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QS Edizioni - sabato 20 aprile 2024

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Torino. Dalla chirurgia robotica alle staminali: il 22 e 23 marzo meeting sulla chirurgia del ginocchio

immagine 19 marzo - Giunge alla settima edizione il convegno ‘Attualità e futuro nella protesica di ginocchio di primo impianto’ che vedrà confrontarsi alcuni tra i massimi esperti italiani ed internazionali sulle tecniche chirurgiche consolidate e sulle più recenti tecnologie introdotte nella pratica clinica.
Giovedì 22 e venerdì 23 marzo 2018, presso l’Aula Magna dell'ospedale CTO della Città della Salute di Torino, si terrà il convegno “Attualità e futuro nella protesica di ginocchio di primo impianto”.

L’incontro, patrocinato dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT), vedrà confrontarsi alcuni tra i massimi esperti italiani ed internazionali sulle tecniche chirurgiche consolidate e sulle più recenti tecnologie introdotte nella pratica clinica.

“La manifestazione, giunta alla settima edizione, continua la tradizione della scuola iniziata dal professor Maurizio Crova e la arricchisce con temi ed argomenti di grande attualità, quali la chirurgia robotica e l’utilizzo di cellule staminali, con il fine di comprenderne meglio gli ambiti di applicazione, l’efficacia e la sostenibilità economica”, dice Alessandro Massè, direttore della Clinica Ortopedica del CTO e dell’Università di Torino e Presidente del congresso.

La chirurgia robotica in Ortopedia è utilizzata in Italia da oltre un lustro. E in questo breve lasso di tempo, considerando anche gli interventi di protesi d’anca, si stima siano stati eseguiti oltre 3 mila interventi con braccio robotico.

“Il primo intervento di chirurgia ortopedica con tecnologia robotica venne effettuato in Italia nel 2011, applicando una protesi monocompartimentale di ginocchio”, racconta Fabio Catani, Direttore Struttura complessa di Ortopedia e Traumatologia, Dipartimento Scienze mediche chirurgiche materno infantili e dell’adulto, Università di Modena e Reggio Emilia. “I vantaggi potenziali del sistema con braccio robotico sono numerosi, per il chirurgo e per il paziente: consente infatti, interventi più accurati con possibile riduzione dei tempi di recupero e delle complicazioni post-operatorie”, aggiunge Catani. “Infatti permette al chirurgo di ottenere la massima precisione nel posizionamento delle componenti protesiche. Grazie all’esecuzione di una Tac prima dell’intervento, che permette una scansione tridimensionale dell’area in cui andrà impiantata la protesi, il chirurgo può pianificare nel minimo dettaglio le azioni che il braccio robotico eseguirà durante l’operazione. Ciò consente di rispettare il tessuto osseo e di ridurre gli errori di posizionamento della protesi”.


Altro ambito di grande interesse, trattato al convegno torinese, è quello delle cellule mesenchimali staminali, che possono essere impiegate per ritardi di ossificazione, lesioni muscolari, riempimento di cisti ossee, lesioni cartilaginee e per lesioni tendinee acute o croniche. “Le cellule staminali sono la riserva aurea dell’organismo. Riparano autonomamente le lesioni dei tessuti e la loro utilizzazione in medicina rigenerativa rappresenta una nuova  frontiera della ricerca”, spiega Riccardo Ferracini, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Diagnostiche Integrate, Università di Genova e IRCCS San Martino Genova. “La fonte più ricca e biodisponibile di cellule mesenchimali staminali di ogni individuo è il tessuto adiposo. Le cellule mesenchimali staminali da tessuto adiposo sono in grado di trasformarsi in cellule tendinee, cartilaginee, ossee muscolari e di favorire la guarigione dei tendini, della cartilagine, dell’osso e dei muscoli. Il loro uso in ortopedia si sta sviluppando rapidamente sia nell’ambito traumatologico che nella chirurgia d’elezione”, aggiunge.

 “Abbiamo iniziato il trattamento dell’artrosi di ginocchio presso l’Università di Genova, ed è in attesa di nulla osta delle autorità competenti uno studio clinico per il trattamento dell’artrosi di anca e ginocchio presso il CTO Torino. I risultati dei primi studi pilota sono incoraggianti e dimostrano l’efficacia delle cellule mesenchimali staminali ricavate da tessuto adiposo nella rigenerazione della cartilagine”, conclude Ferracini.
19 marzo 2018
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