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QS Edizioni - martedì 19 marzo 2024

Lettere al Direttore

Storia di un corsista di medicina generale

di Domenico Picone
8 luglio - Gentile Direttore,
sono un giovane medico di 32 anni, già specialista in Geriatria. Per inseguire un sogno, diventare medico di famiglia, ho scelto di intraprendere nuovamente un cammino di formazione specialistica di: il corso di formazione specifica in medicina generale, nella mia Regione, la Lombardia. Una specializzazione a tutti gli effetti che consente di diventare medico di medicina generale e assistere i cittadini, instaurando con loro un rapporto di fiducia che supera la salute e va nella familiarità, e non di meno rappresentare il primo punto di contatto tra il cittadino e il Ssn.
 
Il giovane medico corsista riceve come borsa di studio un cifra molto bassa, circa 960 euro lordi, a cui vanno quindi sottratte le spese assicurative e di tutela previdenziale nonché le tasse (tassazione equiparata a lavoro dipendente a 23%).  Questa condizione di sostanziale indigenza costringe tanti corsisti, per sostentarsi (nel mio caso ho mutuo e una bimba) a barcamenarsi tra infiniti turni di sostituzione in guardia medica, bruciando notti e weekend, il tutto dopo una vita di sacrifici e di studio.
 
Faccio una piccola premessa, dal punto di vista normativo negli ultimi anni la Politica ha fatto numerosi sforzi per cercare di mitigare le numerose incompatibilità contrattuali connesse al contratto di formazione. Tuttavia fino alla fine del 2019 per un medico in formazione specifica in medicina generale era impossibile accedere ad incarichi convenzionali di medicina generale in assistenza primaria: oggi, infatti, attraverso il nuovo ACN 2020 - in recepimento della Legge Calabria 2019 - in alcune realtà italiane, che sono ormai entrate nella stagione dei grandi pensionamenti e quindi sono sempre più sguarnite di medici -, i giovani corsisti hanno potuto accedere ad incarichi convenzionali a tempo indeterminato con alcune limitazioni come, ad esempio, il massimale di scelta dei pazienti ridotto a 500 scelte + una frazione variabile del 30% (un appunto da fare a questo è che 500 scelte sono un po’ poche per sostenere le spese di studio di una medicina generale moderna con assistente di studio e infermiera, non in tutte le Regioni sono previsti incentivi economici accessibili ai giovani colleghi, e quando presenti spesso bisogna attendere molto tempo prima di diventare idonei).
 
L'esperienza del COVID 19 ha insegnato a tutti il potenziale eccezionale che risiede nei medici in formazione. Il nostro sostegno dato al SSR lombardo e ai cittadini si è tradotto in questi mesi sia nella partecipazione fattiva in attività di sorveglianza sanitaria presso i Dipartimenti di Cure Primarie delle varie ATS sia, soprattutto, nelle attività di sostituzione, a vario titolo, di medici di assistenza primaria, categoria purtroppo falcidiata dalla pandemia.
In questo contesto il 03 giugno, per sostenere la mia ATS Brianza, in situazione di carenza di incaricati provvisori, ho iniziato l'attività di medico di medicina generale incaricato in un piccolo paese della Brianza, Biassono: finalmente le mie competenze di medico di medicina generale sono al servizio dei miei pazienti e sono sfruttate al 100%, assisto in maniera continuativa infatti circa 1500 pazienti e ne sono orgoglioso ed entusiasta.
 
Tutto questo è stato reso possibile attraverso strumenti legislativi promossi dall’attuale Governo e dal nostro Ministro Speranza, tra i quali  il D.L. n. 14 del 9 marzo 2020, art.4 comma 1, il quale non solo ha rimosso in maniera chiara le incompatibilità presenti nella disciplina normativa del corso di formazione specifica in medicina generale  risalente al 2001, ma ha anche introdotto lo straordinario concetto di equiparazione/riconoscimento del lavoro del medico in formazione come attività formative pratiche, permettendo al corsista anche un tangibile riconoscimento professionale e morale.
 
Sono ormai adulto, so bene che alla fine di ogni sogno c’è sempre un risveglio: i D.L. n. 14 del 9 marzo 2020 è un dispositivo normativo temporaneo, terminerà presto, anzi prestissimo, il 31 luglio p.v, data in cui terminerà si spera lo stato emergenziale del Paese. 
Oggi finalmente anche nella mia Regione i cittadini ricominciano a respirare il profumo di normalità , o per meglio dire a vivere una rinnovata tranquillità restando sempre in vigile attesa.
Dopo le numerose prove morali, superate da noi medici in formazione, pensavo finalmente di aver dimostrato la mia capacità sul campo e invece sta per scoccare la mezzanotte, tutto tornerà come prima, ovvero ancora anni nel precariato e nell’incertezza.
 
Mi rammarico da professionista medico che non si sia ancora compreso che il processo di inserimento dei medici nell’attività lavorativa, inizialmente dettato dall’emergenza,  rappresenta un punto di non ritorno  per il  valore dato alla qualità della formazione stessa consentendo al medico che si sta formando di esprimere “sul campo” le conoscenze teoriche e pratiche apprese.
Voglio quindi affermare a gran voce la bontà dei principi espressi nel D.L. n. 14 del 9 marzo 2020, ART.4 comma 1 e, auspico che questo dispositivo normativo possa essere utilizzato da guida per una ristrutturazione del corso nell'ottica di una vera formazione/lavoro già a partite dal termine dello stato di emergenza.
 
Chiedo al Ministro Roberto Speranza e al Presidente Fnomceo, Filippo Anelli, di ricordare alla Politica e ai Cittadini che nel momento di bisogno i giovani medici in Formazione - tutti, corsisti di medicina generale e specializzandi - ci sono stati e ci saranno ancora semmai COVID dovesse tornare a mietere vittime.
 
Mi chiedo quanto ancora l'Italia dovrà attendere di essere realmente un Paese avanzato da poter competere nel panorama europeo della formazione specialistica in medicina. Non servono rivoluzioni. Non serve aumentare la remunerazione della borsa del medico in formazione. Serve la formazione-lavoro. Non serve la “specializzazione in medicina generale”. Serve il riconoscimento del titolo di Specialista in Medicina Generale perché di specializzazione si tratta fin dalla nascita del corso.
I dispositivi normativi ci sono già, la volontà?
 
Dott. Domenico Picone
Specialista in Geriatria
Medico in Formazione Specifica in Medicina Generale
Incaricato Medico di Medicina Generale ATS Brianza
8 luglio 2020
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