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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Regioni e Asl - Piemonte

Covid. Anticorpi monoclonali, al via presso l’Ospedale di Biella le somministrazioni

immagine 7 aprile - La prima paziente è stata una donna di 72 anni, affetta da SARS-CoV-2, le cui condizioni cliniche rientravano nei requisiti previsti per il trattamento. Sottoposta ad una flebo di anticorpi monoclonali, è stata tenuta in osservazione e poi dimessa a domicilio, dove continuerà ad essere seguita dai medici USCA, con monitoraggi periodici.
L’ospedale di Biella ha iniziato la sua esperienza con gli anticorpi monoclonali. La prima somministrazione di anticorpi monoclonali è avvenuta nella mattinata di ieri, lunedì 5 Aprile 2021, all’Ospedale di Biella su una donna di 72 anni, affetta da SARS-CoV-2, le cui condizioni cliniche rientravano nei requisiti previsti per il trattamento. Nell’ambito della Regione Piemonte è stata, infatti, individuata anche l’ASL di Biella tra i centri prescrittori.

La paziente, riferisce una nota della Asl di Biella, è giunta in Pronto Soccorso ed è stata trasferita presso il reparto di Pneumologia - Malattie Infettive, dove è stata sottoposta ad una flebo di anticorpi monoclonali per poi rientrare al domicilio subito dopo il periodo di osservazione. Non ha manifestato, infatti, alcun effetto collaterale e ora continuerà ad essere seguita dai medici USCA, con monitoraggi periodici.

L’utilizzo degli anticorpi monoclonali nell’infezione da SARS cov-2 lieve-moderata, avviene all’interno di uno studio autorizzato da EMA e da AIFA. Quando i medici sul territorio, in particolare medici USCA, identificano un potenziale paziente idoneo a tale terapia, provvedono a segnalarlo tempestivamente come possibile candidato.

I requisiti necessari sono presenza di sintomi lievi o moderati, in soggetti positivi al covid ad uno stadio iniziale della malattia, ma che presentino fattori di rischio predefiniti (quali grave obesità e patologie croniche importanti, come pazienti in dialisi, ecc) che possono peggiorare il quadro clinico con conseguente ricovero in ospedale. Il medico infettivologo ospedaliero, una volta ricevuta la segnalazione, provvede tramite il registro dell’AIFA a prescrivere lo schema terapeutico. Tale scheda verrà inoltrata dalla Farmacia dell’Ospedale di Biella alla Farmacia dell’Azienda Ospedaliera di Novara che provvede a fornire gli anticorpi.

La terapia prevede una combinazione di due tipi di anticorpi monoclonali, preparati sotto forma di flebo presso la S. C. Farmacia Ospedaliera, diretta dalla Dott.ssa Laura Lanzone.

A seguire la prima paziente dell’ospedale di Biella è stata la Dott.ssa Anna Lingua, medico infettivologo insieme all’équipe dell’area di Malattie Infettive, con la collaborazione della coordinatrice infermieristica Paola Prelato Salmaso e del personale infermieristico di reparto e dei farmacisti ospedalieri in turno, Stefania Terziotti e Davide Feletti.

“L’obiettivo principale dell’associazione di tali anticorpi monoclonali è quello di ridurre i sintomi e migliorare il quadro clinico, - spiega la Dott.ssa Anna Lingua - grazie alla diminuzione della quantità di virus all’interno dell’organismo di questi pazienti. Tutto ciò anche al fine di evitare il più possibile la necessità di ricovero in ambiente ospedaliero”.

“L’introduzione anche all’ospedale di Biella degli anticorpi monoclonali - spiega l'avv. Diego Poggio, Commissario ASLBI - può contribuire a dare una risposta clinica ad una tipologia di pazienti a rischio, che in caso di infezione da covid-19, possono andare incontro a sintomatologie che richiedono il ricovero ospedaliero. In settimana sono previste altre quattro somministrazioni a pazienti che rientrano nei requisiti per analoghe problematiche cliniche”.

Il commissario Poggio ricorda che "si tratta di trattamenti mirati e applicati nell’ambito di studi clinici e che la prevenzione e le vaccinazioni sono il principale scudo di difesa contro il covid, per questo motivo è importante che anche in questa fase la popolazione continui ad osservare le norme di distanziamento sociale e l'igiene delle mani. A livello organizzativo costituisce un elemento fondamentale la collaborazione tra territorio e ospedale, che consente di individuare correttamente e con tempestività i pazienti candidabili a queste terapie”.
7 aprile 2021
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