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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Regioni e Asl - Marche

Circoncisione rituale. Nelle Marche si potrà fare in ospedale con una semplice ricetta

immagine 1 luglio - La Giunta approva una delibera al fine di "evitare interventi chirurgici in clandestinità che mettano a repentaglio la salute dei minori per una procedura che, se eseguita in ambito ospedaliero, garantisce la massima sicurezza”. Il primo passo per ottenere la prestazione sarà la ricetta Ssn del pediatra di famiglia, che richiederà la “Prima visita chirurgia pediatrica”, da prenotare Cup. La circoncisione sarà effettuata esclusivamente negli ospedali pubblici dietro pagamento del solo ticket in caso il bambino non abbia esenzioni. Il 35% delle circoncisioni praticate in Italia sono ancora eseguite clandestinamente.
Svolta, nelle Marche, per le famiglie che vogliono circoncidere i propri figli per ragioni religiose. La Regione Marche ha infatti adottato ,in una delle ultime sedute,  una delibera che definisce le modalità di accesso, tramite ricetta del Servizio sanitario nazionale, alle prestazioni di circoncisione rituale maschile. L’obiettivo, si legge in una nota della Regione, è “evitare interventi chirurgici in clandestinità che mettano a repentaglio la salute dei minori per una procedura che, se eseguita in ambito ospedaliero, garantisce la massima sicurezza".

Potranno accedere alla prestazione i figli di italiani ed immigrati, residenti nella Regione Marche, iscritti al Servizio Sanitario Regionale con regolare permesso di soggiorno, nonché coloro che hanno l’iscrizione al Servizio Sanitario Regionale con tesserino STP/ENI rilasciato dagli Enti del Servizio Sanitario Regionale. Per ottenere la prestazione è necessaria la ricetta SSN (cartacea/dematerializzata) del Pediatra di Libera Scelta con la prescrizione di Codice Nomenclatore 89.7 “Visita generale” - Codice Catalogo 17960 “Prima visita chirurgia pediatrica” con quesito diagnostico “Circoncisione rituale”, che deve essere prenotata tramite CUP ed eventualmente sottoposta al pagamento ticket qualora il minore non sia esente dalla compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket).

La prestazione è erogabile esclusivamente presso le strutture ospedaliere pubbliche. La struttura di ricovero pubblica provvede alla presa in carico del minore, ricomprendendo nell’ambito della prestazione la visita pre e post ricovero e l’intervento chirurgico.

"Per la pratica della circoncisione - fa notare la Regione Marche nella nota -, ritenuta funzionale anche per la garanzia di favorevoli condizioni igieniche, il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) nell’affermare il dovere di rispettare la pluralità delle culture, precisa che le comunità, che per loro specifica cultura praticano la circoncisione rituale maschile, meritano pieno riconoscimento della legittimità di tale pratica, in quanto forma di esercizio della libertà religiosa garantita dall’art. 19 della Costituzione e rientrante nei margini di “disponibilità” riconosciuti ai genitori in ambito educativo ai sensi dell’art. 30 della Costituzione”.

La Circoncisione Rituale Maschile (CRM) ha assunto particolare rilievo in Italia a seguito dell’incremento della presenza di famiglie straniere. Ma “è stato riscontrato - si osserva la nota regionale - in diversi casi che la scarsa disponibilità economica della famiglie e l’assenza delle corrette informazioni, hanno favorito l’esecuzione di tale pratica in ambito casalingo da parte di persone senza competenze di tipo sanitario e in precarie condizioni igieniche, determinando gravi rischi per la salute dei bambini. Nonostante queste indicazioni, il 35% delle circoncisioni praticate in Italia è ancora effettuato clandestinamente, con gravi rischi per la salute e per la vita dei bambini. Infatti, l’esclusione della circoncisione non terapeutica all’interno dei LEA pone le famiglie nella condizione di dover scegliere se tornare nel paese di origine o affidarsi a persone non qualificate non potendo spesso affrontare i costi dell’intervento”.

Il documento approvato questa mattina assegna dunque un ruolo fondamentale ai pediatri di libera scelta che nel Protocollo d’Intesa per la Prevenzione della circoncisione rituale clandestina, sottoscritto dal Ministero della Salute e la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), hanno convenuto sull’importanza dell’impegno dei Pediatri nell’informarsi sull’orientamento religioso della famiglia del bambino e della volontà di effettuare la circoncisone al proprio figlio e, conseguentemente, nel fornire un’adeguata informazione ai genitori.

“Analoga attività informativa - fa sapere la Regione - dovrà essere svolta nei punti nascita e nei servizi ospedalieri per fornire tutte le necessarie informazioni a supporto delle famiglie orientate all’intervento, prevedendo anche la presenza di mediatori culturali qualora vi sia una barriera linguistica riguardante uno o entrambi i genitori”.
1 luglio 2020
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