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QS Edizioni - sabato 20 aprile 2024

Scienza e Farmaci - Puglia

Puglia. É la 6ª regione per export farmaceutico che ha superato il miliardo di euro nel 2017. Bari tra le maggiori province farmaceutiche

immagine 21 settembre - Quello dei medicinali rappresenta il primo settore per export della provincia. Brindisi è tra le principali province per peso degli addetti totali nella manifattura. Senza dimenticare una rilevante presenza di aziende nelle altre province, soprattutto a Lecce e a Barletta-Andria-Trani. I dati sono stati presentati oggi nel corso del roadshow di Farmindustria Innovazione e Produzione di Valore. 
Con circa 3.000 addetti diretti e nell’indotto, cresciuti negli ultimi 5 anni, la Puglia è la 6ª regione per export farmaceutico (4,4% del totale nazionale) che ha superato il miliardo di euro nel 2017. Bari è tra le più importanti province farmaceutiche. E quello dei medicinali rappresenta il primo settore per export della provincia. Brindisi è tra le principali province per peso degli addetti totali nella manifattura. Senza dimenticare una rilevante presenza di aziende nelle altre province, soprattutto a Lecce e a Barletta-Andria-Trani.
 
A Bari e Brindisi, l’industria farmaceutica è fra i settori trainanti dell’economia e determina il 24% dell’export. Le imprese del farmaco dimostrano quindi di essere un asset strategico per gli investimenti, anche esteri, per l’occupazione qualificata e stabile – con un incremento di assunzioni a tempo indeterminato - e per lo sviluppo del tessuto produttivo locale.
 
La Puglia del farmaco rappresenta un’eccellenza in un contesto di eccellenza, quello del Mezzogiorno farmaceutico. Con 13.000 addetti diretti e nell’indotto e 25 impianti di produzione e ricerca il Sud ha fatto registrare negli ultimi 10 anni una crescita dell’export da record. È infatti è più che raddoppiato. Un risultato migliore della media europea e della Germania.

I dati sono stati presentati oggi nel corso del roadshow di Farmindustria Innovazione e Produzione di Valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere. L’incontro si è svolto presso lo stabilimento di Sanofi di Brindisi, con l’altra azienda del territorio, Merck, che ha uno stabilimento di produzione nell’area di Modugno-Bari.
 
“Giovani, donne, territori, investimenti, ricerca, produzione, export. Questi i “tag” che hanno determinato l’affermazione in Europa e nel mondo dell’Italia del farmaco - dichiara Antonio Messina, Vice Presidente di Farmindustria -. Se oggi siamo i primi in Europa per produzione farmaceutica, dopo aver superato la Germania, lo dobbiamo a tutti questi fattori. Un successo che dimostra la qualità del nostro sistema Paese. E che, con una nuova governance di lungo respiro che garantisca l’accesso all’innovazione, può alimentare un circolo virtuoso, attraendo sempre più investimenti in ricerca e produzione, generando tanti altri posti di lavoro qualificati, moltiplicando le sinergie con l’indotto e le Università. Insomma i presupposti per continuare a fare bene ci sono. Il Sud già oggi è fondamentale per lo sviluppo del nostro settore in Italia e grazie alle sue molte eccellenze nazionali e internazionali lo sarà sempre di più nel futuro.”
 
“Innovazione e Produzione di valore” è un percorso partito sei anni fa dalla Toscana, che ha toccato anche Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Puglia, Abruzzo, Marche, Campania, Sicilia.

 
L’industria farmaceutica in Italia
"L’Italia è il primo produttore farmaceutico dell’Unione Europea. Quest’anno ha infatti superato la Germania con una produzione di 31,2 miliardi, contro i 30 dei tedeschi. Un successo dovuto al boom dell’export che sfiora i 25 miliardi. Industria farmaceutica che conta anche 200 aziende, 65.400 addetti (90% laureati o diplomati), 6.400 ricercatori e 2,8 miliardi di investimenti in produzione e Ricerca nel 2017", spiega in una nota Farmindustria.
 
"Il primo fattore di competitività dell’Italia è la qualità delle Risorse umane. E le imprese in queste anni hanno continuato ad assumere.
Gli addetti nel 2017 hanno raggiunto quota 65.400 (93% a tempo indeterminato), 1.000 in più rispetto al 2016. E nell’ultimo triennio le assunzioni sono state 7 mila all’anno. Fiore all’occhiello del settore è l’occupazione giovanile: secondo i dati Inps, dal 2014 al 2016 gli addetti under 35 nell’industria farmaceutica sono aumentati del 10%, rispetto al +3% del totale dell’economia.
 
Proprio perché i giovani rappresentano il futuro, Farmindustria coordina - come prima associazione di categoria del Sistema Confindustria - un progetto pilota, avviato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), di Alternanza Scuola-Lavoro 'in filiera'.
 

Senza dimenticare la percentuale di impiego femminile, che supera abbondantemente il 40% e nella R&S il 50%. Per venire incontro anche alle esigenze delle donne, enorme valore per il settore, nel conciliare lavoro e vita privata, le imprese del farmaco hanno sviluppato un welfare aziendale all’avanguardia".
 
"Il comparto inoltre è tra i più green dell’industria: negli ultimi 10 anni le imprese del farmaco hanno ridotto i consumi energetici e le emissioni di gas climalteranti – che modificano il clima – di circa il 70% (più di 3 volte la riduzione per la media dell’industria).
 
E se nel nostro Paese, oggi si vive di più e meglio, lo si deve anche ai medicinali. È calata infatti la mortalità per le prime cinque cause di decesso degli anni ’80:
-64% per malattie del sistema cardiocircolatorio;
-25% per i tumori maligni. E 2 persone su 3 a cui è diagnosticato un cancro sopravvivono dopo 5 anni, 30 anni fa non arrivavano a 1 su 3;
-47% per le malattie del sistema respiratorio;
-63% per le patologie dell’apparato digestivo;
-87% dal 1985 per l’HIV/AIDS. Grazie alla prevenzione e ai grandi progressi farmaceutici si può ormai considerare una patologia cronica". 
21 settembre 2018
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