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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Lettere al Direttore - Marche

Continuano le discriminazioni per i medici convenzionati del 118 delle Marche

di Santina Catanese
Gentile Direttore,
è potere ampiamente discrezionale delle Regioni organizzare i servizi di emergenza territoriale e decidere se, quando e come migliorare i servizi stessi. E’ questo in sintesi il contenuto della sentenza n.229/2019 della corte d’appello di Ancona, cui alcuni medici convenzionati del 118 della Regione Marche si sono rivolti per aver riconosciuto la discriminazione rispetto ai colleghi dipendenti del 118 i quali svolgono lo stesso lavoro con gli stessi obblighi e doveri ma non hanno  gli stessi diritti.
 
Infatti, i medici del 118 convenzionati pur timbrando il cartellino, sebbene vestino la divisa Asur, sebbene lavorino nei locali Asur, nei pronto soccorso, nei PPI etc, sebbene abbiano turni obbligati, sebbene abbiano ferie firmate dal responsabile dipendente dal servizio, esattamente come i loro colleghi dipendenti, però con quest’ultimi non possono condividere i diritti tipici dei dipendenti ovvero il diritto al lutto, alla maternità’, all’indennità dei festivi, al trattamento di fine rapporto etc., perché’ i medici convenzionati sono medici libero-professionisti con i connotati della cosiddetta “para subordinazione” che “esula dall’ambito del pubblico impiego”.
 
In sostanza secondo la Corte non può esistere discriminazione in quanto per i medici convenzionati non è applicabile la normativa del d.lgs. 165/2001, ossia del testo unico del pubblico impiego perché’ libero-professionisti. Sebbene le Regioni abbiano la possibilità di trasformare il rapporto da convenzionato a dipendente al fine di migliorare il servizio dell’emergenza, si tratta pur sempre di una possibilità e di non un obbligo regionale e neanche la giurisprudenza può nulla a tal fine.
 
Peccato che la stessa Regione Marche nella delibera regionale numero 735/2013 prevedeva la necessità di trasformare tutti i contratti dei medici da convenzionati a dipendenti, in quanto ciò rappresenta un punto di debolezza del sistema dell’emergenza ,pertanto :al fine del rafforzamento della rete stessa e al fine di rendere più flessibile  l’utilizzo del personale medico, valorizzando il ruolo strategico  all’interno dei dipartimenti di emergenza potendo così egli  liberamente girare nei servizi del DEA (118/psi/poi) sarebbe opportuno avere tutti i medici dipendenti”. Ma questa è un’altra storia avendo la stessa delibera un carattere puramente programmatico e non di riorganizzazione dei sistemi di emergenza: in parole povere la Regione Marche ha pensato di riorganizzare i sistemi perché’ li ha considerati deboli, ma poi non l’ha fatto e non aveva neanche l’obbligo di farlo, si è trattato solo di una bolla d’aria che ha creato illusioni e false aspettative tra gli operatori sanitari.
 
Lo stesso Assessore della Sanità , così come il Servizio Salute della Regione Marche avrebbero voluto, invece ,migliorare i sistemi di emergenza territoriale, trasformando i nostri  contratti da convenzionati a dipendenti, ma sono stati impediti nel farlo perché’ noi medici convenzionati siamo senza titoli, ovvero senza  la specializzazione in medicina d’urgenza, come se   fosse colpa nostra! Ma evidentemente si sono scordati che agli albori degli anni duemila quando  il servizio del 118 è stato ampiamente esteso a tutta la Regione, la specializzazione d’urgenza non esisteva neanche, e  i nostri colleghi che ci hanno preceduto e hanno visto trasformato il rapporto da convenzionato a dipendente  sono tutti senza specializzazione e qualche direttore di centrale operativa ne è anche privo!
 
La Regione Marche piuttosto che investire in borse di studio per la specializzazione in medicina d’urgenza, in carenza di personale medico, abbia pensato di reclutare a tutt’oggi nuovo personale sanitario indicendo nuovi corsi di formazione per il medico del 118, al fine di continuare ad utilizzare nei suoi servizi personale convenzionato e non dipendente, e che costa esattamente la metà!
 
In qualche area vasta della Regione Marche è stato promesso,  in un accordo sindacale la trasformazione del rapporto di lavoro, previo esame d’idoneità’, da convenzionato a dipendente, purché i medici stessi accettassero di prestare lavoro  in stand-by, oltre a quello istituzionale di soccorso territoriale, nei punti di primo intervento dei  nosocomi ospedalieri, attualmente tutti riconvertiti in strutture che non sono altro che ambulatori di continuità assistenziali, ovvero ambulatori di medicina generale cui gli utenti possono recarsi non trovando il proprio medico di famiglia.
 
Purtroppo chi ci governa non capisce l’importanza di avere personale medico  dipendente, perché al di là di ogni “interesse legittimo o di diritto soggettivo “c’è’ il cittadino con i suoi bisogni di salute, a volte urgenti, altre volte di emergenza e che non sa più a chi rivolgersi ,perché’ spesso l’ospedale più vicino si trova a 50 o più km di distanza da casa sua, e allora chiama il 118, e accade che  gli operatori sanitari del 118 ,essendo  un “mondo a sé” staccato  dal pronto soccorso , vedono il “primo pezzo”, il medico del pronto soccorso  “l’ultimo pezzo” della storia del malato. Manca la continuità delle cure tra i due sistemi, e i tanti reclamati PDTA, i modelli “spoke-hub” che la moderna sanità impone, sono davvero inapplicabili.
 
Il rafforzamento della rete dell’emergenza della Regione Marche è solo nei “libri dei sogni”, in questi ultimi anni c’è stato un peggioramento del servizio stesso, con parecchi medici del 118, che non vedendo trasformato il proprio rapporto di lavoro, hanno e stanno ormai abbondonando questo difficile mestiere, e il nuovo corso di formazione del 118 servirà poco per il 118 stesso, ma piuttosto servirà per colmare le lacune nei pronti soccorso.
 
Il medico del 118 convenzionato sta svolgendo un lavoro che nei fatti simula quello del dipendente con una forma di “contratto mascherato “che la stessa giurisprudenza condanna (vedi  sentenza di cassazione n°2885/2014: “un contratto individuale qualificato come libero-professionista può essere riconosciuto come subordinato se nei fatti e nel suo concreto svolgimento sono individuabili i caratteri propri della subordinazione”) tocca a noi medici convenzionati continuare a lottare per dimostrarlo e per superare le inerzie delle politiche regionali tendenti al risparmio piuttosto che alle migliorie dei servizi sanitari a discapito della salute dei cittadini stessi.
 
Santina Catanese
Responsabile Marche Medici 118 del Sindacato Medici Italiani
23 luglio 2019
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