Si è svolto ieri sera il convegno “Servizio sanitario regionale lombardo: una riforma da riformare?”, organizzato da Anaao-Assomed Lombardia per invitare a una riflessione sul Servizio Sanitario Regionale e sulle modifiche necessarie per il suo potenziamento. Al centro del convegno la legge regionale 23/2015, una riforma sanitaria su cui da tempo Anaao Lombardia esprime perplessità a causa delle “fievoli opportunità che ha introdotto per il sistema lombardo, tra cui la riduzione delle aziende e un leggero aumento della sinergia delle reti, che sono inevitabilmente oscurate dalla mancata integrazione tra ospedale e territorio, un rapporto pubblico-privato sbilanciato, l’assenza di presidi diffusi, una rete ospedaliera ormai insostenibile, e controlli insufficienti su accreditamento e l’appropriatezza”, spiega l’Anaao Lombardia in una nota
Inevitabilmente, secondo il sindacato, “la pandemia da Covid-19 ha portato alla luce ed evidenziato non solo le debolezze del sistema sanitario lombardo, ma soprattutto l’aspetto anacronistico della legge 23/2015 che ha fallito gli obiettivi che si era posta nei confronti della sanità territoriale.”
“Fondamentale allora - spiega Stefano Magnone, Segretario Regionale Anaao Lombardia - sarà la capillare comunicazione degli obiettivi che si intendono perseguire e delle motivazioni tecniche che li supportano: a loro volta le proposte tecniche dovranno essere approfonditamente preparate attraverso il coinvolgimento dei referenti più autorevoli del mondo clinico e scientifico, degli organismi rappresentativi degli operatori, delle associazioni dei pazienti e delle istituzioni territoriali. Nonostante l’offerta ospedaliera lombarda da anni garantisca ottimi livelli qualitativi di assistenza, documentati dai dati di attività e di esito, secondo Anaao Lombardia l’attuale sistema necessita di definire i diversi livelli di cura superando la frammentazione dei processi erogativi che ancora persistono”.