“La ferma presa di posizione di 232 anestesisti marchigiani a dire NO ad essere di fatto ‘precettati’, e dunque sottratti dalla pianta organica del loro ospedale per essere destinati al Covid Hospital di Civitanova M., auspichiamo che induca il governo regionale a riflettere seriamente sulle proprie scelte”. A dirlo, in una nota, è Oriano Mercante, Anaao Assomed Marche, che, spiegando ci essere a fianco dell’Aaroi in questa battagli, ribadisce la propria disapprovazione per la scelta di proseguire “il percorso dell’astronave di Civitanova”.
Per l’Anaao, “a quegli eroi ai quali è stato chiesto di mettere a rischio la propria vita per adempiere al proprio lavoro ora non si può chiedere di piegarsi ad una tacita obbedienza”. “La nostra proposta – spiega Mercante – è di lasciare la struttura in stand-by pronta per una eventuale ripresa dell’epidemia di COVD-19 agevolando un ritorno alla normalità per le prestazioni sanitarie fino ad ora tralasciate per far fronte all’epidemia, senza trasferire al Covid Hospital i pochi (per fortuna) pazienti che ancora necessitano di cure intensive o sub-intensive perché contagiati”.
“Dal punto di vista sindacale – conclude Marco Chiarello – siamo favorevoli alla veloce convocazione di una riunione congiunta delle due intersindacali presenti, quella cosiddetta Cosmed e quella a guida Cimo, che risponda alla richiesta di riunirsi in incontro intersindacale unitario auspicato dai 232 colleghi”.
Sulla questione è intervenuta anche l’Intersindacale Asur della Dirigenza veterinaria, medica e sanitaria (Fvm, Uil, Fassid, Fesmed, Cisl, Cgil, Anpo e Cimo) che, in 6 punti, esprime tutta la propria contrarietà all’informativa ricevuta dalla Dg Nadia Storti il 15 maggio riguardante i dirigenti sanitari da inviare al Fiera Covid di Civitanova Marche.
La prima considerazione è che, “ancorchè in una situazione di emergenza, nessun ordine di servizio o missione di servizio o disposizione di carattere organizzativo aziendale/area vasta può essere emanata in modo da derogare unilateralmente sia al Regolamento sulle Relazioni sindacali che all' art. 4 del CCNL 2016-2018 , che prevedono sempre una informazione preventiva su tali materie (art.4 comma 4)”, spiega l’intersindacale.
La seconda considerazione è che "la struttura Fiera Covid di Civitanova Marche , non può essere definita come ‘una struttura temporanea di degenza e terapia intensiva organizzata per intensità di cure’ in quanto giuridicamente nella Regione Marche tale modalità di assistenza ospedaliera non esiste né è stata mai codificata da nessuna Legge regionale e da nessuna Linea guida regionale o DGRM , caso mai si sarebbe dovuto dichiarare secondo il ns. modesto parere che veniva attivato un padiglione ospedaliero o una palazzina distaccata dell'ospedale di Civitanova, costituito da alcune strutture U.O.C. per rispondere temporaneamente all'emergenza Covid-19 , provvedendo nel contempo eventualmente ad accreditarlo”.
La terza considerazione è che "nella nota vengono individuate alcune figure di Direttori di U.O.C. , definite con un termine che giuridicamente e contrattualmente non esiste cioè i cosiddetti ‘responsabili’: Responsabile igienico organizzativo di struttura ; Responsabile rischio clinico ; Responsabile clinico moduli intensivi ; Responsabile clinico moduli semi-intensivi ; Responsabile clinico riabilitazione ; Responsabile professioni sanitarie area infermieristica ;Responsabile professioni sanitarie area tecnica ; Responsabile professioni sanitarie area riabilitativa”.
Inoltre si fa notare che “la scelta delle unità da inviare al FIERA COVID di Civitanova Marche riguardante i Direttori di U.O.C. , dirigenti sanitari e personale del comparto viene rimessa alla singola Area Vasta, dichiarando che è necessario il rispetto delle prerogative contrattuali , cosa di cui non si vede traccia nella lettera inviata come ordine di servizio ai colleghi dal Dr. Zamponi Direttore di Dipartimento ff nominato illegalmente senza elezione , il quale comunque per il suo ruolo non ha nessun titolo per dare ordini o disposizioni ai dirigenti che dipendono da altri Direttori di U.O.C. ,: ancora una volta la pezza è peggiore del buco”.
La quarta considerazione è di natura contrattuale: “Non risulta presente nell'istituto proposto dall' ASUR per il trasferimento dei dirigenti cioè quello scelto ‘della missione di servizio’”, spiega al’intersindacale Asur. “Facciamo presente che le modalità previste dal CCNL , per cui un dirigente sanitario è chiamato temporaneamente a svolgere la propria attività lavorativa in una sede diversa da quella prevista dal proprio contratto individuale , si può ricondurre a due istituti : il primo è il comando e il secondo è la mobilità interna (volontaria o di urgenza). Nel nostro caso il trasferimento dalla originaria sede di lavoro, non può essere fatto utilizzando il comando, perché esso presuppone la non identità tra il soggetto che comanda e quello di destinazione (cosa che qui non c’è)”.
