“Aumentano i disturbi nello sviluppo del linguaggio nei bambini fra i 2 e i 3 anni di età. Ad oggi si stima che addirittura il 10-20% dei bambini sotto i tre anni sia un “parlatore tardivo”, ovvero presenti un ritardo del linguaggio espressivo. È un dato allarmante perché si calcola che, crescendo, il 20-30% dei bimbi “parlatori tardivi” sviluppi un disturbo del linguaggio: il rischio, senza trattamenti specifici, è che possano poi essere colpiti da un vero e proprio disturbo dell’apprendimento e, di fatto, non recuperare mai il ritardo”. A lanciare l’allarme è l’Asl To3 annunciando il recente avvio, a Pinerolo, del progetto “Parent coaching” o coaching genitoriale dell’Asl To3.
Si tratta di un progetto che punta ad occuparsi di questi bambini ribaltando la prospettiva tradizionale: a essere coinvolti sono infatti i genitori. Medici e operatori organizzano incontri specifici con loro e li aiutano nello stabilire il comportamento comunicativo con i figli. “Un approccio innovativo, già diffuso in Paesi come Stati Uniti, Svizzera e Germania, e in Italia inaugurato con successo in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia”, spiega la Asl.
“Siamo una delle primissime Asl del Piemonte a sperimentare questo metodo, grazie all’impegno e alla disponibilità dei nostri professionisti – afferma nella nota il direttore generale dell’Asl To3
Flavio Boraso -. Abbiamo avviato un progetto pilota a Pinerolo, ma con l’intenzione di estenderlo a tutto il territorio dell’azienda sanitaria, appena ce ne sarà la possibilità. Il disturbo del linguaggio è infatti un fenomeno in crescita, ed è opportuno affrontarlo con nuovi strumenti terapeutici, per altro già adottati con esito positivo in altre realtà”.
A Pinerolo il progetto (che riguarda Pinerolese, Val Germanasca, Val Chisone e Val Pellice) è partito a fine settembre con le famiglie di otto bambini fra i 2 e i 3 anni di età: sono in tutto sei incontri di due ore ciascuno, ogni due settimane. È sempre presente una logopedista, sotto il coordinamento della dottoressa
Lucia Falco, e una foniatra, la dottoressa
Silvia Nudo.
Nel corso degli incontri i professionisti dell’Asl lavorano insieme ai genitori sulla comunicazione dialogica e sulle modalità che possano coinvolgere il più possibile i bambini. Spesso vengono individuati dei libri, dei giochi o comunque delle attività da svolgere poi a casa, si parte da cosa i bambini conoscono e comunicano già e quindi ci si concentra sulle parole che non riescono a pronunciare. Il primo obiettivo, innanzitutto, è aumentare il numero di parole conosciute dai bambini al termine dei tre mesi dell’attività.
Il progetto rimarrà attivo nel tempo, anche dopo il termine di questo ciclo: per partecipare, le famiglie possono rivolgersi al proprio pediatra di libera scelta.