, che una parte continui ad avocare a se il ruolo di supposta “centralità” nel sistema, centralità che, a mio modesto modo di vedere, appartiene al solo paziente.

Stia tranquillo, quindi, il Dr.Clemente. Nessuna opposizione a priori al documento ma un richiamo, forte, alla necessità di massima condivisione del percorso senza fughe in solitaria.

SIS118, che non ho mai richiamato direttamente nella mia precedente lettera, è una importantissima società scientifica la cui autorevolezza non è in discussione. Non sta a me, poi, e non è mio interesse farlo, giudicare il livello di rappresentatività infermieristica della stessa.

Sono certo che saranno gli infermieri a valutare quanto questa eventualmente li rappresenti.

Io posso parlare di e per SIIET, una associazione giovanissima che dimostrerà però velocemente che gli infermieri ci sono e che sanno bene, facendo questo lavoro tutti i giorni e tutte le notti, cosa serve per il sistema in cui operano insieme a medici e soccorritori.

Ci porremo come una voce, non avendo mai la presunzione di essere l’unica o di esprimere “presidenti del 118”, al servizio del miglioramento del sistema di emergenza territoriale.

Approfitto di questo “canale diretto” con il Dr. Clemente anche per fargli presente che, nel messaggio di benvenuto al congresso della sua società scientifica che si terrà prossimamente a Catania, e per il quale gli invio i migliori auguri di buon lavoro da parte di tutto il Direttivo di SIIET, nel passaggio
 
“L’Obiettivo del Congresso é quello di mettere insieme Cittadini, Istituzioni, Medici del territorio e degli ospedali, forze dell’Ordine, Protezione Civile, Volontariato per realizzare l’indispensabile sinergia senza la quale é difficile poter realizzare le migliori pratiche cliniche, assicurando alle persone la qualità e la sicurezza delle cure in urgenza emergenza.”, vi è quella che non può essere che una dimenticanza: gli infermieri. Sono certo che vorrà attivarsi affinché tale mancanza sia corretta.
 
Roberto Romano
Presidente SIIET
14 ottobre 2019
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