Per l’Intersindacale “è possibile utilizzare la mobilità interna intra o extra area vasta (volontaria o di urgenza) , perché è l' unico istituto che il CCNL ammette per destinare un soggetto temporaneamente ad altra sede aziendale di lavoro, ferma la area e la disciplina di appartenenza, tuttavia la mobilità di urgenza non può essere usata per un periodo superiore a 30 gg. , per sopperire a carenza di organico , e rispettando i carichi di lavoro istituzionali della U. O. C di provenienza Ciò comporterebbe il riconoscimento oltre che delle indennità legate alla prestazione lavorativa (indennità guardia , ,reperibilità, straordinario, ecc ) anche il rimborso delle spese di trasferta , come previsto comma 1 dell' art. 80 del CCNL 2016-2018 “ comma 1 - Al personale dirigente comandato a prestare la propria attività lavorativa ….…......dalla ordinaria sede di servizio …..… compete “ che definisce le modalità con cui il dirigente viene retribuito ma ciò solo per periodi superiori a 30 gg”.
La quinta considerazione di natura sindacale è che "l'Asur non ha mai coinvolto nella progettazione , organizzazione e reclutamento del personale per il FIERA COVID di Civitanova Marche , le OO.SS. della dirigenza medica veterinaria e sanitaria , scegliendo sempre il profilo della autoreferenzialità : prima proponendo la mobilità volontaria con pagamento di prestazioni aggiuntive , ottenendo il rifiuto di tutto il personale e adesso proponendo lo spostamento piu' o meno volontario con l'istituto “ della missione di servizio” per periodi minimi di un mese , senza alcun ordine di servizio scritto personale , in difformità dal comma 3 dell’art. 16 del CCNL 10.02.2004 ( articolo che non è stato disapplicato dal CCNL 2016 – 2018) , senza indicare il compenso per tale eventuale responsabilità e con quali risorse economiche i dirigenti saranno remunerati. Tutto ciò potrebbe comportare un ulteriore depauperamento dei Fondi contrattuali dei dirigenti sanitari , per cui sarebbe stato ed è indispensabile definire in contrattazione integrativa , le risorse economiche per questo progetto del costo previsto di circa 1 milione al mese, le quali devono essere imputate ai finanziamenti dedicati dal governo per l'emergenza COVID -19”.
L’Asur e le Aree Vaste sono perciò state diffidate “dall’operare in modo difforme da quanto previsto dalle norme contrattuali e di rispettare il Regolamento per le relazioni sindacali in vigore , poiché tra le materie soggette a informazione e confronto di cui al comma 4 dell'art.4 del CCNL 2016- 2018 , si rammenta che vi sono l'orario di lavoro e la mobilità interna e esterna ( da svolgersi con un preavviso di 7 gg lavorativi e effettuato tra coloro che ne hanno titolo cioè le Aree vaste e le delegazioni trattanti e non con l’Asur)".
Sesta ed ultima considerazione: “si fa presente che l’Amur e le Aree Vaste devono inoltre ottemperare al rispetto di specifiche disposizioni di legge , per cui devono trasmettere tutte le notizie inerenti il rischio biologico dei lavoratori (Titolo X ) previste dal Dlgs. n.81 /2008 cioè fornire " dati ed elementi conoscitivi (…) ai soggetti sindacali, al fine di consentire loro di prendere conoscenza della questione rischio biologico e di esaminarla " al fine della tutela della sicurezza e della salute dei medici, come di tutti gli altri operatori sanitari direttamente coinvolti nell'emergenza COVID-19”.
“Quello del COVID Hospital di Civitanova Marche è un progetto complesso - prosegue l’intersindcale Ausr - , la cui realizzazione senz'altro rientra tra le "modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori ", in conseguenza delle quali è necessario che sia stata preventivamente rielaborata la relazione sulla Valutazione dei rischi (art. 29 comma 3 Dlgs 81/08) prima di inviarci i lavoratori . Di detta rielaborazione e del conseguente aggiornamento delle misure di prevenzione e protezione di cui all' art. 18 comma 1 lettera z del Dlgs 81/08 , è necessario che questo sia stato riportato nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) adottato e sottoscritto dal datore di lavoro cioè dalla dr.ssa Nadia Storti e inviato ai sindacati . Ma di ciò noi non abbiamo avuto notizia”.
L’Intersindacale preannuncia, quindi, che “tutte le disposizioni contrarie al CCNL verranno reiterate dai dirigenti sanitari coinvolti e poi passate al vaglio delle Segreterie regionali per le opportune tutele assicurative e gli aspetti legali previsti dallo Statuto dei Lavoratori. Di tanto, per quanto di rispettiva competenza, sono stati già informati i Sig. Prefetti delle Provincie interessate ed il locale Ispettorato Provinciale territoriale del Lavoro”.