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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Regioni e Asl

Covid. Regioni in pressing sul Governo: “Il sistema a colori non ha più senso. In caso mantenere solo zona rossa”

immagine 19 gennaio - Bonaccini: “Che differenza c'è tra giallo, arancione e bianco? Sono praticamente tutti uguali”. Toma: “I colori servono a poco, su questo con gli altri presidenti siamo pressoché tutti d'accordo”. E il sottosegretario Costa apre: “L'unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa”. E intanto la Valle d’Aosta che rischia il rosso scrive al Ministro della Salute per chiedere “un minimo margine di tolleranza nei calcoli rispetto alla collocazione dei territori italiani nelle diverse fasce di rischio”.
“I colori delle regioni vanno eliminati perché non hanno più senso di esistere. Che differenza c'è tra giallo, arancione e bianco? Sono praticamente tutti uguali. L'unico colore che potrebbe essere mantenuto è il rosso perché introduce dei cambiamenti, ma il resto è tutto uguale”. È quanto dice il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, sul sistema colore delle regioni nel suo intervento nel programma di Rai 1, Oggi è un altro giorno.
 
Questo perché, sottolinea il governatore, siamo in una situazione completamente diversa rispetto allo scorso anno: “in questo periodo, nel 2021, moltissime attività erano chiuse. Quest'anno, a parte discoteche, sale da ballo e poco altro - che comunque hanno diritto ai ristori perché stanno pagando il prezzo più altro - siamo riusciti a proseguire con le normali attività e di questo dobbiamo tener conto”.
 
“In conferenza delle Regioni con gli altri presidenti abbiamo parlato di abolire i colori delle regioni, non è più il caso, ne ho parlato con Fedriga. I colori servono a poco, su questo siamo pressoché tutti d'accordo” A parlare, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, è il governatore del Molise ed esponente di Forza Italia Donato Toma.
 
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che a margine di una conferenza stampa in Giunta, sottolinea che è il caso "di smetterla con questi colori. Chi si è accorto che siamo in giallo? Aveva un senso quando c'erano delle misure relative alla mobilità, ma oggi sono relative solo ai non vaccinati, quindi che senso ha creare un clima di timore nel dire che c'è il colore giallo, arancione o rosso?  Il sistema dei colori, nel momento in cui la politica è quella delle vaccinazioni, e quando uno è vaccinato regolarmente e può circolare, non sembra avere più molto senso.  La nostra linea è molto determinata e molto chiara"
 
Nell’attesa che il tavolo Ministero-Regioni trovi la quadra il sottosegretario alla Salute Andrea Costa apre all’ipotesi in un’intervista al Corriere della Sera: “C'è una platea del 90 per cento di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L'unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa. Ne ho parlato con qualche interlocutore nel comitato scientifico e condividono. Bisogna semplificare e agevolare”.
 
E nel frattempo il presidente della Valle D'Aosta (che rischia la zona rossa), Erik Lavévaz, ha inviato al ministro della Salute, Roberto Speranza una lettera per chiedere di “inserire un minimo margine di tolleranza nei calcoli rispetto alla collocazione dei territori italiani nelle diverse fasce di rischio”.
 
“La situazione attuale, con la Valle d'Aosta unica `zona arancione´ sul territorio nazionale, è frutto di una distorsione legata ai piccoli numeri della nostra realtà -  ha spiegato il presidente - . Con i 33 posti disponibili in terapia intensiva, ciascun caso di ricovero porta a un incremento del 3% dell'occupazione totale: si tratta di un'evidente distorsione, che con le norme in vigore può avere conseguenze gravissime per tutto il sistema regionale”.
19 gennaio 2022
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