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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl - Provincia Autonoma di Bolzano

Vaccini. L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige denuncia il no-vax Holzer: “Sui danni vaccinali ha mentito. È procurato allarme”

immagine 22 settembre - L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha deciso di denunciare l’antivaccinista Reinhold Holzer per alcune sue recenti dichiarazioni. Nel corso di un incontro sulle vaccinazioni,avvenuto il 19 settembre 2017 a San Martino in Passiria, e successivamente anche tramite i mass-media, aveva raccontato che un bambino di Merano era stato ricoverato presso l’ospedale di Verona a causa di gravi danni provocati da un vaccino. Per l'Azienda sanitaria “questo non corrisponde affatto a verità”.
“Procurato allarme”. È questa l’accusa con cui l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha denunciato l’antivaccinista Reinhold Holzer. L’esposto è stato presentato questa mattina dal Direttore generale della Azienda sanitaria, Thomas Schael. Dito puntato contro le dichiarazioni di Holzer del 19 settembre di quest’anno, a San Martino in Passiria e successivamente anche tramite i mass-media. L’antivaccinista, in diverse occasioni, ha sostenuto che “un bambino di Merano era stato ricoverato presso l’ospedale di Verona a causa di gravi danni provocati da un vaccino”.
 
Un resoconto che per l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige “non corrisponde affatto a verità”. Per Thomas Schael “la campagna degli antivaccinisti, che si avvale di immagini da film dell’orrore e falsità, si sta addirittura avvicinando al terrorismo psicologico”.
 
La storia del bambino di Merano
L’Azienda sanitaria precisa che “il ricovero del bambino all’ospedale di Merano avvenuto all'inizio di settembre non è stato una conseguenza della vaccinazione ricevuta dal bimbo nella prima metà di agosto. Il bambino è stato ricoverato con febbre alta e grave sindrome su base immunitaria con severa compromissione respiratoria, che ne ha infine determinato il ricovero nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Verona. Nella cartella clinica è riportato che al bambino era stato somministrato un farmaco a casa. La vaccinazione è avvenuta troppo tempo prima per poter essere la causa di tale reazione”.
 
Ora il bambino sta decisamente meglio. Lo fa sapere la stessa Azienda sanitaria che, ieri ha ricevuto la documentazione sanitaria da parte della clinica veronese. Il resoconto medico esplicita a chiare lettere che “le cause possibili di quanto avvenuto sono ascrivibili a farmaci o infezione, quindi nulla che abbia a che fare col vaccino somministrato al piccolo paziente in data 11.08.2017”.
 
Per l'Azienda sanitaria dell’Alto Adige “questo caso sottolinea ancora una volta quanto le dichiarazioni diffuse dagli antivaccinisti spesso non siano supportate da verifiche scientifiche. È assolutamente falso che molte malattie infettive e le cosiddette malattie infantili sono innocue e possono guarire anche senza vaccinazione”.
 
Vaccini e malattie infettive, le complicanze
“Sta di fatto - ha continuato l'Azienda sanitaria dell’Alto Adige - che le complicanze dopo la malattia sono molto superiore a quelle che si possono riscontrare dopo la vaccinazione. Nel morbillo l'encefalite si sviluppa in un caso su mille dopo la malattia, dopo la vaccinazione in un caso su 1.000.000. Se un neonato contrae la pertosse in un caso su 100 avrà un danno cerebrale permanente, dopo la vaccinazione i casi sono praticamente zero. Lo stesso vale per la poliomielite, la paralisi dopo la malattia si verifica in un caso su 100, dopo la vaccinazione in zero casi (Fonte: Croce Verde tedesca). Senza vaccinazione antitetanica il 10-20% dei pazienti muoiono, nonostante la moderna terapia intensiva. Per morbillo, parotite e varicella anche negli adulti esiste un maggiore rischio di complicazione”.
 
L'utilità delle vaccinazioni è ampiamente documentata: secondo le stime dell'Oms, dal 2011 ogni anno sono state salvate 2,5 milioni di vite, pari a 7 milaal giorno, 300 all'ora e 5 al minuto.
 
L'Azienda sanitaria dell’Alto Adige fa un appello a tutti i genitori chiedendo “di non fare affidamento su qualsiasi informazione giunga dalla rete o da auto-proclamati esperti, ma di rivolgersi al proprio medico di fiducia e in primis pediatra e medici di famiglia”.
22 settembre 2017
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